tinte, in tu tti ( li aspetti, in tutte
delle stagioni, senza i cerebralismi,
sofisticazioni ed i ripieghi tanto in auge oggi
taluni per sopperire all'insufficienza del
e di capacità.
il vero come lo vedeva, come real-
fu la sua cura costante e per me il
di tu tta la sua produzione,
l'uomo è fatto soggetto delle opere
Nei suoi quadri la figura entra
come macchia di colore folcloristico,
elemento di vita per i suoi quadri il
gli animali — forse perchè più vicini
natura — e le sue tele sono infatti animate
movimentate quasi esclusivamente da cavalli,
bovini e da greggi pascolanti che egli sapeva
e distribuire in modo elegante e natu-
senza che avessero a disturbare menoma-
il paesaggio che fu sempre ed esclusiv*-
il fine di tu tte le sue opere.
Credo che pochi fra gli amatori òdi'arte pit-
e fra i frequentatori delle nostre Esposi-
non ricordino il suo stile fresco, arioso ed
ed almeno qualcuna delle sue opere che
profuse con quella generosità che fu la dote
sua anima di artista e di uomo.
Non i quindi il caso di dilungarsi in una inu-
t elencazione di opere, di mostre e di successi
I in una minuta disamina del suo stile.
Sarebbe un compito di critica che eccede le
Ime forze, che non tr over ebbe spazio sufficiente
nell'ospitalità della Rassegna «Torino» e che
comunque esula dello scopo precipuo di questo
articolo inteso a ricordare con brevi tra tti un
valente pittore torinese.
Non posso però far a meno di citare che il
Roda ebbe la gioia e la soddisfazione di vedere
acquistati tre dei suoi quadri da S. M. il Re nelle
esposizioni tenute dalla Società Promotrice delle
Belle A rti negli anni 1904, 1906 e 1914.
Parimenti non posso tacere di un aspetto del
l'arte del Roda che è forse il meno conosciuto e
nel quale te sua sensibilità artistica trovò una
felicissima estrinsecazione ed una efficacia rappre
sentativa non comune.
Voglio accennare ai piccoli bozzetti,
alle rapidi
sintesi, alle veloci impressioni
che egli andava
raccogliendo per diletto personale,
quasi per
cimentarsi in una difficile ginnastica
dello spirito
e dell» mano, e che rappresentano
sempre uno
studio fedelissimo di determinati
momenti di luce
che egli poteva cogliere e fermare
grazie alte
sua rapidità di esecuzione veramente
ecce*
zionali.
Un esempio non trascurabile, sebbene non dei
m igliori, lo troviamo
.etto, di cui te figura
a pag.8 ,che riproduce net brevi lim iti di cm. 16x22
le** Cime Bianche in un tramonto del lontano
agosto 1920.
|*Le Cime ed il sottostante nevaio
sono leg
germente arrossate dai raggi obliqui
del sole mo
re n te .'^ tre piani di colli
sono
ben
equilibrati
di tono e dànno la reale visione della
distana •
del diminuire dell'intensità luminosa
verso
il
fondo valle. Il silenzio solenne,
quasi sacro dai
tramonti di alta montagna, le tin te
vivaci,
seb
bene lontane, te lotta
fra le ornare
che
salgono
e te gloria del
sole
che
indugia a lambir* con
um
ultima carezza
nuvole
e
monti, sono resi con
un’evidenza suggestiva.
Il
soggetto descr itto fu eseguito
dal Rodi in
poco più di venti minuti, di gatto,
sena pentì-
menti, dopo una faticosa giornata
di
tewora
in alta