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Mi ormai

il

dissidio era insanabile: si era g il

Ilo quello

stato di tensione e di irritazione,

doveva

condurre irrimediabilmente a una

Qualunque altro sovrano sarebbe fin ito cosi, a

meno che. con molta ,

:ione e «sai meno

generositi di Amedeo, non si fosse peritato di

gettare la nazione negli orrori della guerra civile

per fu* trionfare un egoistico sogno di dominio.

Amedeo di Savoia, con la sua altera rinunzia

dimostrò di amare la Spagna assai più di molti

Spagnoli, e il suo messaggio, che non è artifizio

di retorica, lo proclama eloquentemente.

nano, ma fu come un battesimo che influì proba­

bilmente sulle relazioni fra lui e i governanti, che

si atteggiarono quasi a tu to ri. Ma all'ultim o atto

del dramma Don Amedeo dimostrò che sapeva

ben essere uomo. Peccato, ripetiamo anche noi

col Romanones, che non si possano ancora leg­

gere le Memorie del Rey cabotieroI Se si tarda

ancora, dice egli giustamente, data la fretta con

cui ora corre la vita, si leggeranno con b stesso

interesse che le memorie d ’una dinastia faraonica.

Senza indugio, e prima che il Re partisse, si

proclamò la Repubblica: Repubblica effimera più

che il regno di Amedeo. E tragica. Emilio Castelar,

che ne fu l ’ultimo Presidente, cosi ne dipinge il

panorama: « ... la dittatura demagogia a Cadice;

sanguinose rivalità in Malaga, da cui dovette fug­

gire la metà degli abitanti; Mdisarmo della guarni­

gione di Granata, dopo le più cruente battaglie;

le bende armate di Siviglia e di Utrera; gli incendi

Neppure la buona e santa Regina fu risparmiata,

'od» di parte può rendere crudeli collettiva-

- anche le anime singolarmente buone. Quale

;s indusse un giorno le dame isabelline a

ì al corso della Castellana tutte in man-

L'ingenua Maria V ittoria non comprese

manifestazione antiamedeista, e il giorno

tvrebbe indossato anche lei la leggiadra man-

razionale, senon l'avessero dissuasain tempo,

venne l'attentato da cui miracolosamente i

~ ' uscirono illesi.

Un giorno un colonnello, marciando per la

A la li alla testa del suo reggimento, e incoo-

— il Re, non foce nè comandò il saluto,

fra troppo. Il Sovrano non castigò, come po-

“ il colonnello ribelle, ma fi acuì in lui l’ansia

«ciré da quella da lui qualificata un giorno

«ni gabbia di matti ». E non molto dopo prese

irrevocabile decisione: abdicar*. Lui, che era

^ accusato di indecisione, questa volta, anche