I MATTONI CARPOLOGICI PIEMONTESI
e
ancora
quei pochi che mi fu dato incontrare in
Lombardia sono evidentemente siati ottenuti ser
vendosi dei modelli delle fornaci piemontesi; cosicché
è lecito pensare che tali mattoni sieno stati importati
in Lombardia piuttosto che cotti sul posto da fornaciai
usi invece a foggiare materiali in composizioni arti
stiche più importanti e vaghe.
I
fornaciai lombardi vivevano in condizioni eco
nomiche ben differenti da quelle tristissime nelle quali
vegetavano i loro colleghi piemontesi; non pensavano
quindi a glorificare i materiali alimentari! In Lombardia
furono invece elettissimi artisti, come
Giovanni Bat-
tcigg/o,
AgostinoFonduti o De Fondutis, Rinaldo
De
Stauris
ed altri non umili e rozzi fornaciai, quelli che idearono
e foggiarono le meravigliose ornamentazioni in terra
cotta che onorano e nobilitano monumentali edifizi a
Milano, Pavia, Cremona, Crema, Lodi, Piacenza,
ecc.,
eretti specialmente durante il Rinascimento.
Alla fantasia di così chiari artisti occorrevano ben
altri ideali che le rape, le quercie, i fichi...! chè, se
.talvolta hanno essi, nelle loro brillanti ricche orna
mentazioni, ricordato la vite e i cardi, ciò hanno fatto
per valersi dei graziosi motivi ornamentali che dalla
riproduzione artistica, idealizzata di tali vegetali sep
pero ottenere: e non certo per celebrarne il valore
alimentare.
CAPITOLO I.
CONSIDERAZIONI GENERALI SUL SIGNIFICATO DEI MATTONI CARPOLOGICI
Le condizioni edafiche, climatiche, religiose, poli
tiche, economiche furono e sono i coefficienti che
hanno determinato e determinano la necessità di spe
ciali forme costruttive, le quali a poco a poco discipli
nate da norme appropriate, diedero e dànno origine ai
differenti sistemi costruttivi noti sotto il nome di
stili.
Lo svolgersi ed affermarsi di uno
stile
fu sempre
opera lentissima, e la sua durata efficace varia nel
tempo in relazione diretta colla influenza determi
nata dall'incessante progredire della civiltà. Nuovi
ideali e nuovi bisogni determinano l’assoluta neces
sità di nuovi sistemi di costruzione, o di
stili,
meglio
consoni alle mutate esigenze.
È legge del resto che tanto l’arte di costruire
come il linguaggio si debbano continuamente modifi
care; e che l’affermarsi degli
stili
sia determinato da
numerose lentissime mutazioni, delie quali soltanto
rimangono e si consolidano quelle che realmente
rispondono a bisogni reali.
Va notato però che parallelamente alle lente mu
tazioni che diventano elementi architettonici dura
turi, altre numerosissime si svolgono, in ispecie nel
campo secondario della ornamentazione; ma queste
non avendo origine da bisogni reali, ma unicamente
dal gusto degli uomini, godono di fugace durata, e
soltanto in casi eccezionali hanno potuto diventare
elementi costruttivi.
Lo
scopo delle osservazioni presenti è. come si
è detto,
quello appunto di illustrare una di queste
manifestazioni ornamentali rivelatasi in particolare
modo
in Piemonte, e in parte anche in Lombardia,
durante il periodo nel quale furono in onore le terre
cotte
modellate e stampate.
Le ricerche mie ebbero inizio da un quarantennio
durante le mie escursioni botaniche, e continuarono
ininterrottamente per molti anni quando mi avveniva
di ammirare qua e là qualche relitto di costruzione
medioevale.
Ossequiente al ne sutor ultra cnspidom, ho ragio
nato
come botanico, non tralasciando però di ricor
rere ai lumi della Storia e della Archeologia per docu
mentare e quindi dimostrare le ragioni di una curiosa
manifestazione di arte, destinata a parlare agli umili
ed ai diseredati.
Dichiaro che in questo studio, io non mi sono oc
cupato dei mattoni o dei laterizi disposti o foggiati a
motivi ornamentali di qualsiasi genere, nè ho preso
in considerazione i mattoni così detti
floreali,
nei
quali la stilizzazione portata ad un grado estremo,
rende assolutamente impossibile qualsiasi idea della
specie vegetale voluta rapp
nè mi sono
occupato di questioni architettoniche.
Nei secoli XIII, XIV, XV, XVI e ancora all'inizio
del XVII i
laterizi,
come elementi decorativi, furono
abbondantemente impiegati in molte regioni d'Italia
per opera e per merito dei Maestri
Comacini
od
Ante
lami o Campionesi
che dir si vogliano, ideatori di tale
economico mezzo decorativo che, per lungo tempo,
con armonia di effetti, e con eleganza supplì al costoso
impiego delia pietra da taglio, adottata poi con lar
ghezza nellemonumentali costruzioni del Rinascimento
I
Comacini,
ubbidienti ad un intimo naturale senti
mento d'arte, riuscirono dapprima col solo impiego
delle terrecotte nella loro forma più elementare, cioè
col semplice mattone, a dare una fisionomia più ele
gante alle costruzioni, disponendo i mattoni in serie
genialmente combinate, così da formare cornici spor
genti. dentature, archetti, ornati, modanature sem
plicissime. ma vaghe nei loro effetti e che dànno
movimentoegraziaalle comici dei tetti,delle finestre,
dei portali, ecc.
Ben presto però i mattoni furono soggetti a lavo
razione; arrotondati negli spigoli, tagliati variamente,
ingentiliti si prestarono a combinazioni meglio rispon
denti agli scopi ornamentali, e questi vennero poi
meglio ancora raggiunti quando si pensò a modellare
direttamente le argille prima di cuocerle.
Cosi si iniziò quel tipo di decorazione che varia
mente interpretato da abili artisti giunse a creare
gli splendidi modelli che ancora ammiriamo in modo
«KOB