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• CAPITOLO II.

DEI VEGETALI ILLUSTRATI DAI MATTONI CARPOLOGICI E DELLA IMPORTANZA ALI­

MENTARE DEI FRUTTI RAPPRESENTATI, SIA NELL'ANTICHITÀ, COME NEL MEDIOEVO

V IT I# V IN IFERA L . (V ita • Uva)

Che i fornaciai piemontesi abbiano inteso ripro­

durre il frutto della vite non deve recare meraviglia,

quando si pensi che dall’uva l’uomo ottiene la be­

vanda dalla quale i diseredati hanno sempre invocato

jl momentaneo oblio dei pensieri tristi, il rimedio

ai mali fisici e morali.

Dissipai Evius curas edaces!

La vite in Piemonte era nell'Evo Medio, si può

dire, ovunque ampiamente coltivata. Tutti gli

Statuti

Fi*. 2.

ed

i

Documenti

parlano

di

vigne

in collina, di often/

in pianura,

di

terne vineatoe,

ecc.; la vite si usava

coltivare

bassa in collina, alta in pianura.

Dei modi di

colere vineam.

delle pene e delle

ammende

a chi in

qualsiasi modo danneggiasse le viti,

della vendemmia regolata dal banditore che a suon di

tromba

segnava il giornoe l'ora nella quale la si poteva

iniziare,

ecc. si parla abbondantemente negli Statuti,

nei quali

chiunque può convincersi della importanza

cheaveva ancheallora questacoltivazione inPiemonte.

Considerando l'uva dal punto di visto puramente

dietetico, si rileva che l’uva era ritenuto un cibo

confortativo et restaurativo del corpo e della anima

nostra: che essa nutrisce ottimamente et fa ingrassare

presto

(Pisanelli, loc. cit., pag. 56) (9); giova a tutte le

complessioni (id. id., ecc.).

L ’uva e i fichi erano ritenuti di uso popolare come

alimento di primaria importanza:

che l'uva nutrisca,

ne fanno fede li guardiani delle vigne, che per un pezzo

non mangiano altri cibi

(loc. cit., pag. 56).

Castore Durante,

il celebre medico di Sisto V,

nel suo noto

Herbario

scriveva che:

«

I fichi et l'uva si come sono il capo et l'honore di

tutti i fratti dell'autunno e come più nodriscono di tutti

gli altri...».

Che nutriscono assai, «

ne fanno testimonio li guar­

diani delle vigne, i quali mangiando assai più fichi

uva che pane, in quelli interi due mesi che fanno la

guardia, diventano grassi et carnosi, quantunque la carne

loro non sia dura nè densa, ma tenera e fongosa».

E per non recar molestia con quella troppo facile

erudizione che si potrebbe ricavare dai trattati an­

tichi di dietetica per riguardo all'importanza del­

l’uva neH’alimentazione nel periodo di tempo che

ci interessa, aggiungerò soltanto che i laterizi più di

qualsiasi altro frutto celebrano in molti e svariati

modelli il frutto della vite. Essi tentano e in qualche

caso anche riescono a rendere con artistica verità

il carattere della foglia palrr. .

ta (3-5 lobate),

I MATTONI