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DIETRO ALLE QUINTE DELLA MOSTRA DELLE INVENZIONI E NOVITÀ INDUSTRIALI

moltiplicati perchè ci eviterebbero l’umiliante ser­

vaggio verso lo straniero da cui si acquistano annual­

mente tanti brevetti da giungere ad una somma di

circa duecento milioni di diritti pagati all'estero.

Somma questa tanto più dolorosa inquantochè la

nostra razza ha sempre primeggiato per la genialità

dell’intuito e basterà infatti citare l'esempio della

più spettacolosa invenzione dei tempi moderni per

esserne sicuri. Voglio parlare della elettricità, che

presentita da Galvani concretata dal Volta, ebbe nel

Meucci, nel Galileo Ferraris, nel Pacinotti, nel Cal-

zecchi Onesti, nel Righi e finalmente in Guglielmo

Marconi, coloro che misero le basi di ogni singola

applicazione e di ogni perfezionamento in quel campo

che è destinato certamente alle più impensate rea­

lizzazioni.

Ho detto che molto vi è ancora da fare, ma pur

tuttavia qualche cosa si è già fatto almeno per il caso

specifico che riguardava questa Mostra, dove è certo

che ognuno può avvertire lo sforzo fatto anche dai

più modesti per presentare i propri trovati nel modo

più interessante e più degno di figurare in una ras­

segna importante. É certo che è questa una ottima

scuola per instradare tutti verso il concetto che una

idea, anche se buona, deve essere esposta bene per

essere apprezzata.

Un altro scopo è stato non diremo raggiunto,

maconvenientemente messo in luce da questa Mostra,

ed è la necessità che quelli che possiedono genialità

inventiva orientino i loro sforzi verso problemi con­

creti e precisi, verso cioè quelle che sono le lacune

della tecnica contingente piuttosto che verso sogni

spesso irrealizzabili e spesso anche superiori alle

capacità intellettuali e culturali di chi si accinge a

tale compito.

Nè meno grave è stata la difficoltà di indurre le

grandi e piccole industrie a partecipare a questa

Mostra, perchè le une ritenevano che una Mostra

di Invenzioni avesse da essere una rassegna di quei

mille piccoli attrezzi o cose di poco conto che si

vedono nella famosa esposizione annuale di Parigi

o in quella non meno famosa di Lipsia, e perciò

pensavano non essere degno di loro intervenire ad

una simile manifestazione. Le altre pensavano invece

di non aver nulla da esporre perchè non attribuivano

un carattere di invenzione alle novità prodotte dalle

loro fabbriche.

Occorse molto tempo, ripetute visite e lunghe

discussioni per far presenti i concetti che ho somma­

riamente esposto nella prima parte di questo articolo.

Ad onor del vero debbo dire che la compren­

sione di questi problemi fu completa da parte degli

industriali i quali, nella loro maggioranza si mostra­

rono anche convinti e soddisfatti dell'opera che gli

organizzatori andavano svolgendo e del programma

che essi si erano prefissi. Più di uno ebbe a dirmi di

essere ben lieto che il valore dell’ingegno italiano

fosse convenientemente messo in luce, così da per­

mettere a loro industriali di utilizzare anche questa

preziosissima fra le preziose materie prime nazionali.

Ottenuta la partecipazione di una cospicua quan­

tità di espositori si dovette procedere ad una scelta

per distinguere, come suol dirsi, il grano dal loglio.

Si giunse così alle 750 novità esposte alla Mostra

e che rappresentano certamente un assieme di note­

vole interesse sia per il pubblico come per i tecnici.

Ne fa fede l’affluenza crescente di visitatori che

hanno a metà mostra raggiunto i 100.000.

Questo successo di cui si può essere orgogliosi, è

stato ottenuto con mezzi davvero modestissimi che

credo necessario esporre perchè rappresentano il

trionfo del metodo sulla improvvisazione.

Sono certo che più d’uno avrà da stupirsi quando

saprà che a tutto il 30 aprile l'Ente Mostra delle

Invenzioni aveva in totale ben... tre impiegati: uno

a Roma e a Torino due. Di questi uno si occupava di

sorvegliare l'esecuzione dell'adattamento interno dei

locali di Piazza Arturo Graf, mentre suH'aitra incom­

beva tutta la responsabilità della organizzazione vera

e propria che era stata sì predisposta ma doveva

essere mantenuta e seguita.

Dal 1° maggio ad ora invece gli impiegati sono

saliti a quattro senza tenere conto di tre tecnici

incaricati esclusivamente di accompagnare i visita­

tori per spiegar loro il funzionamento delle macchine

o apparecchi esposti.

Se il risultato ottenuto è stato buono vuol dire

che non ci siamo sbagliati nella scelta dei mezzi di

lavoro che rappresentano, come ognun sa, la metà

del successo.

C. O iD OW O I