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DIETRO ALLE QU INTE DELLA MOSTRA

DELLE INVENZIONI E NOVITÀ INDUSTRIALI

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are una Mostra di Invenzioni non è una cosa

facile. Anzi, è difficile persino pensarla. Perchè,

infatti, bisogna cominciare coll'intendersi sulla

parola « Invenzioni ». In essa è insito il concetto di

novità, ma anche questo concetto non può esser

preso nel senso assoluto perchè, mi si permetta il

bisticcio, una novità può anche essere... vecchia di

parecchi anni e pur rimanendo sempre nuova perchè

rappresenta il punto di arrivo del progresso in quel

determinato ramo.

In fondo tutto quello che ci circonda è un’inven­

zione o

è

frutto di aggruppamenti di invenzioni.

É infatti indiscutibile che dal punto di vista del pro­

gresso una delle invenzioni più importanti è stata

quella del primo essere della nostra razza che ebbe

l'idea di legare una selce ad un manico creando così

il primo martello col quale potenziò la sua mano.

Subito dopo, o subito prima (io non c’ero, e nem­

meno voi!), venne quell'altra importantissima inven­

zione che consistette nell'idea di spogliare un ani­

male della sua pelle per sovrapporla alla nostra e

ripararsi così dai rigori del freddo. Sarebbe interes­

sante conoscere come si addivenne poi alla concia

delle pelli per impedire che essiccandosi si irrigidis­

sero; ma è indubitato che anche questa dovette

essere una delle prime cure dell'uomo perchè la

pelle rigida certo non riparava dal freddo. Si passò,

in seguito, all’intreccio delle piante lacustri che diede

luogo, a distanza di qualche millennio, alla tessitura

delie stoffe la quale in fondo è fitta ancora con lo

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stesso metodo di incrociare le fibre in senso perpen­

dicolare le une alle altre.

Certo l'umanità di oggi sorride di fronte a queste

manifestazioni primitive, e trascura di considerare

come invenzioni tutte le cose alle quali si è oramai

abituati e che la circondano, mentre invece non esiste

nulla, come ho detto più sopra, che non sia una

invenzione.

Naturalmente vi sono invenzioni grandi e inven­

zioni piccole e le prime sono molto spesso la sintesi

fatta da un cervello geniale di tante piccole inven­

zioni di cui esso solo ha visto il nesso che le collega.

Perciò sarebbe un errore imperdonabile di voler

creare una specie di gerarchia delle invenzioni

inquantochè quelle invenzioni che segnano le pietre

miliari del progresso umano vengono a notevole *

distanza di tempo una dall'altra, appunto perchè

è

necessario che per esse si prepari il clima, per

così

dire, tecnico e scientifico atto a generarle.

Questo ®

non significa che l'inventore non sia in effetto

un

divinatore o, come ho detto altre volte, un

contem­

poraneo dell'avvenire, appunto perchè

non appena

le premesse per una invenzione si sono

affermate,

sùbito sorge quel tale che ne intravede

una nuova9

* applicazione o una applicazione più

vasta, o che le v

ricollega ad altre magari molto

precedenti creandonejl

un tutto assolutamente

nuovo e che sbalordisce. ■*

É una caratteristica

specifica della invenz»

quella di destare stupore appunto

perchè l'uomo

mune non intravede subito la

via per la quale I’

DIETRO ALLE QUINTE DELLA MOSTRA DELLE INVENZIONI E NOVITÀ INDUSTRIALI

* 9

ventore è giunto a un risultato

che appare come un grande salto

rispetto ai precedenti.

Questa lunga premessa aveva

lo scopo di lasciare intendere

quanto sia stato difficile l'organiz­

zazione della Mostra delle Inven­

zioni alla quale abbiamo appunto

voluto aggiungere le « novità in­

dustriali » per far comprendere

che ad essa erano ammesse non

soltanto le invenzioni ancora allo

statoembrionale,ovveroallostato

di studio, ma anche tutte quelle

applicazioni di invenzioni (anche

non recentissime) che appunto si

possono chiamare novità indu­

striali perchè rappresentano la

entrata delle invenzioni nell'uso

comune.

L'idea della Mostra sorse nella

mente dell'Onorevole Ing. Ar­

temio Ferrario. Segretario Nazio­

nale dell'Associazione Fascista In­

ventori, fin dall’anno scorso, col

concetto di creare un ambiente adatto alla messa

in valore dell'attività inventiva in modo da rendere

edotti gli italiani di quello che si fa in questo campo

e che spesso è ignorato. In conseguenza di questa

prima idea si fece l'esperimento della V Fiera del

Levante a Bari, nel settembre dell'anno XII. Il ri­

sultato davvero notevole di quel primo tentativo,

la grande simpatia con cui la stampa e il pubblico

accolsero l’iniziativa, furono il premio meritato per

chi da oltre sei anni si interessa con fervore quasi

di apostolo alle sorti degli inventori italiani.

Era naturale quindi che si pensasse a ripetere ia

cosa migliorandola, ingrandendola.

La Commissione Centrale del Consiglio Nazio­

nale delle Ricerche che già era stata generosamente

a fianco dell'Associazione Inventori nella manifesta­

zionedi Bari, si dimostrò subito propensaadampliare

il programma svolto nella simpatica città meridionale

e

fu

così che si concretò l'idea di una Mostra a carat­

tere nazionale da farsi in sede autonoma e cioè non

conglobata ad una qualsiasi Fiera od Esposizione di

maggior mole. Si pensò anche all’opportunità di

riunire in uno stesso ambiente gli inventori e gli

industriali che sono dei primi i naturali clienti anche

quando le invenzioni che essi costruiscono per il

pubblico sono sorte entro gli uffici delle loro feb-

briche. Apparve perciò subito la possibilità di creare,

naturalmente nel giro di qualche anno, un vero e

proprio mercato delle invenzioni dove gli interessati

sapesserodi trovare sempre quanto vi è dì più nuovo

e di meglio in ogni ramo del progresso umano.

£ evidente che un programma di questo genere

non si può ritenere attuato da questa prima Mostra

da

anche se — ^ 3=33 " ~

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tutte le branche delia tecnica e della scienza e questo

non potrà essere fatto in meno di tre anni. Tuttavia

il programma esiste e

iato.

La scelta di Torino a sede della nuova manifesta­

zione fu determinata dalla certezza di trovare in

questa città Cambiente adatto sia dal punto di vista

tecnico come da quello morale, ed infatti l’allora

PodestàSen. Paolodi Revel ed il suo successore Com­

mendatore Ing. Sartirana sono stati larghi di incita­

menti e di aiuti e non è un formalismo, ma realtà

vera dire che grande parte del merito del successo

va attribuito a loro ed a tutte le Autorità pro­

vinciali e cittadine.

Sceltadunque la sedeed ottenuti i locali dallagene­

rosa perspicacia del Sen.Agnelli, occorrevaconvincere

inventori ed industriali a presentarsi alla Mostra.

Per quanto riguarda gli inventori, diremo così

isolati,

la

difficoltà principale consisteva ned’indurli

a

preparare l’esposizione dei loro trovati in modo

tale da riuscire convincenti sia per il pubblico come

pure per quelli che avrebbero potuto eventualmente

divenirne acquisitori. Molto spesso questo lavoro si

è urtato contro le impossibilità finanziarie della

maggior parte di questi pionieri dell'idea i quali

sono raramente corredati da mezzi di fortuna e tro­

vano. ancorpiù raramente, chi li comprendae li aiuti.

In questo campo molto han fatto la Commissione

Centralee ('Associazione Fascista Inventori che hanno

consigliato ed aiutato tecnicamente e finanziaria­

mente più di uno degli inventori che sono oggi

presenti alla Mostra. Ma, purtroppo, molto

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essa può dirsi riuscita abbastanza bene.

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perchè occorrerà poter dare l’ampiezza voluta a

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