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Fig. I.

mrao pUm Carlo Aitorto « adHkio già dlpenéwte

(Arch. Filippo Castelli, fine del Settecento)

L’ architettura in Torino durante la prima metà

dell 'ottocento

L

’architettura di questo periodo è essenzialmente

improntata dallo stile neoclassico; poi si mani­

festa anche l’influsso romantico che rimette in

onore l’arte medioevale; in ultimo si adottano pro­

miscuamente gli stili italiani, specialmente il Rina­

scimento ed il medioevale, risultandone un modo

ibrido di architettare che si afferma specialmente

per opera di Carlo Promis.

Questo cinquantenne periodo artistico corri­

sponde politicamente alla dominazione francese fino

al 1814, ai regni di Vittorio Emanuele I (1814-1821),

di Carlo Felice (1821-1831), di Carlo Alberto (1831-

1849) e ai primi anni del regno di Vittorio Emanuele II;

e corrisponde all'epoca fortunosa in cui, a Torino,

si ordirono le trame dell’indipendenza italiana.

Nella nostra Città sorsero edifìzi neoclassici di

notevole valore intrinseco, caratterizzanti alcune

zone cittadine, la cui espressione artistica deve

quindi essere rispettata. L'architettura neoclassica

si ispira essenzialmente all'arte greco-romana, che,

a dire il vero, attraverso ai secoli e nei varf stili,

ha

sempre più o meno informato lo spirito degli archi­

tetti italiani. Invero l’architettura romanica deriva

manifestamente dall'architettura romana; a quella

succede lo stile gotico di Francia, il quale però

da

noi assunse un carattere nazionale diverso dall'oltre-

montano; il gotico italiano adottò l'ogiva e la deco­

razione gotica, ma la struttura e le proporzioni degli

edifìzi. nella maggior parte di saggi cospicui, rimase

classica. Esempligrazia, il duomo di

Chieri, in Pie­

monte dove per la vicinanza, l'influenza francese

dovrebbe manifestarsi più decisamente, come infitti

si

manifesta,

ci mostra

la

struttura

e ie proporzioni

proprie di una chiesa romanica; di

gotico non

c'è

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