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ARCHITETTURA IN TORINO DURANTE LA PRIMA META DELL'OTTOCENTO

Fig. 3.

- Pianta dalla Gran Madre di Dio

(F. Bonsignore 1818)

ne sono il torinese Giuseppe Baretti (1716-1789),

Giuseppe Parini (1729-1799), Vittorio Alfieri ( 1749-

1803), Vincenzo Monti (1754-1828) che in modo clas­

sico celebra le vittorie di Napoleone; Ugo Foscolo

(1776-1827) è classico e romantico; Giacomo Leopardi

(1798-1837) è classico nella forma, romantico nel

contenuto. I nomi sdolcinati d'Arcadia sono sostituiti

da quelli di Marengo.* Wagram, Bonaparte e sopra­

tutto dal nome d’Italia.

Nella musica Beethoven (1770-1827) è considerato

classico quantunque in lui non manchino spunti di

romanticismo.

L’architettura neoclassica è stata generalmente

troppo denigrata; ma la sua condanna assoluta parmi

ingiusta; tra i numerosi edifìzi che ci ha lasciato in

Italia, molti appaiono insipidi e senza valore, ma alcuni

sono pregevolissimi. Questi ultimi, giova dirlo, non

sono però neanche lontanamente paragonabili nè a

quelli dell’aureo Rinascimento, e neanche a quelli

del glorioso barocco del Settecento; l’architettura

nel periodo neoclassico sta in coda alla letteratura,

alla musica e anche alla scultura.

Contro l'architettura neoclassica si elevano spe­

cifiche accuse. É una fredda e pedissequa imitazione

dell'architettura greco-romana, non ravvivata dal

genio. Difetta di originalità, di fantasia, di espressione;

è

una decorazione classica appiccicata ad edifìzi mo­

derni, che nè commuove e neanche interessa. Arte

gretta, senza forza, vuota di pensiero, vincolata dalle

pastoie accademiche che ne ostacolano la genialità e

lo slancio. Rifioritura artificiosa di una pianta fiorita

e rifiorita. Ma si può opporre che lo stile neoclassico

è bensì l'ombra dello stile greco-romano, ma questa

ombra talvolta assume atteggiamenti delicati e pia­

cevoli (5). Composizioni architettoniche neoclassiche

di archi di trionfo, chiese e palazzi, create da archi­

tetti di talento, presentano proporzioni eccellenti

che appagano l'occhio; la decorazione sobria e cor­

retta, conferisce alledifizio carattere di signorilità

e di eleganza; se manca la passionalità e la fantasia,

spesseggia la serietà e la distinzione. È uno stile

magari dimesso, ma che possiede un carattere espres­

sivo dell'epoca, quindi da rispettarsi.

Nelle chiese trionfa la pianta circolare ad imita­

zione del Panteon e la croce greca. Nei palazzi

sovente il basamento con portico o criptoportico

leggermente bugnato, sostiene un ordine unico di

colonne o lesene, scanalate o no, più spesso ioniche,

che abbraccia più piani; aggetti decorativi poco spor­

genti; cornicione piuttosto sviluppato a mensole e

dentelli; la parte centrale della facciata rialzata da

un frontone triangolare e sovente decorata da co­

lonne o lesene che compaiono nuovamente in leggeri

avancorpi laterali del prospetto; le finestre più spesso

rettangolari, piuttosto allungate, sono coperte da

frontoni triangolari o da sobrie trabeazioni orizzon­

tali; gli elementi decorativi sono classici; bassorilievi

entro riquadri, riempiono gli spazi vuoti; le greche

ed i cani correnti di Vitruvio compaiono nelle fasce

a moderato aggetto.

Ma un altro atteggiamento del pensiero umano con

naturale riflesso sulle arti, si manifesta, benché timi­

damente, fino dal principio dell'Ottocento; alludo

al romanticismo di cui l'inizio si afferma in Germania,

benché non si possa disconoscere che sia rampollato

anche presso altre stirpi. Il romanticismo assume

varT aspetti secondo le varie nazioni. In Italia, caduto

l'impero napoleonico, gli animi depressi, poco per

volta si risollevano ed aspirano ad una nuova fortuna

della patria; il pensiero letterario ed estetico é scon­

volto e diviso in due campi; sorge cioè la controversia

tra i classici ed i romantici che da noi si delinea spe­

cialmente in Lombardia; ma che si manifesta in tutta

l'Europa. Difficile cosa è definire la dottrina roman­

tica con uria formula adattabile a tutte le genti

presso cui fece la sua comparsa, tanto è vario il suo

atteggiamento. Tuttavia potrebbe dirsi che dapper­

tutto si manifesta una scontentezza del presente, una

irrequietudine nervosa, un desiderio del nuovo così

nelle arti come nelle condizioni di vita. In Germania

i romantici parvero vagheggiare la cultura teutonica

medioevale col Sacro Romano Impero e gli ordini

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