L’ARCHITETTURA IN TORINO DURANTE LA PRIMA METÀ DELL'OTTOCENTO
Fig. 5.
mento artistico da cui l’architettura solamente ora
cerca di districarsi, creandosi una maniera che cor
risponda all’epoca moderna.
* • *
Per illustrare l’architettura neoclassica di Torino
mi valgo essenzialmente dello studio dell’ing. Camillo
Boggio:
Lo sviluppo edilizio di Torino dalla Rivoluzione
francese alla metà del secolo XIX
(Torino, 1917, Atti
Soc. Ing. Arch. di Torino). Il compianto amico Ca
millo Boggio che, dopo i Mella, imprese ad illustrare
diligentemente l’architettura piemontese antica e
specialmente quella di Torino, deve essere sempre
ricordato con onore e riconoscenza; seguendo il suo
esempio altri studiosi continuarono la sua fatica im
proba ma utile ed altri ancora seguiranno il suo
esempio. Poi ho proceduto all’esame deil’Archivio
Edilizio della Città del 1816 al 1860, perfettamente
ordinato; e qui devo esprimere i miei più vivi rin
graziamenti all'ing. capo Orlando Orlandini e inge
gnere Mario Guelpa che coi loro dipendenti facili
tarono assai il mio compito. Risultato di questo
esame è l’elenco dei progetti che per vario motivo
mi parve utile di segnalare e che è stampato alla fine
di questo studio. Per ogni progetto sono segnati la
data, il numero della cartella, il nome del proprie
tario, l’architetto ed il soggetto. Disgraziatamente
non tutti questi progetti possono essere identificati
con edifizi ora esistenti, perchè, se il nome delle vie
di allora è facilmente identificabile, mancano i numeri
civici; alcuni progetti furono modificati nell’esecu
zione ed i proprietari di allora generalmente non sono
più quelli attuali. Tuttavia alcuni di questi proprietari,
colla scorta di documenti che per avventura posse
dessero, potranno procedere
a
tale identificazione.
Tratterò degli architetti in modo cronologico
all'ingrosso; illustrerò le loro opere più importanti,
producendone le figure estratte
da fotografie messe cortesemente
a mia disposizione dal dott. Vit
torio Viale direttore dei Musei
Civici torinesi e attingendo no
tizie da varie fonti che indicherò
volta per volta.
Napoleone I da Milano ema
nava un decreto (13 giugno 1800)
col quale ordinava l'abbattimento
di molte fortificazioni tra cui
quelle di Torino; così a poco a
poco cadde quasi tutta la cinta
fortificata che nel 1673 aveva trac
ciato Amedeo di Castellamonte e
le aggiunte fatte all’epoca dell’as
sedio di Torino del 1706. Non
rimasero in piedi che la Citta
della, i bastioni che si ridussero
poi al giardino pubblico dei Ripari
(aiuòla Balbo e piazza Cavour), il
bastione detto Verde e quello di
S. Lorenzo, S. Maurizio, S. Carlo e parte di quello
di S. Antonio all’angolo di via Barolo e via Giu
seppe Verdi.
Nel 1891 cadde il Bastion Verde per aprire il
prolungamento di via XX Settembre; nel 1934 cadde
il residuo di quello di S. Antonio; oggidì non stanno
in piedi che il bastione di S. Lorenzo e quello di
S. Maurizio che sorreggono il giardino reale. E come
le mura caddero eziandio le quattro porte di Torino,
fra cui quella di Porta Nuova che Amedeo di Castella-
monte aveva eretto nel 1632 e quella di Po eretta
dal Guarini nel 1676. Si voleva anche abbattere il
Palazzo Madama; lo salvò un’amica del generale
Jourdan; per questo a lei molto dovrà essere perdo
nato. Venne demolita la galleria che metteva in comu
nicazione il Palazzo Madama con la moderna Galleria
d’Armi; rimase invece il così detto padiglione reale,
loggia scoperta che separava la piazza Reale da piazza
Castello e teneva il posto dell’attuale cancellata fatta
eseguire da re Carlo Alberto
su disegni
di Pelagio
Palagi. Questo padiglione bruciò
nel
1811;
nel
1801
fu demolita la
vecchia
torre
del Comune;
ma fu
salvata Soperga che i Francesi
volevano
distruggepe,
come testimone
della loro
sconfitta nel
I706y
Durante la dominazione
francese, le finanze
pub
bliche
e
private
erano in sfacelo e poco
o
punto si
costruì a
Torino. I
buoni torinesi si limitarono a
contemplare nel
*1801,
per pochi giorni, nel giardino
Nazionale (Reale) un
arco
trionfale posticcio in legno
e tela dipinta disegnato dall’architetto Bonsignore,
con
sculture,
di
Giacomo
Spalla,
per celebrare la
festa anniversaria della vittoria di Marengo e la mac
china rappresentante il tempio della Concordia sul
centro di quel padiglione che separava piazzaCastello
da piazza Reale. Unico monumento importante in
Torino
che
ricordi l’impero
è
il ponte in pietra sul
Po. a capo della piazza
Vittorio Veneto. Addì 27
di
cembre del 1807 Napoleone firmò
il
decreto che
V