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I D I V E R T I M E N T I A S S U R D I

Il

"

iin 'it

bisogna spogliarlo ili qualsiasi sottinteso

mi intenzione jtoriatopica. Molti di noi hanno an­

nua presenti le mani legnose del maestro, che pic­

chiando il letii/to col suono di due tavolette ci in-

scultura i /tritai elementi della marcia ritmata. 0 il

girotondo misurato sul tono della canzone, una ne­

nia triste come la voce di una fontana malata, buona

Iter far cadere i piccoli in catalessi. Il vero stano

cominciò (piando sottratto un fucile alla rastrelliera

Iinterna si riempì di allarme un cortile s/tarando

contro /tasseri immaginari. O riuniti in bande sotto

fili immensi ftarafulm ini defili eucalipti ci si imfte­

gliata a scuoterli con tutta la forza delle membra

giovani nell'illusione che fili uccelli cadessero, so­

nori come pigne. Cavalli a dondolo, locomotive

/ter

ferrovie casalinghe, anitroccoli con la voce segre­

gala nello stomaco, tricicli rumorosi e ferrati ci ob­

bligavano a giochi tropjHi strettamente naturali e

logici /ferrile si /totesse dar /tascolo alla fantasia.

Si preferiva il cavallo ridotto all'emblema della

testa, il meccanismo triturato fino ai frantum i delle

La (« i n , caricata la malia M ria* a M ia (rida,

«•lava «caricarla a

tu tt i

I coati

rotelle, l'anitra semplificata di una zam/ta come la

cicogna /ter fingere svaghi im/tossibili con l'aiuto

•li

legni di scopa, legacci da scar/te, di martelli e

•h seghe aggiustatutto. Ma meglio era la sedia am-

multata con una coperta jter simulare la bardatura,

" In latta vuota che celava nella grotta della jtancia

1 l’iù squinternati suoni musicali, per fabbricare col

soccorso di un bastone odoroso di ciliegio, una ca

-

i

(tiratura immobile, o un bastimento che inalberata

In vela di una salvietta avrebbe superalo il mare

l>rtnelloso delle mattonelle della cucina.

Appena scesi frignanti nella piazza in festa, orien­

tati dalla mano perentoria della serva che disponeva

per noi del vistoso capitale di una lira, le giostre

ferme ci a/t/tarvero subito citine scuderie di cavalli

di legno imbiaccali ed immobili. E la nostra gola

canora, allenata agli alti strilli, diede saggi di acuti

planetari quando azionato quel maneggio coll'ac­

compagnamento di una barcarola, vedemmo i cavalli

nell'atto di bezzicarsi come /utili la coda, fiutare

l'aria con occhi spenti e frogi attonite, ed assentire

col dondolìo misurato della testa.

Se fra quel fragore, a cui ftarleciftava la serva in­

fiammata come un tacchino, avessimo jtotulo espri­

mere il nostro desiderio, ci sarebbe piaciuto assi­

derci sul tetto della fisarmonica adagiata sulle gi-

ttocchia del

/torero cieco, sperimentando una virtù

acrobatica su/tenore a quella della scimmietta. 0 na­

scosti tra le pieghe della gonna della nostra accom-

ftagnatrice. divenuta fra la ressa uno spettacolo

ambulante, trasformata in chioccia, obbligarla a

scovarci tra le gambe accoccolati come pulcini.

Trascorsi gli anni, saliti ili statura ’

allentò

la calamita della piazza frastonante. Alle prime av­

visaglie delle luci variopinte, atlagiati i prim i dia­

demi provvisori sulle cervici delle montagne russe,

non si sep/te resistere alla malìa di quegli alletta­

menti. Ma fu una gran delusione tanta gente facile

ad ajtrire il rubinetto del riso. Comitive con le

estremità se/tolte in battelli simili a bagnarole, a

passeggio fra le sjtonde di un lago grande quanto

una s/Mtaccliiera iter giganti, saggiavano in quel­

l'acqua da bicchiere le emozioni motonautiche.

0 coppie assediate in semicupi asciutti, azionati da

antenne che bagnavano il soffitto di spruzzi di scin­

tille, correvano e si urtavano all'im/tazzata su ro­

telle strepitose. 0 scaglionati a scompartimenti sulle

/tale di un mulino in secca, ciondolavano come vec­

chi salendo circolarmente sul dorso di una gran

ruota.

Tutto era preordinato e previsto. E anche il per­

corso del treno fantasma ciabattante dietro una ci­

miniera ridicola, fra itorte, sfioramenti di polpa­

strelli di stiettri e fantasmi artificiali che soffiavano

come gatti era repleto di brividi soltanto se allun­

gando una mano si riusciva a captare la scarica di

una pila elettrica. I

m

gente, caricata la molla del

riso e delle grida, voleva scaricarla a tutti i costi;

e come altre volte una buccia di banana sotto un

piede funzionava da ilare o emozionante pretesto,

così agivano quegli svaghi già saputi a memoria,

dall'esito accertato fino al dettaglio dei m illimetri.

Scoraggiati dalla facilità di quella multipla con­

tentatura. anche i ruggiti dei leoni dal fondo del

pozzo dei muri jiersiani ci giungevano pretensiosi

M