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volontà dura e infrangibile. Il suo volto ha

drl rozzo, ina dall'insieme contadinesco dei

lineamenti traspare un'impronta di tenacia e

di forza. Furono principalmente le sue qualità

direttive e il suo fare imperioso che fecero di

lui uno dei più noti e valorosi capitani di

Facino Cane, il capitano di ventura che guer­

reggiava nei marchesati di Saluzzo e del Mon­

ferrato.

Il

Battistella. in un suo studio critico su

Francesco Bussonc. lo tratteggia sintetica­

mente. in pochi aggettivi: »era forte, astuto,

pieno d'espedienti, audacissimo e possedeva

l'arte di conciliarsi il favore dei compagni .

In seguito, dopo aver preso parte a varie e

fortunate imprese di Facino Cane, alla presa

di Genova, nel 1409. a Casale e in altre città

del Piemonte, il Carmagnola passò ai servigi

di Filippo Maria Visconti, signore di molte

città conquistate dai due capitani di ventura.

A questo punto è noto il suo atteggiamento

e la gran parte che egli ebbe neH'afFermarsi di

questo Duca nel dominio di Milano, dopo l'as­

sassinio del crudele Giovanni Maria da parte

di Facino Cane. Ha inizio allora quel tratto

felice per la carriera del capitano carma-

gnolese. investito dei privilegi più alti da parte

del suo signore, che in una serie di atti im­

prontati a generosa riconoscenza gli prodiga

gli onori più ambiti da ogni cittadino milanese.

Da parte sua il Carmagnola non cessa la >ua

attività generosa in favore del Duca e dà la

stura a un insieme di imprese riuscitissime,

contro i nemici di Milano.

Fra le patenti rilasciate da Filippo Maria in

favore del suo più grande capitano una. in

data 1420. attesta in modo eloquente la stima

che il Duca ormai nutriva per lui.

« L'anno del signore 1420. terza indizione,

giorno di mercoledì, terzo del mese di apri­

le, etc... Abbiamo costituito e creato il rag­

guardevole Consiglier nostro diletto Francesco

detto Carmagnola di Casa Visconti Conte di

Castelnuovo cittadino di questa città di Mi­

lano. et abbiamo stabilito e vogliamo che il

medesimo e i suoi discendenti come anche i

Discendenti de' Discendenti siano immuni ed

esenti da qualunque carico nella stessa ma­

niera che gli altri di nostra stirpe e progenie

de* \isconti... .

Dopo qualche anno di tregua, ricomincia­

rono le lotte contro i genovesi appoggiati dal-

l'Areelli.

Il

breve periodo di guerre con il Doge

Tommaso da Campofregoso di Genova si chiu­

de con vittorie complete del Carmagnola, che

qualche anno dopo conduce una campagna

contro gli Svizzeri, sconfìggendoli a Bellinzona.

Da allora la stella del condottiero comincia

a volgere al tramonto. Inviato a Genova come

governatore, si vede già trascurato nelle fun­

zioni della sua carica c attorniato da nemici

invidiosi della sua fortuna. Fra questi Zanino

Riccio. Guido Torelli, e Oldrado Lampugnago,

accaniti cospiratori della sua rovina, convin­

sero il Duca a privarlo dei principali onori e

privilegi.

Nel 1424 il Carmagnola ritorna nel Piemonte

ove, mentre da un lato offre una somma co­

spicua per l'erezione della chiesa «li S. Ago­

stino in Carmagnola, compera dei poderi per

assicurare al padre suo una serena vecchiaia.

Venuto a colloquio con il Marchese di Sa­

luzzo. Valeriano. è consigliato di offrirsi ai

Veneziani, contro la malignità di Filippo Maria

che lo ha oltraggiato nei suoi diritti, senza

alcun motivo palese. Costituitasi così la fa­

mosa lega tra Firenze, i ducati di Romagna,

Venezia e Amedeo Vili, si iniziò la campagna

con la conquista «li Brescia e alcune fortezze

del Bresciano.

Con la pace conchiusasi per intercessione di

papa Martino V, i Veneziani ottenevano Bre­

scia col suo territorio e il Carmagnola riacqui­

stava il possesso delle proprietà sottrattegli dal

Visconti. La seconda parti* della campagna

segnò il completo trionfo delle armi di questo

esperto condottiero che. nella Battaglia di

Maelodio. sconfisse quattro dei più celebri ge­

nerali del tempo: Angelo della Pergola. Guido

Torelli. Francesco Sforza, Niccolò Piccinino.

La sua generosità nel liberare i prigionieri

milanesi desta però dei sospetti nei veneziani

che da allora cominciano a scrutarlo attenta­

mente in ogni suo passo. Nella seconda fase

della guerra contro il Duca di Milano hanno

inizio le disavventure che tracciano decisa­

mente la sorte del Carmagnola. L'insuccesso

del Castello di Soncino. la sconfìtta di tutta

una flotta veneta sotto i suoi occhi, le inglo­

riose vicende che seguirono tristemente, deter­

minarono l'accusa di tradimento da parte del

Senato, e il 5 maggio 1432 è decapitato sulla

piazzetta di S. Marco.

Questa, in breve, la serie degli avvenimenti

storici di cui Francesco Bussone fu meravi­

glioso interprete, lasciando indubbiamente una

profonda impressione delle sue capacità bel­

liche che lo distinsero in tante battaglie, com­

battute contro tanti nemici.

Nella cittadina che vide tante volte aggirarsi

questo capitano, rimangono solo pochi docu­

menti che abbiano un valore veramente sto­

rico: un trofeo, sulla facciata della chiesa di

S. Agostino con questa iscrizione:

D«*o rxcrcituum rt D. Augu«t...

Manubii* Frano. Bustone ('.artnag.

Ordo populu*qur arre coniato.

il testamento, conservato nel Museo Civico e

un dipinto murale nella chiesa di S. Agostino.