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M adonna dell* pila (affresco)

del tempo. L'affresco di S. Sebastiano, invece,

rivela puerilità del senso artistico, una evi­

dente sproporzione nei personaggi e poea no­

zione di misure anatomiche. Benché non sia

assente una certa tendenza al rilievo, manca

un'anima che possa render v iva ai nostri occhi

l'immagine del santo martirizzato.

Molto più espressiva è. invece, l'ascetica fi­

gura di S. Antonio che appone su uno sfondo

augusto, con un cipiglio venerando e severo

sul candido fiume della capigliatura e della

barba. I suoi occhi penetranti ti fissano in

una silenziosa intimazione alla fede, alla ri­

nuncia dei beni passeggieri del mondo. È

forse uno degli affreschi più preziosi di questa

antica chiesa ed è collocato dentro una cor­

nice. con varie modanature, ed arco a pieno

sesto.

Molto frequente ricorre in S. Agostino la

rappresentazione di Madonne, in affreschi del

"400 e in dipinti dei secoli successivi. La Ma­

donna della Pila, che non ha alcun valore ar­

tistico per i continui restauri, posta entro una

grande cornice in stile barocco del secolo deci-

mosettimo. forse in origine era una delle più

perfette e più pregiate della chiesa carma-

gnolese.

Un altro affresco sgretolato presenta in una

visione più semplice ed espressiva una Ma­

donna con un Bimbo rannicchiato e pensoso

che sembra cessare dall'atto materiale del nu­

trimento per rivolgere la mente a immagini

pure e lontane.

La Madonna ha qualche impronta di serena

bellezza, che va perduta nell'osservare il par­

ticolare delle mani sproporzionate e grosso­

lane.

In un dipinto del Moncalvo, invece, tro­

viamo un'apoteosi della Madonna, assunta in

ciclo fra l'ammirazione reverente degli Apo­

stoli e il giocondo sorriso di rosei angioletti

che le fanno intorno leggiadra corona, con

reminiscenze di sapore raffaelliano.

Un'altra chiesa di Carmagnola che racchiude

qualche pregevole lavoro artistico è la Colle­

giata. che si leva nella sua armoniosa sempli­

cità gotica accanto a un alto e massiccio cam­

panile romanico. I n campanile che per la sua

sagoma caratteristica ci ricorda quello della

chiesa di S. Rocco, in Torino. Insieme a quello

di S. Agostino si innalza sui tetti di Carma­

gnola. conferendole un aspetto tipico di città

antica, e segnando i luoghi ove son custoditi

i più notevoli segni dell'arte locale.

Nell'interno della Collegiata che ostenta or­

namenti e decorazioni sfarzose si trovano al­

cuni affreschi del Gonin e qualche dipinto di

L. Vacca.

Degni d'ammirazione sono alcuni quadri,

tra cui una tavola rappresentante la Ma­

donna col Bambino e due santi in adora­

zione. lavoro di Defendente Ferrari, e una De­

posizione dalla Croce, nella cappella del Sacra­

mento. attribuita al Moncalvo o alla figliuola

di lui. Il pulpito è ricco di rappresentazioni

intarsiate nel legno, di piccole cariatidi che

sorreggono insieme, immaginariamente, i bordi

e il baldacchino del pergamo. Da esso pre­

dicarono il B . Ancina e S. Francesco di Sales

che vi tenne, il 3 maggio 1603. un sermone in

onore della S. Croce.

Il coro ci presenta anche nella sua sfarzo

simmetria un notevole esemplare d'arte se­

centesca. ispirata a tutto uno spunto di clas­

sicismo riprodotto in piccole dimensioni sul

legno.

Uscendo al sole, dopo un breve itinerario

fra quadri, affreschi e navate, la cittadina

appare splendente di primavera, ma di una

primavera antica che trova espressione in

qualche ciuffo d'erba cresciuta fra le calcine

dei vecchi palazzi e le rondini saettanti presso

gli alti e severi campanili.

JANO GUAIMERA