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il Piemonte occidentale. L'arte sua pre-

M-iii It* temleiize «Iella Sentila Vercellese e. in-

•imi jdi cclii tirila proilii/ionc nordica. Dipinse

|trr • più grandi ancone a scomparii e su^cstive

prril llr. n rllr «piali si ammira la \riia episoilico-

nuriativa sempre inesau»ta. Ira la produzione sua.

a««ai mpiosu. le predelle costituiscono appunto una

delle parti più originali r attraenti. Del Defen-

(lenir, «dire le opere della sala Y 16 a lui esclusi-

\ainriitc dedicata, som* «la ammirare le sedici bel­

lissime ta\ol«*ttr

proprietà «lei Duomo di lo*

riim

collocati* n«‘lI ambiente

22. le «piali rap-

prc-eutaim epis«idi «Iella \ila «li San (iri-pino e San

Cri-piuiaiio. nonché i venti stupeiiili pannelli di

«Io-sili rlir fregiami ^1i stalli del prezioso curii del­

l'ex chiesa «li San (remiamo in Biella, capolavoro

unico per il -u«» «jenere. «pii integralmente ricoui-

p«ist«» nel tempio •lotico (N . 51).

Marnilo «I* \lha venne "ia «la ipialriiuo deliuito « il

ma^ior pittore piemontese drl Binascimento m:

•'imli/io attenuatosi in -«••mito, senza però che sia

mai venuto memi il riconoscimento del suo cospicuo

valore. Huel •'indizio dimostra il fàscino esercitai»»

«lai «Iipinti «li lui. potere che tuttora, anche non

preleinlendo a preminenze nel campo regionale, si

«•on-erva intatto. Nessun documento si rintracciò

-lillà -ua vita. (>li storici si limitano a segnare il

periodo «Iella stia attività, indicandolo «laila line «lei

secolo dcrimoipiinto ai primi decenni del decimo-

-e-lo. Nel I32K aveva "ià cessato «li vivere. Del

Marriiio stimi raccolte alla Mostra sceltissime «ipere.

fra pale, ancone, polittici, tavole isolate. e v e inol­

tre mi supposto ritratto, o. a detta «li alcuni. a«l«lirit-

tura

i m i

autoritratto, che hi rappresenta a mezzo lui -

-tu. in età giovanile, etili nella destra un pennello e

nella sinistra una bacchetta «li lejimi o appo^ia-

mano (proprietà: Museo (Civico «li Torino).

(»amini li itti tla Boreto. oriundo di tpie-ta piccola

bordata vicino a (lhera»co (prov inria di (luiieo), cit-

tailino «I*Asti, lavorò quivi e in Alba fra il 1493 e il

l.»!U. dipingendo tavole, predelle e polittici pre^e-

'o li"im i.

l’ir innanzi, due sale ancora sono «leilicate rispetti-

vamente a (raudenzio Terrari e al tt Sodoma >i. (>au-

tlen/io Ferrari, nato a V a llin o la ( Piemonte) verso

il I 17)1. morto a M ilano il 31 “ etmani 1316. fu uno

dei più celebri pittori del siiti tempo ed è m ordalo

altre*i etmie scultore e architetto. Trascorse parte

della prima giovinezza a \arallo . si trasferì poi a

Mil imi: ma mdla -uà protluzitiue si ritrtivano carat­

teri -empre schiettamente pienitintesi. Kjjli eccelle

pei I imponenza «lei disegno, la nobiltà deU*e«pres-

-itiiir. la delicatezza del colore. \ i fu chi lo anno-

' 1• tra i '«‘Ite principali pilt«iri «lei umililo. Altri

-ri -.e che la scrunila «cuoia da lui f«uuiata a Milano

e |ire'soi-|iè defila «li riv a le n a re con quella di Leo-

n ar do.

Klibe parecchi allievi e

s u o

m a^ io r seguace

fu Bernardiuti Lanino. Di (raudenzio Ferrari sono

alla Mostra una trentina di «lipinti. tra cui »li affre-

•'ehi «iella (ralleria di Brera provenienti da Santa

-Maria «Iella Pace in M ilano, la soavissima « Madonna