Table of Contents Table of Contents
Previous Page  1362-1363 / 1981 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 1362-1363 / 1981 Next Page
Page Background

RASSEGN A 1>I P O L I T IC A E S T E R A

R A S S E G N A D I P O L I T I C A IN T E R N A

D O P O I L C O N V E G N O D I M O N A C O

l\ pa««ato poco più ili un mese da «piando il gtivcruo

c«*ki> cavillava »u questo o «u ipiell»» d«*gli J{ punii

«li k arU I •ad. I ornili lati ila lleiu lein ia primavera

sc«»r«a in riven<licazi«ine «lelb* aspirazioni «udetiche.

L acccttazione ili quei punti nini implicava il «li-

stacco ilelle zone ili minoranza teile«ea dal territorio

dello Stalo cerii'lovaeeo. l’oro più d'un mese, dun­

que: eppure quel tempo «euilira ora estremamente

lontano, perché frattanto "li avvenimenti «i sono

susseguiti con «Iraordinaria rapidità, inframmezzati

dall'incuho di una guerra mondiale che tutti sen­

tivano imminente, e che «olo I intervento decisivo

di Mussolini ha dissipato.

!•. avvenuto quello che sembrava incredibile : il d i­

stacco delle regioni «udetiche dalla Ceco-lovacchi i

«enza una guerra. La Cecoslovacchia non avendo

voluto cedere il minimo, ha poi dovuto cedere il

ina«simo: e hi«ogua aggiungere che è merito della

fermezza minacciosa ed irremovibile di H itler, che

non ha esitato neppure davanti all appro««imar«i

della guerra, «e il problema cecoslovacco, di cui

quello sudetico

11011

era che una componente, è

giunto con prontezza ad una soluzione definitiva.

Come la questione etiopica operò una prima chia­

rificazione nei rapporti fra gli Stali europei, iudii-

cendo ciascuno a prendere una posizione netta, che

doveva poi mantenere o mutare scopertamente in

conformità allo «volgersi degli avvenimenti: cosi ora

le vicende della questione cecoslovacca hanno fatto

cadere altre illusioni, hanno sconvolto vecchi rap­

porti. hanno iuqtosto nuovi indirizzi.

È intanto apparso chiaramente che IT .K .S .S . vo­

leva la "iierra per la guerra, col proposito di inter­

venirvi nel modo e momento ad e»«a più op|H»rtuno

per i «noi fini di sovvertimento e di dominio mon­

diale. L'atteggiamento della Russia bolscevica è tale

da parecchi anni, e non ci vuol molto a scorgerlo

ili ogni ge«to della grossolana diplomazia di l.itv inof.

Prova ne «ia. fra le tante, lo «ciocco tentativo in ti­

midatorio «ulla Polonia, che non ha avuto nessun

seguito quando la Polonia ha mostrato di pa»«are

«enza tanti complimenti dalle parole ai fatti. La

manovra doveva servire da incitamento alla Ceco-

•lovacchia a re«i«tere. Ma la resistenza ceca è ve­

nuta meno cogli accordi di Monaco, perchè non più

sostenuta dalla Francia e dall'Inghilterra: e la Ru«-

«ia è «tata zitta, anche «e esclusa dal convegno.

I. atteggiamento ru«s«i ha aperto in Francia molti

occhi che si ostinavano a rimanere chiusi. K proba­

bile che col tempo que«to cambiamento dia i suoi

frutti, ma è troppo presto per fare pronostici.

Intanto la soluzione inaspettatamente pacifica e ra­

dicale della questione cecoslovacca ha provato che

la guerra è meno inevitabile di quanto si creda,

anche «piando I «ira di ri\«*«l**r** priiiomlam«‘iitc i

trattati di pace diventa improrogabile. Specialmente

se la rev i*mne è tentala al di fuori del meccanismo

«Iella Lega «Ielle Nazioni, ormai trascurata «la tutti

meno che da Litviuof. ostinatissimo in «*i«» che «-mie

sua furberia. Ou«*»ta minore inevitabilità «Iella

guerra se fa pre«agire la possibilità «li una limita-

zione degli armamenti, è ancora ben lontana «lai

permettere illusioni «ulla possibilità «lei disarmo.

Per «pianiti paradossale è giusta l'affermazione che

gli accordi di M«inaco sono stali pos«ibiIi grazie al-

I allo gra«lo «li armamento «legli Stati partecipanti

i cui «lue gruppi stavano «li fronte a parità «li forze.

\nche in «piesla circostanza, per «pianto non ancora

preparata esattamente secondo i «noi disegni. l'In ­

ghilterra «i è mostrata pronta a fare la guerra. Non

pace ad «igni c«»-l«». ma neanche guerra per «pia-

lunque motivo. K corrisponde al ver«i una re-

«•«‘iit«* affermazione «li Chamberlain secondi» cui

I Inghilterra è abbastanza forte per mostrarsi ta­

lora acc«m<ii'cendente senza essere accusata di aver

paura. For»e iu questa affermazione è l'indirizzo

che Chamberlain vmd imprimere alla prossima po­

litica estera «lei siiti Impero. Se la pa«'e esige che

le ingiustizie commesse siami riparate, la guerra

pilo essere evitata solo con spontanee c«»ncessi«»ni da

parie «li ««doro che tras*er«i benefizi illeciti dalle

ingiustizie medesime. Chamberlain non ha temuto

«li intaccare il pre«tigi«» inglese contribuendo iu più

d una occasione a cancellare gli errori commessi

dalla politica britannica.

S i i

<pie«ta strada sembra

«l«*ciso a proseguire. e«l è una strada che può por­

tare all inizio di una nuova «*ra nei rapporti fra i

p«»poli. Ma su «piesta strada Chamberlain non è

meno «leciso ad arrestare il suo cammino e a rii’or-

rere alle armi «piauib» di concessione in concessione

si trovasse avviat«» al ricouosciment«» «li «pialche

■univa egemonia in formazione. L'Ingh ilterra d'«»ggi

•embra «aggiamente rassegnata a penlere la sua ege­

monia. ma è decisa a vemlere cara la pr«»pria pelle

se <loves«e sott(»mettersi a«l un'altra. K nessuno po-

trehbe negare la giustizia di questo suo proposito.

Sarà ijiiel che «arà. Per <»ra notiamo il fatto che il

convegno «li M«»naco è una prima applicazione di

quel Patto a Ouattr«» preconizzato da Muss«dini sei

anni fa proprio a «juest'epoca, e non ha s«»ltanto

ri «olio s«illecitamente la «piestione cecoslovac«*a. ma

ha pure immediatamente migli«»rat«» i rapporti

angbi-tedeschi e franco-italiani.

BERNARDO GIOVENALE

P E N S I E R O

Dalle deliberazioni del Consiglio dei M inistri ai di-

«corsi del Duce. daU'attuazione pratica dei fieri

provvedimenti di epurazione «Iella vita italiana dal­

l'infiltrazione giudaica all'attività c«»rporativa in ge-

nere, il mese di settembre è stat«» tutto un susse­

guirsi «li opere «'«istruttive che hanno p«irtat«i nuovi

decisivi contributi alla realizzazione sempre più

pt>rf«‘tta «li quello Stai*» eti«*o fascista che è nel pr«i-

"raiiima «lei G«»verno di Mussolini.

I provvedimenti deliberati dal Consiglio «lei Ministri

investitilo un primo punto, il più urgente e il più

pericoloso, del problema razziale. D ifatti l'imm i­

grazione ebraica. t«*llerata fimtra c«tn estrema hmga-

niinità d all'Italia, si risolveva in un duplice danno,

cioè nell'impiinamento etnico e nel perturbamene»

costante «Iella vita «lei Paese.

Alhintanaiidoli da una terra n«tn Ioni nella «piale

come stranieri erano giunti e «•«tuie tali vivevano,

non «i compie che un att«i logico e necessario. Tanto

più che «lai 1919 in poi — basta ric«tr«lare che in

«pieH'anno «•«in le prime «'risi economiche e sociali

•lei dopoguerra i tentativi «lei bolscevismo ebbero

inizio, — «piasi senza eccezioni gli ebrei scesi iu

Italia flirtimi tutti elementi militanti dell eipiivoco

mondo social-democratico e s«icial-comunista. In se­

guito tutti i fuorusciti ebrei piovuti in Italia vi giun­

gevano esclusivamente pnivenienti «lalle file antina­

zionali di tutti i Paesi che s«d«i per «piest«t li al­

lontanavano.

Dementi dunque ec«in«iniicamenle e politicamente

perniciosi e. sotto tigni aspetto. in«lesi«lerabilissimi.

II provvedimento è perciò e«pi«t e legittinm. In pra­

tica avrà poi benefiche conseguenze. Esso varrà a

sgombrare la vita e le iniziative nazionali dalle in­

debite e insidiose concorrenze di tali stranieri che

valendosi di antipatiche caratteristiche e di subdole

inframmettenze erano riusciti ad accapparrarsi in

vari settori economici immeritate e non sempre

ciliare posizioni di privilegio e di preminenza.

1 prov vedimenti di epurazione pre«lisp«»sti non p«ts-

soiut — «l'altro canto — portare perigliosi contur­

bamenti nel campo «legli affari. La p«ditica razziale

non ha per mèta persecuzioni nemmeno di carat­

tere t*con«»mic«»; e gli ebrei che tentano di compiere

affrettate o|»erazi«mi di trapasso o mascheramenti di

proprietà, di ditte, o di esercizi, compmno un atto

ingiustificato e, in fondo, ai propri danni. Tutt al

più. agend«» così, e>?i stessi potranno provocare quei

E A Z I O N E

pesanti provvedimenti, che essi vorrebbero evitare.

A rendere sempre più chiaro il «piatirò della poii-

tica «bdla famiglia, ha altri provvedimenti, venuti

dal C«tiisiglio «lei M inistri e dal Ministero «Iella

Guerra. Cioè la sbarramento della carriera g«»ver-

naliva ai celibi, la «leterminazione della percentuale

«lei IO % per l'ammissione delle donne ai conc«trsi.

la l'oncessùuie del sussiditi di famiglia (già concesso

ai stili richiamati) anche ai soldati di leva. A ciò

aggiungasi ancora la disposizione mediante la «piale,

a datare dal 16 ott«ihre. è stata decisa la sospensione

dalla funzione di insegnanti nelle scuole di ogni «ir-

«line «* grado. «l«*gli appartenenti alla razza ebraica.

Tale «leliberazionc consentirà alla scuola «li assol-

vere filialmente iu pieno la sua funzione rivoluzio-

naria. Albi stesso fine, in «piesto mese. **.i* >qip«ir-

tune «lirettive di carattere «lenerale — in attesa che

il Gran Consigli»! precisi globalmente la p«tsizione

«l«*gli ebrei nella Nazione dal punto «li vista fascista

— il Regime ha prov ve«lut«i a «lisim'agliare i più

grandi organismi assicurativi «lalle secche giudai«*he,

affidandone la direzione a camerati «li f«*de e di pro­

vata esperienza e. soprattutto, «li «bicumentata pu­

rezza di sangue.

Il M inistm per la Cultura Pupillare, intanto, ha

pure presieduto la prima riunione della Commis­

sione per la bonifica libraria che ha come compito

una revisione totale della pr«»duzi«»ne libraria ita­

liana. per a«leguare anche la nostra cultura all at­

tuale clima politi('o-morale dell Italia Fascista.

Non c'è chi non veda come anche in questo campo

si imponesse una severa «ipera di revisione tendente

a sgiudaizzare ed a purificare la pro«luzi«»ne libraria,

alla quale spetta un altissimo c«»mpito formativo ed

educativo fra ia massa del pop«»]o.

Grazie a «juesti provvedimenti del Regime, deciso

a liberare il Paese da ogni influenza e da ogni ispi-

razùme non aut«»ctone e non fasciste, la cultura ita­

liana riprende finalmente la sua piena libertà, sha-

razzandosi in

i i i

«

h

I«»

definitivo «la ogni elemento

estraneo alla sua tradizione. Ed al fine di potenziare

il consolidamento di questa nuova cultura italiana,

som» state impartite — oltre che a tutti gli organismi

culturali del Regime — precise disposizioni anche

ai G. U. F. circa l'attività da svolgere in «juesto

campo. Infatti. S. E. il Segretario del Partito

ha as­

segnato, quali argomenti sui quali improntare

la

preparazione dei Fascisti Universitari per i Litto-

V