

L ’ A U T O C A M P E G G I O D I H E I I A
M
e i n a .
la città di tende che è vissuta dal
1° al 16 agosto sulle rive del Lago Mag
giore. ha costituito argomento di ammirata
curiosità ai giornali di tutta l'Europa. Dal
punto di vista turistico ha segnato un avve
nimento. Sarebbe questo un motivo di già
per sè sufficiente per occuparcene sulle pagine
di questa rivista che, per la sua stessa fun
zione, è attentissima alle questioni che al tu
rismo si connettono. Ma c*è anche un altro
motivo. L'autocampeggio di Meina deve essere
considerato come un capolavoro di organizza
zione torinese. Mettiamo dunque nel debito
risalto questa circostanza, nel rievocare taluni
degli aspetti, pittoreschi e caratteristici, della
vita che si è svolta nella eccezionale città di
tela.
— È delizioso vivere sotto la tenda.
Provate a fare questa esclamazione e con
staterete. nove volte su dieci, che una smorfia
più o meno percettibile di incredulità appa
rirà sul volto del vostro interlocutore, anche
>e questi è persona rotta agli imprevisti, alle
avventure, alla vita scomoda. Il tatto è che il
pensiero della vita sotto la tenda, alla mente
di chi Pha provata, evoca idee di lunghe pas
seggiate obbligatorie, con la compagnia di un
secchiello pieno di acqua, l’ alternativa scon
certante di scegliere fra una località pittoresca
e attraente ma lontana dai negozi, e una loca
lità vicina ai vantaggi della civiltà ma afflitta
dagli inconvenienti che si accompagnano a tali
vantaggi. E richiama alla mente il pensiero di
fuochi che non attecchiscono, di un bagno de
siderato ma non ottenibile, e infine della man
canza di una di quelle tante piccole comodità
che, a tratto a tratto, anche quando si fa
professione temporanea di rinunce, balzano
prepotentemente dal fondo dei ricordi per ap
parire del tutto indispensabili. La verità è che
l’uomo novecento accetta di fare una vita di
sacrifici a patto di......essere circondato da tutte
le comodità.
Non si dica che questo è un paradosso. Basta
essere stati a Meina per convincersi che può
tradursi in esattissima verità. Capitai nella me
tropoli di tela quando l’inaugurazione era stata
fatta da alcuni giorni, e il dott. Bergera, l’in
stancabile direttore del campeggio, accoglien
domi, mi diede un consiglio preliminare: