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RASSEGNA DI POLITICA INTERNA

POTENZA DELL’ITALIA FASCISTA

La eco suscitata in tutto il mondo dal martellante

discorso pronunciato dal Duce al Senato il 30 marzo

sul bilancio delle Forze Armate, ha riaffermato in

modo inequivocabile la potenza bellica ilell'ltalia

Fascista.

L'esercito italiano — Punico che dalla guerra mon­

diale ad oggi abbia potuto fare l'esperienza di una

guerra vissuta e vinta unitamente alla partecipa­

zione, attraverso contingenti volontari, ad un'altra

guerra a carattere ormai classicamente europeo —

è provato nei capi, negli uomini e nei mezzi, per

sostenere qualunque evenienza. Le forze di terra,

di mare e di cielo, totalitariamente inquadrate,

agili nei loro organici e temibilissime per il loro

alto spirito guerriero e la potenza dei mezzi bellici,

«anno già fin d'ora con certezza che in caso di guerra

il comando unico, politico e strategico, sarà assunto

personalmente dal Capo del Governo. È tutto un

popolo in armi, sono nove milioni di combattenti

mobilitabili — dei quali cinque sulle prime linee

— pronti a rintuzzare con le armi qualunque offesa

al prestigio ed agli interessi italiani, eil è logico

che questo popolo, già abituato a lavorare discipli­

natamente in tempo di pace agli ordini del Duce,

sappia già oggi che chi lo condurrà all'assalto oltre

le frontiere sarà sempre Colui che da sedici anni

lo guida. A consacrare ufficialmente la realtà effet­

t i a di questo comando supremo di tutta la potenza

militare della Nazione — comando che non smi­

nuisce per nulla il valore e la capacità professionale

dei tecnici della guerra, ma rafforza l'insostituibile

autorità morale del Capo — le due Camere hanno,

ron squisito spirito rivoluzionario, immediatamente

votata una legge con la quale è stato istituito il nuovo

titolo di Primo Maresciallo dell'impero. Esso è stato

conferito al Re Imperatore e al Duce. Così, oltre

a risolvere il tanto discusso problema del comando

unico, si è dato ufficialmente quel

frodo

supremo,

die nettamente sovrasta a

tutti

gli

altri anche

altis­

simi, al

Duce che di fatto già ricopriva i massimi

incarichi

direttivi

al vertice della gerarchia militare.

La

nostra potenza

bellica,

cosi fortemente sottoli­

neata dal discorso del Duce, aveva già avuto una

prima

chiara illustrazione nelle relazioni fatte alla

Camera dai Sottosegretari ai tre Dicasteri militari.

Di queste relazioni vanno particolarmente notate le

affermazioni ilei (venerale Pariani riguardo all'effi­

cienza delle scuole militari e dei reggimenti-scuola,

l'importanza assunta dalla G.I.L. per la prepara­

zione premilitare e lo sforzo dell'Amministrazione

della Guerra per studiare una sempre più ampia

utilizzazione ilei prodotti nazionali in \ista del con­

corso ila apportare alla battaglia per l'autarchia.

S. E. Cavagnari ha esaltato la coscienza marinara

della nostra gioventù ed ha detto come, grazie ai

provvedimenti in corso, nel 1941 la nostra marina

da guerra avrà una forza di 700 mila tonnellate.

Inoltre, secondo quanto affermò il Duce,

o

di guerra le nostre più grosse navi da battaglia non

staranno, come è norma generale, ferme nei porti,

ma lotteranno anch'esse in mare aperto. Intanto,

particolare che ci riempie di fierezza, la nostra

flotta subacquea è la maggiore oggi esistente e per

mollo tempo sarà difficile anche poterla uguagliare.

La supremazia dell'ala tricolore — fatta di perfe­

zione tecnica, ili potenza di macchine, di perizia e

disciplina di aviatori, di altissimo spirito di sacri­

ficio dei piloti — non conosce uguali nel mondo,

sia per quanto si riferisce all'ardimento guerriero,

come nell'agone sportivo.

Quasi nella stessa ora in cui il Duce esaltava la

forza dell'aviazione fascista. Stoppani e Gorini ri­

conquistavano all'Italia otto primati internazionali

di velocità per idrovolanti.

Il rafforzamento tecnico-militare, però, è solo un

elemento parziale nella politica italiana degli ar­

mamenti. Il Fascismo ha saputo attuare un'impo­

nente mobilitazione anche di tutte le energie ma­

teriali e spirituali della Nazione, ottenendo una ra­

dicale trasformazione degli Italiani e dando un

nuovo volto a tutta la struttura politica ed econo­

mica dello Stato.

Tale opera grandiosa è emersa chiaramente dalle

quattro riunioni tenute dal Gran Consiglio del Fa*

seismo e dalle relazioni dei vari Ministri e Sottose­

gretari alla Camera ed al Senato, in questo mese

che possiamo definire « storico » non solo perchè

già consacrato dal glorioso annuale della fondazione