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tutti» nella fase industriale del secolo successivo, si

colleglli allo sviluppo industriale della regione e all'ill-

tefferente intervento di molteplici fattori. La stessa

decadenza della nobiliare sii cui già ci >iaino soffer­

mati, la trasformazione ilei beni feudali in allodiali,

cotanto combattuta ila alcuni pubblicisti del 'T

imi

, tra

i «piali il Domandi delle Mallèrc fj). l'avvento di

una industria clic trovava le >uc ragioni di conve-

nietiza naturale (in scuso storicisti«-«») noti solo nelle

condizioni «•sterne del distretto, ma altresì nella pre­

senza di una mano d'opera specializzata, le difficoltà

sempre maggiori nelle quali «adderò le vecchie classi

rurali. spe«-ialmcntc in seguito ai disastri monetari

«‘ finanziari della tine ilei 'Tuo e dal periodo napoleo­

nico. tutto contribuì a cicale una nuova classe di

lavoratori agricoli i ipiali accomunavano il lavoro dei

campi con «pieliti «Iella fabbrica.

Il

ipial«* fenomeno non è estraneo alla formazione

del nostro medio ceto. 1 processo sempre pili cv ideiite

di rotazione delle «-lassi ha favorito non solo un movi-

mento di circolazione della proprietà fondiaria, ma

lia generato altresì una vasta democrazia rurale carat­

terizzata da sempre pili larga partecipazione dei conta­

dini alla pùeola proprietà terriera, alla cui tutela do­

vrà poi provvedere il Kcgitne, il «piale veniva iu tal

modo a dare nuovo consolid;uu«-iito a «pi«*sti medi

ceti. Il «piale fenomeno non 'i è limitato alla zona

prealpina sopra considerata, ma >i è esteso anche

neU'Fmilia, nelle Puglie. nella Sit-ilia non meno clic

nelle March**, ove il contattino, nuovo piccolo pro­

prietario. accomunava la «lupin e funzione «li proprie­

tario del nuovo fondo concesso a mezzadria, coll

«piella di mezzadro ddl'antico podere. Altrove i

minuscoli proprietari prec«‘«leiitfinente ricordati,

sono obbligati a chiedere lavoro ad una minoranza

di metli «* granili proprietari. In tal

iiiim

I

o

si verificava

un'ascesa «Iella classe contadincsca aff<*zi«iuatissima

alla terra verso i ceti clic potremo chiamare medi .

così per amori* di distinzione, senza che apparente

mente >i modificassero le «*oiidizioiii «lei preccdcllt**

«■«piilibrio.

Larga presenza «li ceti medi proprietari di terreni

lasciati a niezza«lria troviamo in Toscana e indl'Cm-

bria mentre nelle Marcile la ripartizione «lei suolo è

niaggiorim-nte frazionata. Fattori politico-social' han­

no contribuito airint«*nsiticarsi della t«*ml«*n/a «Iella

piccola proprietà coltivatrice n«*l «lop«iguerra (.'!). I

relisimi iiti della popolazione ci dimostrano assai tiene

il fenomem». «lai «piale risulta che la p«*rc«*ntuale d«*gli

agri» «litoti «iiiidiicenti i terreni propri. r«*lativ amente

al numero compl«*ssivo degli agricoltori isecondo la

classiti) azione «Iella |Mipolazion«* di «-ta sU|M*ri«ir«* ai

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*. Torino.

«licci anni distinta per professioni*), è aumentata dal

nel 11*11 al .'VJ.'hì p«*r cento nel liflfl. Collii

censimento «1«*1 lu ti tale percentuale è ancora au

meiitata del !•

(I). Il «piale fenomeno fu, «mot

giustamente rileva il (inizio, favorito dal perioilo di

alti prezzi «lei beni agricoli. csscinUisi verificati i

trasferimenti «li proprietà specialmente negli anni

intercorrenti fra il P.LMi-lM «■

«pianilo antichi

proprietari si liberavano, date le comliziotii nuove

«Ielle «•coiioinic. i disastri monetari «• finanziari del

dopoguerra, da i>«*ui clic stavano per diventare un

peso «• una preoccupaziom*. (Questa rotazione ci pai»

«piiinli assai rilevante ai tini di «pu*sfc imstr«* conside­

razioni sulla formazione «*d evidiizioiie di medi ceti

agricoli; i «piali «livcntaiuhi proprietari sopportano

i pesi «Iella proprietà meglio «li tanta g«‘iil«* fino a

ieri l«*gata al fomiti, ma oggi noli pi ii disposta a sop­

portarne i fastidi e ir|j incoinotli.

F. anche là ove esiste e predomina la granile pro­

prietà «li origine nobiliare, come nell'Italia centrale

e meridionale, nelle Puglie, india Lucania, nella Ca­

labria. nella Sicilia, coesistono forme «li piccola pro­

prietà colii\Mirice o comumpic frazionata «piantiti le

condizioni climatiche, fisiche, tecniche <l«*l suolo favo­

riscono infenso .sfruttamento «lei t«*rr«*no.

Piccola proprietà coltivatrice la «piale vanta una

grande importanza da noi. in «pianto i coltivatori

«lir«*tfi, piccoli proprietari <• piccoli aflit tua ri. rappre­

sentano, come numero, un valori* sociale considere­

volissimo. Infatti tre milioni e trccentomila aziende

circa (su I milioni «• cento treiitasei mila censite)

goiloiio «li una superficie inferiore a cinque ettari.

I coltivatori «tiretti gestiscono ipiimli — ricorda

l'On. I sai. Presidente della F«*d«*razioiu* Nazionale

Coltivatori Diretti — il 7>.r»7 «Ielle imprese (aziende.')

agricole italiane. F la piccola proprietà colf ivatrii c

è dall'inizio di questo secolo ail oggi ili crescendo

continuo anche s«> |«* condizioni non stimi sciupìi*

ottime.

Particolarmente caratt<*ristii-o il Regime «Iella Sa r­

di-glia «iv «• per ragioni storiche in seguito alla legge

«lei

ISl’O

sull** fliill<lcll<lf si

vt-rifico, e

persistette poi,

un grande frazionamento della proprietà prevalente­

mente povera «-i cui soggetti ilei iliritto rappresentano

la borghesia rurale priva tpiasi ili capitali mobiliari,

ai contrario «li «pianto aw iene in altre regioni italiane

più «entrali, ove

i

proprietari fondiari che

spesso

risiedono

assai lontano «lai propri fondi, rappresentano

altresì

l'espressione

dì <|iiclle

classi

assai danarose per

vetusta tradizione e non prive ili ulteriore capacità

«li investimento in impieghi mobiliari.

ANTONIO FOSSATI

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