Table of Contents Table of Contents
Previous Page  371 / 1981 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 371 / 1981 Next Page
Page Background

A (etto In Mtrmzxa

tr;iila «li niomenli in m i l'ispira­

zione è fnr/ala e perciò fredda e ur­

lili insa.

Mi riferisco a«l una serie ili pac-

•a^i

generalmente tifila collina

di Lanzo — in fili I’

um

» ilfI verde

è diventalo nn abuso e la -ita ino-

nolonia non è spezzata neppure

dagli intensissimi tetti

rossi

di

soli-

lane rase Inaurile, scliiarciate dal­

l'abbraccio delle rolline. Qui al-

l i'pirazione è sottentrato il gusto ili

abbandonarsi ail una imitazione

jmssiia

della natura eil i colori stessi

•tino diventati immollili superfici di

colore, non armonie elle rivelano una

\ila racchiusa od una poesia di attimi.

I n innegabile predio hanno invece

alcuni paesani d'amhientazioiie sa­

vonese. specialmente quello del

«

l ’orto ili Smonti

».

Ili

questo qua­

dro. rerte

riflessioni

di Iure che

hanno come un efTetto ili ceramica,

mi fanno veramente pensare alla

pittura tifali artisti li«airi.

Si tratta però di riferimenti acciden­

tali in cui non e dato ancora di per­

cepire una derivazione. Dove invece si potrebbe

insistere con qualche fondamento siiI piano delle

derivazioni, è sulle nebbiose marine della Boswell

non si dimentichi l'origine inglese della pittrice

e sui suoi «oli quasi bianchi, come occhieggiatiti

al di là d'una trasparenza irreale: qui c'è un indi-

•attillile ricordo della smagata soavità che riempie

d'ingenua purezza le tele di Nicola (Calante.

l a seconda delle due osservazioni di cui si disse

prima, riguarda i quadri di figura. Sulla natura di

questi quadri non è necessario fare un discorso

particolareggiato. La Boswell. nella figura, risente

ancora troppo della scuola di Casorati; si potrebbe

«lire che

reile

la figura con gli occhi «li Casorati,

tanto ne ha assimilata la tecnica e la concezione

architettonica.

IVr adesso, l'unica eccezione è in un piccolo «

R i­

tratto ili himhon

veramente vivo, in cui taluni toni

di pallidissimo viola, hanno armonizzato con un

immediato effetto di movimento, quasi di respiro,

il rubino delle scarpette adagiate su una va|»orosa

tinta di bianco. In questo quadretto r'è quella ma­

gica compenetrazione di colori che non è soltanto

una realizzata eleganza espressiva, ma una vera

conquista di arte.

Questo magico gioco cromatico si rivela anche in

qualcuno dei numerosi

interni

— mi riferisco spe­

cialmente a «

II mio stmlio

» — a cui la pittrice è

portata da particolare amore. Tuttavia su questi

interni sarebbe opportuna una fatica di selezione

in quanto alcuni sono freddissimi e senza alcuna

risonanza di ordine tecnico o spirituale; in realtà

questi nuocciono al complesso delle altre opere in

quanto, tra le altre opere, finiscono di avere una

funzione meramente riempitiva con un cattivo e f­

fetto di retorica decoratoria. Su questo piano di

critica sono da porre più d'uno degli interni della

Boswell in cui la rappresentazione è glaciale e senza

guizzo vivificatore; in cui la stessa composizione è

spesso ingenua e viene a perdere ogni sua forza

nella recezione accurata d'ogni particolare, come

avviene in certe elementari esercitazioni di pittura

scolastica.

GIULIANO UNIRÒ

4

1