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bUK PITTORI TORINESI SCOMPARSI

CARLO FOLLINI E GIOVANNI GIANI

III

questi ultimi mesi la famiglia degli artisti tori-

n«-'i ha subito gravi perdite. Dopo l'illustre maestro

Giacomo («rosso sono scomparsi darlo Pollini e Gio-

vanni Giani. Fra l'arte «lei primo e quella dei se­

condi non vi è possibilità di raffronto. Follini e

Giani avevano concezioni e tecnica espressiva asso­

lutamente diversa ma non per questo meno apprez­

zabili. ed il vuoto che essi lasciano non sarà facil­

mente colmato. Restano di entrambi le opere più

!>i<:nificative a testimoniare la nobiltà del loro spi­

rito e dei loro intenti.

Allievo di Fontanesi.

darlo Follini è morto a 90 anni. Tempra di instan­

cabile lavoratore ha dipinto (ino all'ultimo giorno.

Kirnrdiamo di averlo veduto lo scorso anno ancor

vegeto e sano al Circolo degli Artisti dove fra le

opere di limiti pittori si trovava anche uno di quei

m i

oi inconfondibili paesaggi con vasti cieli e nu­

vole che il vento scompiglia. Nelle stesse sale, nel

m * .

era stata ordinata una sua Mostra personale

die poteva considerarsi, sia pur incompletamente,

una visione panoramica dell'opera sua, durante

tutta la vita. Il visitatore poteva farsi un'idea dello

sforzo continuo, ininterrotto di questo artista che

aveva un suo grande ideale di bellezza da raggiun­

gere.

Fra allievo del Fontanesi ed alla memoria del grande

Maestro aveva votato un culto al quale rimase sem­

pre fedele. Questo vecchio artista, aitante della per­

sona. robusto come una quercia, assumeva attitu­

dini ed accenti da scolaro allorché parlava del

grande Maestro. Tutto ciò che il celebre paesista

aveva fatto, tutto ciò che gli aveva detto, era ri-

masto indelebile nella sua memoria e lo ripeteva

a

coloro

che andavano

a

trovarlo in quella

sua stanza

di via San

Massimo, dove dipingeva

e

dove dor­

miva. Egli

non si concedeva il lusso di uno studio.

«

Il

mio studio — soleva dire

— è

fuori, nella strada,

nei

campi, in riva al mare, sui monti, dovunque la

natura si mostra senza infingimenti.

Qui solo

e ripeteva allora le parole del Fontanesi —

si può

sentirne, jtenetrarne lo spirito. Chi si accontenta di

una osservazione sufterfidale, non può fare del’

l'arte!

». Ed un'altra massima del Maestro ripeteva

sempre a chi esaminava i suoi dipinti : «

Bisogna

evitare le tonalità violacee, il Fontanesi non le tol­

lerava

».

Agli amici, agli intimi, mostrava quelli che egli

chiamava gli appunti per i suoi « articoli », ed apriva

le cartelle dove si raccoglievano le impressioni fatte

durante le sue continue peregrinazioni. Impressioni,

di colore, di vita, di movimento. Abbozzi di pae­

saggi d'ogni genere, con chiazze di sole al ’

»nte

e zone d'ombra di grande trasparenza, oppure di

tonalità d'un grigio che comprendeva tutta la vasta

gamma dei toni minori; ed una miriade di figurine

sorprese dovunque, in atto di camminare, di parlare,

di correre. Follini teneva sempre in tasca la matita e

il blocchetto di carta per esser pronto in qualunque

momento a schizzare fìgurette o gruppi che attira­

vano la sua attenzione. Tutta la sua opera era sem­

pre pervasa da una grande onestà, da quella no­

biltà di spirito, da quella elegante signorilità che

faceva distinguere un suo dipinto fra mille altri.

V'era poi un'altra cartella considerata come il

Sancta Sanctorum.

Quella non l'apriva che in par­

ticolari occasioni: conteneva disegni, abbozzi, ac­

queforti di Fontanesi. Un tempo quella cartella era

rigonfia ma regala uno schizzo oggi, un disegno do­

mani, in questi ultimi anni era diventata esile esile.

Il

buon Follini non sapeva rifiutar nulla a chi an­

dava a ricordargli il suo grande Maestro, del quale

teneva appesa nella sua stanza, come una reliquia,

una sbiadita fotografia.

Fino all'ultimo Carlo Follini ha dipinto con la

stessa passione che lo indusse giovanissimo a la­

sciare la camera militare per imprendere l'aspra

strada dell'arte. Iniaiò come autodidatta poi fu tra

i più cari allievi del Fontanesi. Era addirittura de­

lizioso sentirlo narrare l'impressione da lui ripor