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CINEMATOGRAFO

Presentarione di molte novità straniere

durante il mese, assortite nei generi; con

in prevalenza film eli produzione media.

Significativi alcuni film di produzione

italiana.

Con II Contedi Brecharddi M. Bonnard,

tratto dal dramma omonimo di G. For­

zano, siamo ancora ai modi ed alle forine

del teatro filmato che ha nel produttore

di Tirrenia uno dei più impavidi e fedeli

sostenitori. II soggetto «lei Forzano, vi­

vace di movimento e denso di tinte dram­

matiche, però si presta ad un acuto rilievo

cinematografico in cui gli episodi «lei

dramma si staccano con precisione ed

evidenza. A questi effetti concorrono la

cornice degli scenari vasti e coloriti, un’in­

terpretazione calzante e risentita, il pit­

toresco degli ambienti e dei costumi.

Amedeo Nazzari disegna un conte di

Brechard di giusto tono, aitante e virile.

Luisa Ferida, una delle attrici più sin­

golari degli ultimi reclutamenti, affina

in questa circostanza le sue doti di sensi­

bilità e di espressione. Ugo Cesèri, ameno

e divertente nella parte «li Perrault ci dà

una delle sue interpretazioni più marcate

ed efficaci. Perfettamente in forma anche

gli altri interpreti: il Mari, il Tamberlani,

la Donati, la Lattanzi. il Migliati. Splen­

dente la fotografia di Yich. La regìa è

accurata <• puntuale. Una sceneggiatura

più agile e scamita e meno aderente al

tesiu del dramma avrebbe di sicuro dato

al lavoro una maggiore scioltezza.

Chi è più Ielice di tne? di S. Brignone: il

film è impostato come i tre quarti dei

film musicali sulla figura e sulla voce del

protagonista, in questo caso Tito Schipa.

Il celebre tenore Tito Mauro correndo

velocemente con la sua automobile in­

veste e ferisce gravemente un bambino.

Questo increscioso incidente gli dà adito

di conoscere il padre del piccolo, un artista

di varietà, ed una sua graziosa presunta

figliola che lo colpisce subito e con la

quale simpatizza. La ragazza per dimo­

strargli che contraccambia i suoi senti­

menti va a trovare parecchie volte a casa

il tenore. Siamo cosi in pieno idillio. Ma

un giorno lei riceve inaspettatamente una

lettera in cui il tenore l’avverte che per

impegni professionali egli sta per imbar­

carsi

j k t

l’America. Fgli ritorna dopo

qualche anno e ritrova la ragazza che

intanto ha salito parecchi gradini della

scala della celebrità. L'incontro non po­

trebbe* essere più patetico, anche perchè

si ha la sorpresa di scoprire che lei ha

un tìglio, frutto delle visite non platoniche

allo studio del tenore. Egli non ha diffi­

coltà a riconoscersi padre, e sensibile e

galantuomo come regolarizza la situa­

zione. Questa trama di pretta intonazione

melodrammatica non presenta eccessiva

novità di svilupi» e di situazioni. Tito

Schipa canta a varie riprese con il suo

consueto impeto e maestria. La Boratto

rivela una voce piana e gradevole. Altri

interpreti sono: M. Jacobini. M. Dominia-

ni, F. Coop.

Il Pietro Mtcca di A. Vergano, tratto

dal romanzo del Gramcgna <I dragoni

azzurri ». è uno dei film di maggiore im­

pegno della nostra recente produzione.

Questa folta e densa materia che com­

prende oltre l'episodio centrale di Pietro

Micca gli avvenimenti e i casi più salienti

dell'epoca, è rielaborata e composta con

un vivace senso della realtà storica e con

una fedeltà ambientale armoniosa e pit­

toresca. A questi risultati ha contribuito

il largo impiego di masse addestrate,

tratte da reparti deH’esercito, la cura

degli inscenatori dal gusto scaltrito e si­

curo (Cremona, Levi, Mollino), la pun­

tuale e scrupolosa sceneggiatura. La regia

è attenta e colorita senza forzature, intel­

ligente senza virtuosismi. Adeguata ed

aderente l'interpretazione sopratutto da

parte di Mino Doro che dà in questa occa-

zione il miglior saggiodelle sue possibilità.

Egli ha accanto il Cialente, il Pilotto, il

Celano, misurati e a posto l’Angeri e la

Camarda, nuovi «agli schermi, ed altri

ancora. Bella la fotografia di Ugo l-om-

bardi. Il maestro Ghediar ha composto

un commento musicale di prim'ordine,

che sottolinea acutamente le varie fasi

della vicenda e rinforza il ritmo del film.

Carmi di ballo di J. Duvivier è un film

singolare per impostazione e struttura da

segnare all'attivo di questo complesso e

sensibilissimo artista. Cristina, una gio­

vane donna «la poco rimasta vedova di

un marito che non ha mai amato e che

ha sposato per convenienza, in una sera

d'autunno con la guida di un vecchio

carnet di tulio rievoca il suo lontano

{tassato. Come in un rapido caleidoscopio

sorgono dalla nebbia degli anni e le pas­

sano dinanzi agli occhi della mente gli

uomini che lei ebbe attorno durante il

suo primo ingresso alla vita mondana. E

questa visione le pare talmente esaltante e

mirifica che lei si propone di rintracciarli.

Ma la ricerca è deprimente e delusiva:

la vita ha costretto molti di cjuesti pro­

tagonisti a banali e comuni compromessi.

E lei se ne angustia e ne soffre fino alla

inopinata pacificazione conclusiva. La

trama ilei lavoro è ridotta ad un tenue e

labile filo; gli episodi si inseriscono e si

compongono come le pietruzze di un mo­

saico. Ne deriva un'impressione di fram­

mentarietà ed a volte di squilibrio, ed

un segno vagamente letterario strana­

mente contrastante con la logica serrata

e dinamica a cui ci ha abituati molto

cinematografo. Però è appunto questo

modo insolito e nuovo, per lo più sor­

vegliato da un gusto scaltrito ed attento,

che costituisce La maggiore attrattiva del

film. Protagonista è .Vane Bell. Le stanno

accanto un complesso di artisti di primo

ordine: F. Rosay. P. Blanchard. Femandel.

Raimu, Baur, Jouvet.

Yoshiwara

di M. Ophuls, tratto dal ro­

manzo omonimo di M. Dekobra, in quanto

a tema è una specie di variante della

« Butterflv ». Una giapponesina. causa i

disagi finanziari della famiglia è costretta,

dopo la morte del padre, a trovare una

redditizia occupazione in una casa di

gheise. Di lei s'invaghisce un giovane

ufficiale russo che l'ha scovata durante

un sopraluogo nel famoso quartiere. E

sensibile alla di lei sorte e risoluto a cam­

biarla la libera dai focosi assedi degli

altri pretendenti pagando una forte som­

ma. Basta un episodio di questo genere

per far nascere fra i due una vera e

propria passione. L'ufficiale rimasto a

terra eoa l’incarico di una missione se