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« I

noi?

»

Om.ita volta deve assecondare Brunetto e, dietro il tra­

mezzo.

scorge una boccheggiante compagnia stravacata

sull, panche attorno a un bracere di mozziconi, ma non

accetta

vino. Solo sigarette. Eccone una scatola. Un po'

di

vita

: poi niente dormire, ma chi pensa al poi? Fumiamo.

«Di'. Berto, sistemati ».

«C'è posto vicino a te, Margherita? >•

Margherita apre gli occhi e gli fa cenno di sì. Tutti sono

in silenzio ma con mezzi sorrisi ebeti che tradiscono la

loro vera natura. Fumuno e posano la cenere dove capita.

(Jualcuno propone: « Una grappa? Un vino brulé? »

E iti breve: « Sei vini brulé. Simone! >» (Simone dorme).

Simone! Simone! » IBattono colpi alla porta del custode).

Ettori tutti, perdio! Svegliamo le ragazze. Prendiamole

a schiaffi ».

Hrunettu balza sulle fondure incretinite che fugqono;

Ir insegue vociferando seguito da Berto che si smascella

amaro.

Filicina si sforza di ridere, correndo impacciata intorno

alla tavola. .Malù sollevata a braccia snocciola ridendo

frasette convenzionali che fanno cascare le braccia. Ride

in un rnoilo che annienta. f\al disopra o al disotto della

nostra drammatica inquietudine. Brunetto prende a schiaffi

Leontina, ftergioco. Simone balza fuori dal suo nascondiglio.

Che succede? »

Aon vogliamo dormire, sia bravo Simone. sei vini

brulé.

I

olete bistecche?»

Leontina e Margherita si avventano come arpie su

Brunetto che le ha schiaffeggiate. « Aiuto, m'ammazzano! »

Sirnone ride con aria idiota e assonnata. « Devo fare le

bistecche? »

Voi andiamo a dormire ». fanno le ragazze.

Buona notte! »

Felicina e Malù bisogna lasciarle andare.

illora quattro bistecche •>.

Dei rimasti ull'infuori di I ittoria. Nella, Aldo che conti­

nuano a dormire avendo apftena dato segno di vita nel

momento degli schiaffi, non solo Brunetto e Berto ma anche

Leontina. anche Margherita, sono ragazze sensibili verso

le ijuali Brunetto ora prova una mezza compassione, a

reiUrie così vittime.

(Simone batte la carne di là in cucina).

Certi incitamenti di Brunetto, per chi sta dietro il tra­

mi zzo. non fanno certo /tensore che Leontina gli tormenti

le dita con uno schiaccianoci con una furia tanto signifi­

cativa.

Irritano i bicchieri Juntanti e sanguinanti. Dopo aver

incollato il suo in due sorsi Berto si reca in cucina, dorè

scorce le bistecche ancora sul tagliere.

Entrando nel dormitorio gli apparvero i compagni, le

compagne, addormentate nelle cuccette in preda a una sorda

eJulale dominazione. ! visi non sono sereni. Alcuni sospi­

rano o fanne gesti inquieti. Cerci una tana dove cacciarsi

a dormire e vi si butti com'era. Dopo un po' di torpore

s'accorse che uno spiffero d'aria lo pungeva in un fianco.

Tappò la fessura con un lembo della caperla, si giri dal­

l'altra e, naturalmente senza accorgertene, si addormenti.

M. QUATTORDICI

RIVA DI FIUME

Omnia /lumina intrant in mare ... tul locum

m u le r x e u n t ,... re re rtu n tu r , u t ite ru m flu a n i.

(E

ctle

., I, 7).

A

ttraversato il ponte — ei sono pur sempre quell»*

brutte statue ai lati estremi d'ognuno dei due

parapetti — si entra subito nel parco dove sono nume­

rosi gli alti alberi. Tra gli alberi ci sono come sparse

a caso — ma in realtà ogni cosa è disposta con molto

studio — certe aiuole fiorite per buona parte dell'anno.

Il passaggio più visibile è proprio dietro il cerchio

della seconda aiuola, sulla destra del rialzo; di qui,

scendendo poche scale, una dozzina al massimo, si ar­

riva subito ai piedi del fiume. Stando sulla banchina si

possono vedere quasi tutti gli imbarcaderi che sono sul­

le due rive; le loro insegne sono discretamente vistose

ed alcune hanno un sapore leggermente esotico per

via di quel provincialismo che le grandi città hanno

in comune coi più minuti e dispersi paesi; credo però

che i proprietari siano tutti buona gente, certo ognun»»

— d'altronde è naturale — ba»l . ai proprii affari.

Davanti a questi imbarcaderi, nei tempi della pri­

mavera fino all'autunno, c’è sempre molta biancheria

stesa a»l asciugare: si tratta per lo più di grosse len­

zuola di tela o di asciugatoi ampi di spugna;

t

questa roba, opponendosi al sole come un muro, pro­

duce vaste ombre; qui si riparano nei brevi momenti

di riposo U*ragazze che sono addette agli imbarcaderi:

sono generalmente vestite con colori vistosi, rotti da

un grembiule bianco, ma hanno le gambe nude, e

la ragione «li questa particolarità si capisce facil­

mente se si pensa che sovente devono entrare nel­

l'acqua per aiutare qualche inesperto vogatore ad

ormeggiare; qualcuna ogni tanto canticchia; allora

nell'aria si sparge una volontà di cose caste e tutte

le cose diventano serene come in certe aspre giornate

di marzo quando bastano poche ore di tramontana

per liberare il cielo coperto «la più giorni: e la stessa

anima dimentica le sue inquietudini e torna conva­

lescente.

Ma tuttavia sul fiume è utile andarci nel tempo

invernale quando ogni cosa, essendo raccolta e infred­

dolita, permette con maggiore generosità i contatti

profondi colla natura; (l'anima d ’inverno può invero

arrivare a questi contatti che significano una com­

prensione più intim a delle cose, per il fatto che la

carne non morde più lo spirito fino a spuntargli le

ah). Le colline intanto siccome sono avvolte di nebbia

— tu tti questi fum i che si vedono salire ed a volte

infittiscono al punto di togliere il senso dell'orienta­

mento, nascono dal fiume — non disperdono la fan­

tasia ma la rendono più aguzza e viva; le stesse rive

completamente deserte dànno un senso di

infinito

vuoto, non

però di

tristezza e di

smarrimento

ma forse queste impressioni sono dovute

al fatto

che

il

cielo

quando

è

molto basso, pare quasi pre­

mere sul respiro dei pensieri, diffondendo un senso

di compagnia all’intorno; ed in realtà ci si sente

meno soli.