

per Quasi ogni lavoro di mano, non devono
essere trascu
rai . se giova, ed e lo scopo principale, educare il cuore e
infonde'? sar . orinap' ' ra I popolo; conviene in pan tempo
additargli
qje.ievie che possono riuscirgli più utili nel
jltato
su
ov ■ e renderg eli più spediti, più facili
e p’jrfezunati. Eram entrato in mente di mandare alcune
mi-j parole Dorerie tu le leggessi per me in una delle adu-
na-'ze. ma r y parendomi vanita da parte mia più che altro,
ne dimisi il pensiero. Sentivo e sento quasi il bisogno di
mette'm a contatto.
■ /spirito almeno, con codesti miei
frate1 h, ere hanno saputo ispirarsi ad uno dei primi bisogni
dell'epoca, quello d'associarsi.
Da' loro almeno il mio fraterno saluto accompagnato dal
voto di abbracciarli presto sotto auspica più lieti per l'Italia
nostra. Ho veduto con piacere che hai fatto relazione con
quei due buoni anici miei, i'w >m Nizza, l'altro in Genova,
al pr:no ti prego far presente i miei saluti, all'altro voglio
scrivere e scrivo in quest'occasione medesima. I tempi
camminano veloci: ogni giorno che passa accumula ele
menti di tempesta: il momento in cui scoppiera non è forse
lontano, tienmi al corrente di quanto sai e giovati della
via che indico a Carlino — cosi non saremo più discosti
per mesi e mesi, ma di soli ■</ giorni — non tralasciamo
di porgerci la mano nel trovarci discosti e da te esigo
questa prova d'amicizia. Saluta t comuni amici, il dottor
Gaudo nominatamente. Addio, caro Lodovico, ama e ricorda
il tuo antico ed affezionatissimo compagno d'infanzia.
G. B. CUNEO.
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Così scriveva ottantasei anni or sono quell ‘anima
ardente di Giambattista Cuneo al buon an-.ico I odovicc
Berardi, presidente allora della societi operaia di mutuo
soccorso di Oneslia, una delle
di
ù antiche del genere,
della quale è nresidente onorano il Re Imperatore, che
tra i titoli nobiliari della Corona ha pur quello di Prin
cipe di Onepjia. Dalle lontane balze d’America, e pre
cisamente da Monte.ideo, dov'erasi trasferito, il Cuneo
scrive all'amico rievocandogli dolci particolari d'ami-
cizia comune e manifestandogli le sue preziose conside
razioni sulla .iti pubblica italiana d'allora. Quelle con
siderazioni ci sono care non tanto perche ci pervengono
dal Cuneo, che. sulle SD'agge del Bosforo, fece commuo-
.ere. nel suo primo incontro, l'anima a Garibaldi e
lo con.erti, fer.ente apostolo, alla Giovane Italia, ma
perchè quelle parole ancora ci giungono da un'altra
sponda: la sponda dei cosiddetti ribelli. Ben venga,
quindi, quella parola, poiché ogni conquista varra una
lum nosa conferma dell'idea da essi professata. Originali
e non privi di grande interesse sono i giudizi che il Cuneo
esprime su molti giornali, che in quell'epoca vivevano
e progredì', i^o. Sono pure raggu,ìrde.o!i i suoi apprezza
menti sul socialismo, su Giuseppe Mazzini e su altri
forti intelletti d'allora. E poi sintomatico il pensiero,
deferentissimo, .erso il Cristo, di lui. che in vita era
in fama di mscredente. A tal segno che in Oreglia, la
civitas •delissima del principato sabaudo, l'autorità eccle
siastica per seppellire nel Camposanto il suo corpo,
quando nel 1875 morì, dovette chiedere il permesso
superiore. Ed il consenso .enne, ma un sacerdote pro
testo sdegnoso e credette miglior part'to rassegnare le
dimissioni da Canonico della Collegiata. Torna/a egli
in sacrestia dal pergamo, do.e a.e.a pronunciato,
come di consueto, ai fedeli, il sermone domenicale.
Gli si comunico la notizia e don Francesco Berio.
a quelfinaspettato a. .enimento, ripete ai presenti:
'xs'egh è Leone di nome, io lo sono di fatto». Esci
dalla chiesa militante
Der
non mù tornarvi. Molti anni
più tardi, nell’aprile 1928, in esecuzione degli ordini
pontifici verso i
partig.amdell’Act'on fran^aise. consi
derati ribelli dalla Chiesa, il curato di Bizeneu
1
1le nega
gli ultimi sacramenti, i funerali religiosi e la sepoltura in
terra santa al conte di Marcili)', ex-ufficiale nella guerra
del 1870, fervente cattolico, morto, a ottantatre anni,
nel suo castelio d: Mauvaissiniere, discendente da una
delle più cattoliche praticanti famiglie d'Europa. Tristi
bagliori in.ero di confusione e di eccesso intolleranti
nella mischia incoerente dell'umana ignoranza, tanto più
accidiosa e proterva, quanto più essa presume di sè.
Vamtas vamtatum et omma vanitas. Qui le coscienze in
quiete dovrebbero, secondo !'in vocazione nota di
Felice Cavallotti, rispettare davvero le coscienze tran
quille. Tra gli opposti poli dell'interpretazione aprio
ristica e delle correnti egemoniche, le quali sov
vertono le religioni ma non intaccano la religione,
sovrasta e giganteggia nel cielo azzurro della coscienza
integra e se.era d'austent<\ come un comando di
Dio, li ieratica figura di Gerolamo Sa.onarola, che. al
capezzale del morente despota, susurra predestinato la
sua ispirazione trascendentale di paradiso: date la libertà
al popolo1E quel monito passa all'etermta come l’apof-
tegma della vindice storia. II preziosissimo autografo del
Cuneo, che qui ritraggo in ‘acsimile. fu munificamente
offerto in dono alla società operaia di Oneglia da! socio
Francesco Battifoglio. Egli lo rinvenne nel segreto ripo
stiglio di un cofanetto, che a.e<a comperato a caso da
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