

Sarebbe una curiosa indagine e potremmo comin
ciare a condurla nel salone che La Gazzetta del
Popolo ha messo cortesemente a disposizione dei
magistrati subalpini, degli avvocati torinesi e di alcu
ni loro ospiti perchè esponessero disegni e dipinti e
che Alberti. Burzio e Sartorio, amichevolmente assi
stiti dal consiglio amabile di Casorati. Menzio e Fi
lippo Sartorio, hanno ordinato per la prima volta nella
nostra città con buon gusto, diligenza e passione di
cui occorre esser loro grati.
Gli espositori superano la ventina: quando li osser
vate salta agli occhi che gli astrattisti mancano. Si
vede che
Yunicuique suum
è nemico degli arcivoli.
lega al concreto, al codificato come dimostrano Anto-
nelli, con gli accurati disegni. Scarsi e Adorni, sem
pre ligio ai precetti del Corsi di Bosnasco. Le puntate
moderniste, t* vi prego di guardare la veramente bella
Via di paese » di Bermani ed il vigoroso autori-
tratto di Pasquali (che in un volto di bambina sa
graziosamente disegnare colorando), potrebbero qua
lificarsi istanze de jure condendo e cioè non il salto
scriteriato nel codice cinese, ma una ferma richiesta
Afterti . “ Ritratto M t rif fa Aatoaacci” (Foia
Col<mJ»)
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di sollecita riforma. D'altronde è facile dare la spie
gazione. Chi si ammattisce a dimostrar** che è nato
prima l'uovo che la gallina contro chi s’industria di
far chiaro che la gallina era prima dell’uovo, quando
è davanti ad un porticciolo pieno di colori allegri,
come Del Prato che per godersi le tinte cantanti di
pinge addirittura con vernici a smalto, o ad un an
golo del lago di Viverone dove ci va a pescare, come
De Antonio, o ad un fascio d’alberi con tanta ripo
sante ombra, come Mondino, allenta mente e nervi e
si abbandona, ripudiando formule o pretese, in una
ricettività ed umiltà così romantiche che Maggiora,
nei suoi paesaggi, indugia addirittura in reminiscenze
azegliane.
Un tale abbandono, signorilmente controllato, è
nei limpidi e magistrali disegni di Vittorio Caccia,
nel festoso e spontaneo San Sebastiano di Bonetto, e.
fino ad un certo punto, nelle puntesecche di Compa
rato che in «Trote con natura morta» rende arte
una tecnica certosina del disegno. Un altro che sa
l’affar suo è Bozza. Possiede una tavolozza ricca e
scorrevole nei toni caldi e chiari tanto che potrebbe
laccare di facili effetti. Lo preferisco nelle accordate,
jierchè riflettute, tonalità verde cupo e grigio argento
di Sul Po verso sera ».
E poiché sono ad indicare diro che della Boschias-
so. molto incerta fra influssi diversi. Banchine » mi
pare l'espressione più j>ersonale e che di Solari il pa
stello Nevicata esprime bene il pregio ed il limite
della sua ispirazione.
Chabod la fatica dell’ascensione l’ha convertita in
[wnnellate larghe, frettolose* se i meditati smaglianti
contrasti non svelassero il trucco di una sensibilità,
di una mano e di una intelligenza montagnina. a
doppio fondo. Burzio è appassionato e dominato dal
colore. Tanto questo lo avvince e tanto egli lo tra
duce sulla carta o sulla tavoletta con una fresca gioia
che scatta in ogni penellata. Improvvisa anche
quando ripensa il quadro in toni più calmi ed in
più distese visioni. E’ immediato e simpatico, come è
simpatico per un gidco di colori ottimamente resi. La
Marca nelle Case di Rocchetta Nervina . Però La
Marca bisogna vederlo anche ne I prigionieri « che
vale assai più di questo frettoloso accenno.
In Via Accademia delle Scienze Sartorio dà
Ndggio di una nervosa raffinatezza che. con l’indica
zione attenta e provveduta di ogni vibrazione di luce,
realizza un momento riposato, quasi fuori del tempo,
un’atmosfera pacata e definitiva. Tanto Sartorio indi-