

agli Studi prof. Luigi Pescetti, la consegna dei premi
ai vincitori di un concorso di cui merita parlare.
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Nelle scuole medie superiori statali e parificate
della Città (in tutto 33 istituti: licei classici e scinti-
fici, istituti magistrali, istituti tecnici dei vari tipi),
oltre 3000 allievi sono stati chiamati a svolgere questo
rema: « Il libro considerato come indice ed espres
sione dei molteplici aspetti della civiltà».
Tema arduo, anche se l’ampiezza e la genericità
dell’argomento proposto lasciavano ai giovani con
correnti la possibilità di spaziare attraverso tutta la
storia della umana civiltà; volutamente difficile, do
vendosi operare una scelta tra tanto numerosi parte
cipanti per l’assegnazione di venti premi consistenti
in buoni per l’acquisto di libri.
Dal prof. Russo, organizzatore della gara incon
sueta, abbiamo appreso che il livello medio degli
svolgimenti ha soddisfatto in pieno gli insigni docenti
chiamati a giudicare.
Noi ci siamo limitati a leggere i lavori premiati
e siamo rimasti veramente colpiti dalla originalità
della loro impostazione.
Ci piace riferire testualmente alcune intelligenti
notazioni di un allievo del Collegio S. Giuseppe,
Carlo Mangiarino: « Dopo una accurata analisi della
odierna diffusione della radio e del cinema, si po
trebbe anche giungere a dipingere un’epoca prossima
in cui l’insegnamneto dell’arte, l'educazione ed il
divertimento saranno espressi in effetti visivi e sonori,
con immagini e conferenze. E l'artista può nell’im
mediatezza comunicativa, ad esempio del cinema..,
mettere a fuoco l’anima dello spettatore: assistendo
a certi capolavori della cinematografia di De Sica.
Wyler, Hataway, Duvivier, si ha come l’impressione
che il nostro essere stesso sia come proiettato dietro
i rilievi chiaroscurali dello schermo. Ma dietro que
sta prontezza di partecipazione, fondata sulla cruda
impressione del soggetto, fa riscontro l’insufficienza
del dato razionale, della meditazione.
« E come possiamo pensare che abbia effetto edu
cativo e culturale ciò che non consente la riflessione?...
Il leggere è funzione culturale più fine, integra: leg
gendo lo spirito afferra con maggior autonomia e
conoscenza. Chi legge sceglie continuamente, salta,
sosta, riflette... »
Certo Nino Castello del Liceo « Alfieri » pone, con
mirabile intuizione, il problema della libertà: « La
libertà politica, sociale, civile, insomma di un uomo
presuppone assolutamente la sua libertà morale: che
è liberazione dai pregiudizi, dall’ignoranza, dalle
stolte credenze, dagli errori. Civiltà è dunque libertà,
intesa nel senso più nobile che questa parola può
avere è cioè fenomeno individuale, prima di essere
fenomeno sociale ».
Un altro all evo, di cui ci spiace non indicare il
nome, illeggibile nel manoscritto, dopo avere con
appropr ata esemplificazione indicato alcuni avveni
menti storici, il cui sviluppo è stato influenzato da
opere letterarie, chiude il lavoro con questa inquie
tante domanda: « Provata in tal modo la enorme
influenza che il libro ha sulla vita degli uomini e
delle società, mi chiedo se sia lecito lasciare all’indi
viduo la più ampia incondizionata libertà di scelta,
o se non debba ammettersi la possibilità di limiti.
Ma a chi, in tal caso attribuire la enorme responsa
bilità della scelta ed il potere di imporre coattiva
mente il rispetto dei limiti prefissati'' »
Caro allievo della terza liceo C, bene hai fatto
a lasciare senza risposta una domanda che risposta,
sicuramente valida, forse non ha.
Personalmente, senza tirare in ballo elaborati
sistemi filosofici ma con l’aiuto del comune buon
senso, pensiamo — e scusa il paragone volgare —
che i libri vanno trattati come i cibi. Mangeresti tu
un cibo contenente veleno o sospetto di contenerlo?
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Ma torniamo alla Settimana del Libro.
Nei molti discorsi tenuti in quella circostanza
ricorse frequente il motivo di una minacciante grave
crisi del libro.
L’industria editoriale, il commercio librario e gli
autori stessi ne avvertirebbero i primi segni pre
monitori.
I dati statistici ufficiali giustificano tali preoccupa
zioni?
Nel periodo precedente l’ultima guerra la produ
zione libraria annua italiana si aggirava attorno a
10 .000
opere: cosi nel
19 3 8
furono editi nel nostro
paese 9.736 volumi.
La guerra portò ovviamente ad un crollo ed il
livello più basso fu raggiunto nel 19-44 con 1895
opere.
Con l’anno successivo ha inizio un periodo di
rapida ascesa che dura fino al 1949, durante il
quale vengono stampati 10.054 libri.