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agli Studi prof. Luigi Pescetti, la consegna dei premi

ai vincitori di un concorso di cui merita parlare.

* * *

Nelle scuole medie superiori statali e parificate

della Città (in tutto 33 istituti: licei classici e scinti-

fici, istituti magistrali, istituti tecnici dei vari tipi),

oltre 3000 allievi sono stati chiamati a svolgere questo

rema: « Il libro considerato come indice ed espres­

sione dei molteplici aspetti della civiltà».

Tema arduo, anche se l’ampiezza e la genericità

dell’argomento proposto lasciavano ai giovani con­

correnti la possibilità di spaziare attraverso tutta la

storia della umana civiltà; volutamente difficile, do­

vendosi operare una scelta tra tanto numerosi parte­

cipanti per l’assegnazione di venti premi consistenti

in buoni per l’acquisto di libri.

Dal prof. Russo, organizzatore della gara incon­

sueta, abbiamo appreso che il livello medio degli

svolgimenti ha soddisfatto in pieno gli insigni docenti

chiamati a giudicare.

Noi ci siamo limitati a leggere i lavori premiati

e siamo rimasti veramente colpiti dalla originalità

della loro impostazione.

Ci piace riferire testualmente alcune intelligenti

notazioni di un allievo del Collegio S. Giuseppe,

Carlo Mangiarino: « Dopo una accurata analisi della

odierna diffusione della radio e del cinema, si po­

trebbe anche giungere a dipingere un’epoca prossima

in cui l’insegnamneto dell’arte, l'educazione ed il

divertimento saranno espressi in effetti visivi e sonori,

con immagini e conferenze. E l'artista può nell’im­

mediatezza comunicativa, ad esempio del cinema..,

mettere a fuoco l’anima dello spettatore: assistendo

a certi capolavori della cinematografia di De Sica.

Wyler, Hataway, Duvivier, si ha come l’impressione

che il nostro essere stesso sia come proiettato dietro

i rilievi chiaroscurali dello schermo. Ma dietro que­

sta prontezza di partecipazione, fondata sulla cruda

impressione del soggetto, fa riscontro l’insufficienza

del dato razionale, della meditazione.

« E come possiamo pensare che abbia effetto edu­

cativo e culturale ciò che non consente la riflessione?...

Il leggere è funzione culturale più fine, integra: leg­

gendo lo spirito afferra con maggior autonomia e

conoscenza. Chi legge sceglie continuamente, salta,

sosta, riflette... »

Certo Nino Castello del Liceo « Alfieri » pone, con

mirabile intuizione, il problema della libertà: « La

libertà politica, sociale, civile, insomma di un uomo

presuppone assolutamente la sua libertà morale: che

è liberazione dai pregiudizi, dall’ignoranza, dalle

stolte credenze, dagli errori. Civiltà è dunque libertà,

intesa nel senso più nobile che questa parola può

avere è cioè fenomeno individuale, prima di essere

fenomeno sociale ».

Un altro all evo, di cui ci spiace non indicare il

nome, illeggibile nel manoscritto, dopo avere con

appropr ata esemplificazione indicato alcuni avveni­

menti storici, il cui sviluppo è stato influenzato da

opere letterarie, chiude il lavoro con questa inquie­

tante domanda: « Provata in tal modo la enorme

influenza che il libro ha sulla vita degli uomini e

delle società, mi chiedo se sia lecito lasciare all’indi­

viduo la più ampia incondizionata libertà di scelta,

o se non debba ammettersi la possibilità di limiti.

Ma a chi, in tal caso attribuire la enorme responsa­

bilità della scelta ed il potere di imporre coattiva­

mente il rispetto dei limiti prefissati'' »

Caro allievo della terza liceo C, bene hai fatto

a lasciare senza risposta una domanda che risposta,

sicuramente valida, forse non ha.

Personalmente, senza tirare in ballo elaborati

sistemi filosofici ma con l’aiuto del comune buon

senso, pensiamo — e scusa il paragone volgare —

che i libri vanno trattati come i cibi. Mangeresti tu

un cibo contenente veleno o sospetto di contenerlo?

• * *

Ma torniamo alla Settimana del Libro.

Nei molti discorsi tenuti in quella circostanza

ricorse frequente il motivo di una minacciante grave

crisi del libro.

L’industria editoriale, il commercio librario e gli

autori stessi ne avvertirebbero i primi segni pre­

monitori.

I dati statistici ufficiali giustificano tali preoccupa­

zioni?

Nel periodo precedente l’ultima guerra la produ­

zione libraria annua italiana si aggirava attorno a

10 .000

opere: cosi nel

19 3 8

furono editi nel nostro

paese 9.736 volumi.

La guerra portò ovviamente ad un crollo ed il

livello più basso fu raggiunto nel 19-44 con 1895

opere.

Con l’anno successivo ha inizio un periodo di

rapida ascesa che dura fino al 1949, durante il

quale vengono stampati 10.054 libri.