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UN PIONIERE DELLA CELERIMENSVRA

PAOLO IGNAZIO PORRO

P A O L O T O S E L

Il piemontese Paolo Ignazio Porro fu una insigne

figura di studioso, topografo, ottico e costruttore di

apparecchi di meccanica di precisione. La sua opera

trasformò radicalmente gli strumenti ed i metodi

topografici e, dopo di lui, per trovare qualche note­

vole rinnovazione in tale campo, occorre arrivare al

secondo decennio del secolo attuale. Come fa giusta­

mente notare I’« Enciclopedia Treccani », la sua fama,

fuori degli ambienti specializzati, è rimasta inferiore

ai meriti veramente cospicui e all’importanza indub­

biamente fondamentale che la sua opera ebbe nel

campo della tecnica degli strumenti e dei rilievi topo­

grafici, degli apparati ottici e di meccanica di preci­

sione in genere.

La complessa e multiforme attività di Paolo Igna­

zio Porro non fu sempre coronata da pratici risultati,

sia per il sostanziale squilibrio che v era in lui fra la

genialità dell'indagare soluzioni concrete e realizza­

bili di problemi tecnici, e l’attitudine alla realizza­

zione, sia per un innato spirito d’incontentabilità che

ricorda quello del grande Leonardo e che lo portava

a modificare continuamente l’opera sua.

Paolo Ignazio Porro nacque a Pinerolo il 25 no­

vembre 1801 da Ignazio Porro e da Anna Lanteri di

Annecy ( 1). Sia concesso ad un suo concittadino, sulla

scorta anche di una biografia scritta da Francesco

Savorgnan di Brazza riportata nel volume « Da Leo­

nardo a Marconi », di rievocare la figura di colui che

può ben chiamarsi il padre degli agrimensori moderni

(lasciando al fondatore di Roma la paternità degli

agrimensori antichi).

Nel 1814 il Nostro entrò nel Collegio militare di

Torino e tre anni dopo, avendo rivelato doti ecce­

zionali, fu trasferito aU'Accademia. Nel 1825, a soli

24 anni, venne nominato capitano del genio per aver

inventato il cannocchiale stereogonico, geniale modi­

ficazione del distanziometro ordinario Montanari-

Green-Reichembach, che permetteva di determinare

la distanza della stadia dal centro ottico dell'obiettivo

mediante l'aggiunta di una lente, il cui fuoco ante­

riore cade sul centro ottico dell’obiettivo stesso. Que-

( I

)

O r . « Paolo Iftnazio Porro » - Paolo T<*el. Rivista

II

Ceo-

metrj.

Settembre-ottobre. 1947.

sto cannocchiale, collegato ad un teodolite, diede ori­

gine al tacheometro che diventò in breve il principale

strumento topografico ed andò gradatamente sosti­

tuendo tutti i precedenti perchè facilitò enormemente

la rapida misura delle distanze. Grazie ad esso, in

unione ad altri ufficiali, potè eseguire celermente il

rilievo topografico generale del ducato di Genova

compiendo un lavoro che l’allora ministro della guer­

ra giudicò « inarrivabile m<

o d’arte ».

Promosso maggiore nel 1842 chiese l’aspettativa

per dedicarsi alla costruzione di apparecchi di preci­

sione ed installò a Torino una piccola officina ma

dopo due anni dovette chiuderla per mancanza di

smercio dei suoi pur pregiati prodotti. Si trasferì allora

a Parigi creando l’« Istitut Technomatique », un labo­

ratorio nel Quale impiegò operai specializzati da lui

portati da Torino e che gli servì per i prediletti studi

di ottica applicata alla geodesia e all’astronomia. D i­

versi anni di intensa attività e di geniali invenzioni

gli procurarono vasta notorietà che si consolidò con

l’uscita del libro « La tacheometrie », opera magi­

strale colla quale poneva le fondamenta degli attuali

sistemi di rapido rilievo topografico e descriveva nuovi

strumenti diventati in breve di uso universale.

L'Accademia delle Scienze di Parigi dava il più

alto riconoscimento all'opera del grande scienziato

piemontese che venne preso sotto la protezione di

Napoleone III. L'Imperatore Io chiamava spesso alle

Tuilleries ed amava discorrere con lui dei problemi

ottici allo studio. Un giorno gli fece notare l’impor­

tanza che avrebbe avuto per le pattuglie avanzate

un cannocchiale cono e di grande portata da potersi

tenere con una sola mano. Porro promise di studiare

la cosa e, impiegando prismi a riflessione totale, creò

il cannocchiale prismatico di cui presentò all’impera­

tore due esemplari, uno di lusso e l’altro ordinario.

Costruì in seguito il cannocchiale panfocale, uno stru­

mento che per mezzo dell’opportuno spostamento di

una lente doveva applicarsi a tutti gli scopi ed a tutte

le distanze sino a trasformarsi da microscopio in tele­

scopio.

Nel 1861, dopo la proclamazione del Regno

d'Italia, volle tornare in Patria e si » -.bili a Firenze.

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