

Celti dalla Gallia, con conseguenti fusioni razziali.
E fu probabilmente verso quell'epoca che si costituì
quel primo gruppo di capanne dal quale sarebbe poi
sorta Chiomonte che, fin dal suo nascere, ebbe assai
a soffrire dalle continue invasioni galliche.
Nel I secolo a. C. troviamo Chiomonte facente
parte del regno di Donno, che si estendeva da Oulx
ad Avigliana, con capitale Susa. Giulio Cesare, con
quistando la Gallia Transalpina, si alleò con Donno,
ma Nerone fece del regno Coziano (così chiamato
da Cozio I e Cozio li succeduti a Donno) una pro
vincia romana, iniziando così un periodo di grande
splendore del quale beneficiò pure Chiomonte.
In queU'epoca, però, sembra ormai accertato da
ruderi ritrovati iul luogo, Chiomonte sorgeva sul
versante sinistro della Dora in regioni Maddalena
e Clarea, lungo la strada gallica, e si trasportò nel
sito attuale a causa dello sviluppo successivo dei traf
fici lungo la strada imperiale romana, corrispondente
a un dipresso alla nostra provinciale, per ragioni agri
cole e soprattutto per il franamento di uno sperone
roccioso, dal quale si staccarono grossi macigni, che
tuttora sono visibili. Quando questo trasferimento
si sia verificato non si sa con precisione; probabil
mente nel VII secolo dopo Cristo, per quanto la
tradizione affermi nel X II o XI I I secolo. Senza dub
bio fu lento e graduale.
L'origine del nome pure è assai controverso. Chi
10 fa derivare dal latino «
Caìc
'n Mons
» o da «
Cali
tius
Mons
», altri dal francese «
Chauve
Mont
»
(Monte calvo) o da «
Chaume
» (dai tetti ricoperti
di paglia) donde Chaumon e poi Chaumont, nome
col quale peraltro fu conosciuto fin dopo la metà
del secolo scorso, mentre più anticamente la vediamo
chiamata Chaumuncio o Caumuntio o Camoncio o
Capitemoncio ecc.
Nel periodo romano Chiomonte patì molti sac
cheggi e rovine per il passaggio di truppe prove
nienti dalla Gallia, sempre in guerra con Roma,
ma, sotto Costantino, ebbe il beneficio dell'infiltra-
zione del Cristianesimo che soppiantò il Paganesimo
che, a sua volta, si era sovrapposto alla primitiva
religione druidica dei Celti. E di altre devastazioni
patì in seguito per le invasioni barbariche (Vandali,
Eruli, Goti). Nel secolo VI d. C. Giustiniano, libe
rando l'Italia dai Goti, li cacciò da Susa e dominò
fino ai 568, anno in cui calarono i Longobardi.
Questi, in una loro scorreria del 581 contro i Bur
gundi, sconfitti, cedettero loro Susa e paesi limitrofi.
11 regno burgundo fu a sua volta assorbito dai Fran
chi e la vallata, compresa Chiomonte, cadde sotto
la dominazione franca. Nel 774 Carlo Magno, vin
cendo i Longobardi alle Chiuse, divise l'Italia in
contee e in marchesati e alla contea di Torino fu
affidata la giurisdizione della Valle di Susa fino al
Monginevro, con relativa tranquillità e benessere.
Nel 906 la regione venne invasa dai Saraceni, pro
venienti dalla Spagna e dalla Provenza, che devasta
rono la Novalesa ma costruirono opere pubbliche,
fortezze e lasciarono tracce nel dialetto, tra cui forse
il nome Frais, probabilmente loro antica fortezza.
Cacciati alla metà del secolo X i Saraceni, Chiomonte
tornò di nuovo sotto la contea di Torino.
Però, in seguito a contese tra i conti di Torino e
i Delfini di Francia durante i secoli X II e XIII, questi
ultimi estesero il loro dominio da Brian(,on fino a
Chiomonte, e il confine tra il Delfinato e la Contea
di Torino fu portato, dopo il 1223 tra il paese di
cui trattiamo e il già nominato Gravere, borgata
sulla strada per Susa che da Chiomonte dista circa
quattro chilometri. E così per ben cinque secoli, e
cioè fino al trattato di Utrecht del 1713, Chiomonte
fece parte del Delfinato francese, per poi ritornare
sotto Casa Savoia, esserle tolto per pochi anni da
Napoleone, ritornarle definitivamente nel 1815,
seguendone da allora le sorti fino alla costituzione
del Regno d’Italia.
Chiomonte attualmente conta circa duemila abi
tanti, dediti principalmente all’allevamento del be
stiame e all’agricoltura. Non è sconosciuta però la
piccola industria, che vanta ui
ino stabilimento
per la lavorazione del merluzzo e alcune segherie,
fiorente è pure l'artigianato e il commercio al minuto,
sì che il paese si presenta con tutto quanto occorre
per le necessità della vita. Di importanza notevole
è, inoltre, in basso presso la Dora, la Centrale idro-
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