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in prigionia, ove fu oggetto di attenzione e simpatia

di vecchi amici che si recavano a trovarlo; nell’aprile

(

1327

) fu trasferito dalle cure di Enrico di Leicester

alla più dura custodia nel castello di Berkely ed in

« ttembre morì di morte naturale, come il governa­

tore si prese cura di tar credere a tutti, o più proba­

bilmente fu ucciso per porre termine alle preoccupa­

zioni di complotti che sarebbero continuati per lungo

tempo sapendo che era vivo». (Cambridge, “ Mcdioval

History ”, voi. VII, pag.

4 3 1

). Ma qualcuno volle allora

spargere la voce che il re fosse fuggito in Irlanda o in

Francia o in Italia, ma nessun documento esiste a com­

provare ciò eccetto una lettera di un prete genovese

il quale asserisce d’aver saputo che Edoardo era giunto

in Italia; dove, quando, come nessuno lo seppe mai.

Nonostante questa ridda di notizie più o meno vere

«è probabile che la folla assiepata in pellegrinaggio

alla tomba del martirizzato re nell’abbazia di San

Pietro in Glouccstcr ritenesse giusto credere che questa

contenesse il corpo di Edoardo II ». (Cambridge, “ Me­

diovai History ”, voi. VII, pag.

432

). Sta di fatto che­

timi i testi in cui è fatto cenno ad Edoardo, parlano

della sua morte nel

1327

, morte avvenuta forse spon­

taneamente, torse tragicamente ed esclusivamente per

opera dei sicari d^lla moglie che « nel castello di

Barkelv gli introdussero un ferro rovente negli inte­

stini». (“ Enciclopedia Italiana”, voi. XIII. “ Enciclo­

pedia Univcrsal Ilustrada”, voi. XIX, pag.

104

. “ Nou-

veau Larousse Illustre”, voi. IV, pag.

64

).

Melazzo, questo piccolo paesino del Monferrato,

da domani scriverà, nelle pagine di rossi volumi bor­

dati in oro, il proprio nome, quale centro che ospitò

Edoardo in esilio salvandolo dal ferro della congiura.

La lunga lapide che occupa una parete della sala d’in­

gresso ne denuncia la permanenza, il periodo, gli

autori della scampata congiura, la località e l’esecutore

di un documento notarile che comprova quanto sopra.

Su essa è scritto:

« Edoardo II Plantagcneto Re d’Inghilterra per voto

« del Parlamento deposto dal trono nel MCCCXXVII

«e chiuso nel castello di Barkely sfuggito provviden-

« zialmente al ferro di due sicari i cavalieri Tommaso

« di Gomay e Simonc di Esberford complici della fe-

« rocc moglie di lui regina Isabella di Francia ospitato

« poscia in Avignone da Papa Giovanni XXII dopo

«molte e fortunose peregrinazioni due anni e mezzo

« rimase ctcculto in questo Castello di Melazzo dipen-

« dente allora dalla Diocesi di Milano circa gli anni

« del Signore MCCCXXX-MCCCXXXIII.

« Il documento onde vien corretto l’errore storico

«che fa vittima Edoardo II de’ suoi assassini e di

« Manuele Heschi notaio ponti in.

k

>

hi

Avignone con-

« temporaneo di Edoardo III figlio e successore di

« Edoardo II e fu scoperto dallo storiografo fran-

cese Germain in un Cartolario del Vescovado di

«Maguelonne compilato nel MCCCLXVIII e de-

« posto negli archivi dipartimentali dcll’Hcrault l’anno

«MDCCCLXXIX ».

Non credo vi sia necessità di ulteriori commenti,

la lapide è chiara. Sola eccezione che troppi hanno

vista sino ad oggi senza dir mai nulla di essa. Resta

ancora da vedere il documento francese e ciò che allora

poteva pensarne lo storiografo scopritore. Questo

compito lo accolliamo ai colleghi d’oltralpe, noi ab­

biamo fatto poco per Edoardo II, ma forse già abba­

stanza.

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