

1. Nucleo storico di più antica acculturazione
urbana
a. È
costituito dalla parte della città corrispon-
dente al suolo che era interno alla antica cinta fortifi-
cata, pianificato nel Seicento al di fuori del perime-
tro dell'impianto romano ed edificato in espansione
fino alla fine del Settecento, con interventi di sosti-
tuzione edilizia e di ristrutturazione urbanistica del-
l'Ottocento e del Novecento. La zona più interna
dell'ambito è costituita dalla «città vecchia » o «cit-
tà quadrata» e corrisponde allo spazio fisico dell'an-
tico
castrum
romano, entro il quale la città si è tra-
sformata in antico, nel periodo medievale e fino alla
fine del Cinquecento, ed è stata soggetta a ristruttu-
razione urbanistica nel Settecento e alla fine dell'Ot-
tocento.
Poiché l'individuazione del perimetro dell'ambi-
to non
è
fatta con intento storico-archeologico, esso
non segue con fedeltà assoluta l'andamento delle
antiche cortine e dei bastioni, ma comprende od
esclude alcuni tessuti urbani di frangia, in relazione
alle prevalenti connotazioni tipologiche riscontrate.
b. Il
nucleo di più antica acculturazione ha ca-
rattere di unicità nella città ed è rappresentato soltan-
to dall'ambito urbano:
1/1
« Parte interna all'antico perimetro delle fortifi-
cazioni » .
c. Questo ambito si configura come prodotto
storico di trasformazioni edilizie e urbanistiche cor-
relate alla storia politica, economica, sociale, della
città intesa in senso complessivo. Le trasformazioni
urbanistiche essenziali per la comprensione del-
l'ambito sono dovute a fenomeni leggibili nella lun-
ga durata e corrispondono ad una periodizzazione
che ha avuto i momenti essenziali di decisione in
precise sezioni storiche (cfr. la Relazione d'ambito
specifica).
d. Alla stratificazione storica che caratterizza il
nucleo più antico di Torino — dalla « città vecchia »
alla capitale sabauda corrisponde una grande
complessità di emergenze architettoniche, di insiemi
uniformi e uniformati, di spazi di relazione, di tessu-
ti e di tipi edilizi organizzativi della struttura urbana,
con espressioni architettoniche ed urbanistiche mul-
tiformi e di grande rilevanza sia nella architettura
aulica sia nella edilizia ricorrente. Per i caratteri e la
consistenza delle trasformazioni edilizie legate al-
l'immagine complessiva della città risultano di par-
ticolare importanza le ristrutturazioni urbanistiche
operate nella seconda metà del Settecento nella « cit-
tà vecchia» (Regi Editti del 1729, 1736, 1756), il
rinnovamento urbano effettuato sul supporto della
Legge di risanamento
del 1885, la ricostruzione di
Via Roma tra le due guerre, alcune ricostruzioni e
sostituzioni edilizie postbelliche, puntiformi ma for-
temente intensive e connotanti l'ambiente.
Nel nucleo di più antica stratificazione storica
delta città emerge come carattere tipizzante la man-
canza di isotropia nell'insediato, con forte differen-
ziazione anche qualitativa degli esiti edilizi ed urba-
nistici. Differenziazione e varietà comportano quin-
di la necessità — al di là di una generica definizione
di « centro storico » di un più raffinato ed appro-
fondito processo di analisi per l'individuazione della
compatibilità negli interventi e nelle funzioni.
L'antica vocazione di centralità, sostenuta su
funzioni residenziali e commerciali, è stata ribaltata
in maniera che è apparsa a lungo irreversibile, alla
fine dell'Ottocento, con interventi che hanno scon-
volto l'antico tessuto della « città vecchia» con ri-
strutturazioni fisiche e funzionali in senso terziario
superiore. La storia urbana successiva ha finora con-
fermato e fortemente consolidato questo ruolo, col
risultato di una dilacerata diffrazione, anche sociale,
nella residenza obsoleta residua.
Risultano presenti sia negli esiti urbanistici,
sia nell'architettura e negli spazi di relazione va-
lori storico-artistici, valori ambientali e documenta-
ri, valori di immagine riferibili anche alla memoria
collettiva.
2. Primi ampliamenti neoclassici ottocenteschi
a. La maggior estensione di questi tessuti urbani
riguarda il Borgo Nuovo, cioè la zona compresa tra
Piazza Vittorio, Corso Cairoli, l'antico Viale del Re
(attuale tratto di Corso Vittorio Emanuele
II
com-
preso tra Porta Nuova e il Po), il fronte sudorientale
dell'antica fortificazione (Giardino dei Ripari, ora
strutture residue a verde, Aiuola Balbo, Giardini
Cavour e Piazza Maria Teresa).
Per affinità tipologica e di formazione storica
sono stati compresi tra questi insediamenti anche i
tessuti urbani in destra Po attorno al nucleo della
Piazza della Gran Madre di Dio
b. Sono ascrivibili a questa classe tipologica i
seguenti ambiti:
I/2
« Borgo Nuovo »
22/la
«Borgo Po-Crimea», parte a.
Tale modello organizzativo è tuttavia presente in
forma più estesa ed è riferibile anche ai tessuti urba-
ni realizzati nella prima Restaurazione come espan-
sione fuori porta, sul sostegno strutturante del pro-
seguimento degli assi storici della città barocca, già
delineato in periodo napoleonico. Il fenomeno ha
riguardato tutte le quattro porte della città fortificata
(con ritardo di realizzazione costruttiva ad Ovest,
Piazza Statuto, a causa dei vincoli militari
non aedi-
ficandi
attivi fino al disarmo della Cittadella, dal
1852), ed è stato esplicitato nella ricerca con la indi-
viduazione di piccoli nuclei descritti con schede,
riferiti soprattutto alle parti interessate dai sistemi
di
più rilevante architettura uniforme.
c.
Alla fase dell'impianto, del primo Ottocento,
di questi tessuti urbani non corrispondono di regola
momenti complessivi di ristrutturazione urbanistica,
ma unicamente processi di intensificazione edilizia
del tardo Ottocento e di sostituzione del Novecento
o del periodo recente.
La particolare fase economica e sociale della cit-
tà di primo e di pieno Ottocento che corrisponde alla
formazione di questi ambiti urbani ha privilegiato
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