Table of Contents Table of Contents
Previous Page  801 / 851 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 801 / 851 Next Page
Page Background

rario che individuano una delle necropoli più impor-

tanti della città (

11

), il complesso monumentale iden-

tificato come edificio termale

(12)

e ancora un arco

onorario la cui collocazione si ipotizza in questa

zona (

13

). Ne risulta la particolare importanza della

porta e dell'asse stradale verso

Eporedia

(Ivrea),

Verceltae

(Vercelli) e in generale la Padania centrale

e orientale. La zona

extramoenia

occidentale che si

dispone ai margini della strada delle Gallie, uscente

dalla

porta praetoria

(

14

) (la medioevale Porta Se-

gusina), si caratterizza per la destinazione funeraria

secondo diverse tipologie (cremazione in anfora

segata e inumazione entro cassa plumbea) (

15

). La

collocazione delle necropoli, in prossimità e lungo

la direttrice di transito transalpina, indica l'impor-

tanza dell'asse stradale e nello stesso tempo que-

st'ultimo condiziona la disposizione delle singole

sepolture.

Diversamente sul lato sud, questa area extra-

urbana, che ha come polo la

porta principatis dex-

tera

(

I6

), non si impone all'attenzione per presenza

accertata di necropoli, se si esclude l'indicazione

suggerita dai materiali di carattere funerario rinvenu-

ti nel Mastio della Cittadella (

17

), ma si segnala per

l'ipotesi di una possibile urbanizzazione periferica al

di fuori delle mura. Il rinvenimento infatti di due

tratti di condotto di fognatura (

18

) se visto alla luce

della presenza in quest'area dell'anfiteatro, come

suggerito da indicazioni di scrittori di XVI e XVII

secolo (

19

) e da dati topografici settecenteschi (

20

),

consente di formulare l'ipotesi di una urbanizzazio-

ne estesa oltre il circuito delle mura. Un'ulteriore

elemento, verosimilmente da porre in relazione con

il tessuto urbano di questo suburbio,

è

costituito dal

laboratorio per la produzione di fittili, rinvenuto

poco lontano (

21

), che rappresenta comunque l'uni-

co insediamento di attività artigianale e produttiva

segnalato per la Torino romana.

Anche ad est l'area immediatamente al di fuori

delle mura è segnata da una necropoli a carattere

anche monumentale (

22

) disposta intorno alla

porta

decumana (

23

).

Si tratta di un'area importante per i

ritrovamenti (

24

) e di particolare interesse per la sua

conformazione orogeografica, essendo inserita tra il

fiume Dora che scorre, e doveva scorrere, vicino

alle mura (il cui caratteristico taglio nello spigolo

nord-est è da attribuire, appunto, agli spostamenti

nel tempo del fiume e al dislivello creatosi dall'in-

contro della sua valle fluviale con quella del Po), il

fiume Po (con le implicazioni che comporta quali

punto di sbarco, ponte, traghetto) e il punto topo-

grafico preminente costituito dalle pendici setten-

trionali della collina torinese (in particolare il Monte

dei Cappuccini (25)).

All'interno della terza area individuata, coerente

al settore settentrionale dell'area extraurbana, si ri-

leva la presenza di un sepolcreto riconoscibile per i

ritrovamenti occasionali di tombe rinvenute in una

zona compresa tra Via Foggia, Via Pisa, Via Peru-

gia, Via Ancona e Via Modena (

26

). Quest'area ad

uso funerario continua la necropoli attestata lungo il

lato nord-occidentale e deve essere messa in relazio-

ne con l'importante asse viario che usciva dalla

por-

ta principatis sinistra

sia verso Roma sia verso

Aquileia.

Il ritrovamento invece tra la piazza della Repub-

blica e il Cottolengo di un numero veramente enor-

me di anfore disposte coerentemente in uno o due

strati lungo un'ampia fascia definita (

27

), sembra da

porsi in relazione con la conformazione del terreno e

la vicina Dora. La consistenza del gigantesco manu-

fatto porta a pensare alla realizzazione di un'opera di

contenimento del terreno, di cui costituirebbe la pla-

tea di fondazione e sostruzione, in corrispondenza di

una depressione naturale della zona (

28

), nell'ottica

della protezione, non solo del territorio ma anche di

una qualche struttura di importanza veramente ecce-

zionale, da possibili straripamenti. Inoltre la partico-

lare situazione orogeografica dell'area individuata,

compresa tra la sponda destra della Dora e la sinistra

del Po, consente di privilegiarla rispetto alle altre

zone, al di fuori e in prossimità delle mura, come

area di probabili insediamenti a carattere artigianale-

manifatturiero e attività pubbliche — approdi-porti,

horrea,

mercati-fori — che non dovevano sicura-

mente mancare (

29

).

Infine nell'isolato compreso tra via Pisano, via

Priocca e corso XI Febbraio si può ipoteticamente

collocare la basilica extraurbana di S. Secondo, una

tra le poche chiese paleocristiane attestata dalle fon-

ti, sorta, con annessa area cimiteriale, su di una

primitiva

cetla memoriae

racchiudente le spoglie del

Santo (

30

). L'ubicazione che qui si propone tiene

conto di due elementi: innanzitutto del rinvenimento

in quest'area, di quantità di materiale da costruzione

romano (mattoni, tegoloni,

embrices)

insieme ad

una tomba a camera (

31

), materiale che avrebbe po-

tuto essere reimpiegato nell'edificio paleocristiano,

inoltre dell'indicazione topografica del Bagetti (32),

quale emerge dal confronto con le mappe dei catasti

antichi, napoleonico (1805) e Rabbini (1866).

L'urbanizzazione del territorio della tribù celti-

ca o celtizzata dei Taurini (

33

), ossia il passaggio

da una fase preurbana o protourbana di tipo proto-

storico ad una fase urbana organizzata, con una

definizione territoriale precisa, coincide con la fon-

dazione della colonia romana (seconda metà I sec.

a.C.) (

34

). L'esistenza di stanziamenti stabili in

epoca anteriore alla fondazione della colonia sono

testimoniati dalle tracce di una stazione neolitica

sul «brie della Maddalena»

,

uniche di una certa

consistenza nell'attuale territorio comunale di To-

rino (

35

). L'area interessata da questi ritrovamenti,

l'attuale Parco della Rimembranza, viene definita

come quarta area di interesse archeologico (

36

). La

presenza, inoltre, nello stesso luogo di una necropoli

di età imperiale (

37

) suggerisce l'ipotesi di una con-

tinuità di insediamento, legato ora all'organizzazio-

ne agricola e fondiaria del territorio.

Non facilmente collocabile o riconducibile ad

un'area nettamente delimitata, tuttavia da conside-

797