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(7) Per il nuovo metodo di indagine archeologica nel centro

urbano di Torino cfr.

FEDORA FILIPPI,

Risultati e significato di

un intervento archeotogico in Piazza Castello,

in « Torino nel

basso medioevo: castello, uomini, oggetti», Catalogo della

Mostra, Torino 1982, pp. 65-87; più in generale il problema

dell'archeologia urbana è stato riproposto nel seminario

Archeo-

logia e pianificazione dei ceniri urbani,

tenutosi a Rapallo nel

1978, i cui atti sono pubblicati in Archeologia Medioevale

IV, 1979. In particolare si veda il contributo di

GABRIELLA

MAETZKE,

Significato del documento archeologico nello studio

e nella tutela dei centri storici,

pp. 15-21.

(8) Per il teatro cfr.

SILVANA FINOCCHI,

I nuovi scavi del

teatro romano di Torino,

in 'Boll. SPABA

,

n.s. XVI-XVII,

1962-63, pp. 142-149.

(

9

) Per l'antico Foro, il

Praetorium

e le aree sacre cfr. C.

PROMIS,1869;

FERDINANDO RONDOLINO,

Storia di Torino anti-

ca (datla origine alla caduta detl'impero),

(Atti SPABA, XII),

Torino 1930; id.

Il Praetorium di Torino,

in « Atti SPABA

» ,

XI, 1929, pp. 61-80;

GOFFREDO BENDINELLI,

Torino romana,

Torino 1929; testimonianze di un edificio pubblico e monumen-

tale, da collocare presumibilmente nel settore nord-orientale

della città, sono i frammenti di iscrizione su blocchi calcarei

rinvenuti durante gli scavi del Giardino Reale, cfr.

ALFREDO

D'ANDRADE,

Torino - Scoperte epigrafiche avvenute presso

l'antica cinta di Augusta Taurinorum,

in « NSc ,. , 1899, pp.

209-213; AUGUSTO

TARAMELLI,

Note intorno ai frammenti d'i-

scrizione rinvenuti negli scavi del Giardino Reale, nel marzo e

nell'aprile 1899,

ibid., pp. 213-216.

(lo) Inglobata in strutture posteriori, ebbe diverse destina-

zioni d'uso e solo nella seconda metà dell'Ottocento iniziò la

sua rivalutazione storico-scientifica con massicci interventi di

restauro. Si veda da

ultimo LILIANA MERCANDO,

D'Andrade e

l'archeologia classica,

in

AA.VV

.,

Alfredo D'Andrade,

1981,

pp. 94-100.

(") Per le epigrafi rinvenute nel 1772, nella demolizione

del bastione della Consolata, come materiale di reimpiego, e per

altre ritrovate presso la Chiesa della Consolata cfr. C.I.L. V,

7014, 7015, 6996, 7101, 7104, 7106, 7123, 7066, 7018, 7019,

7020, 7084, 6950, 7090, 7092, 7035, 7116, 7037, 7122 e

PIE-

TRO BAROCELLI,

Sepolcri di età romana scoperti in Piemonte,

in « Boll. SPABA XI, 1927, pp. 88-89. Per le iscrizioni ap-

partenenti a monumenti sepolcrali rinvenute nella zona di Porta

Palazzo cfr. C.I.L. V, 7061, 7062, 7046, 7030, 7089, 7025,

7109, 7116; inoltre

VINCENZO PROMIS,

Torino,

in «NSc

»,

1889, p. 27 e P.

BAROCELLI,

Sepolcri,

cit.

(12) Ambiente a pianta semicircolare con resti di pavimen-

tazione marmorea rinvenuto nel lato occidentale di <. piazza del-

la frutta .. - Porta Palazzo. Cfr. C.

PROMIS,

1869, pp. 186-187.

Riferibili ad un complesso termale extraurbano, di cui questo

ambiente costituirebbe uno degli ambienti riscaldati, potrebbero

essere gli elementi architettonici in travertino ritrovati, come

materiale di reimpiego, nella demolizione di un edificio in piaz-

za della Repubblica, angolo via Mameli, nel 1955 (SAP).

(13) GOFFREDO BENDINELLI,

Un arco imperiale eretto in

Augusta Taurinorum nel I secoto dopo Cristo,

in «Torino

'.,

XIII, 11, 1933, pp. 3-20.

(14) Posta all'incrocio delle attuali via G

ar

ibaldi e corso

Siccardi. Agli inizi del XIV sec. dalla struttura muraria già si

prelevava materiale per la costruzione del Castello (cfr. il

Libro

di spese di Pietro Panissera,

in F.

MoNETTI,

F.

RESSA,

1982);

le parti emergenti vennero abbattute in occasione dell'ingresso

in Torino di Caterina d'Austria, sposa al duca Carlo Emanuele

I, nel 1585 (cfr.

GABRIo BUSCA,

Dell'Architettura militare,

Milano 1601, libro I, cap. 7). Il definitivo abbattimento avvenne

con il terzo ampliamento della città nella prima metà del Sette-

cento. Il Promis segnala ancora il rinvenimento nel 1845 di resti

della pavimentazione alla profondità di m. 1,85 sotto il livello

stradale dell'epoca (1869, p. 198) ed infine il D'Andrade ne

identifica la

statio (Relazione dell' Ufficio Regionale per la con-

servazione dei Monumenti del Piemonte e detla Liguria,

parte I,

1883-1891, Torino 1899, p. 9, nota 1).

(15) Per il vasto sepolcreto rinvenuto intorno all'erigenda

stazione di Porta Susa cfr.

ERMANNO FERRERO,

Sepolture ro-

mane

scoperte a Torino,

in Atti SPABA., III, 1880, p. 220;

FIORELLI,

Torino,

in «NSc.., 1882, pp. 337-338 (segnalazione

di V. Promis);

VINCENZO PRoMIS,

Vaso romano con botlo tro-

vato presso Torino, in «

Atti SPABA

,,

, IV, 1883, pp. 254-255;

cfr. anche C. PRoMIs, p. 187. Per il gruppo di tombe rinvenute

tra via Perrone e via Bertrandi cfr.

ERMANNO FERRERO,

Tombe

romane scoperte a Torino,

in Atti SPABA», III, 1880, pp.

117-118; id.

Torino,

in «NSc. , 1881, p. 179. Queste indivi-

duano, insieme ad altre sepolture rinvenute tra le vie Perrone,

Juvarra, Bertrandi, Bertola e Cernaia, una più vasta area sepol-

crale:

Cff. ERMANNO FERRERO,

Torino - Sepotture dell'età ro-

mana,

in «NSc » , 1896, p. 119; id.

Torino - Tomba scoperta

dentro la città,

in «NSc 1903, p. 99;

ERNESTO SCHIAPAREL-

LI,

Torino - Tomba romana scoperta entro la città,

in «NSc

1908, p. 341;

BAROCELII,

Sepotcri,

cit., XII, 1928, p. 81;

BENDINELLI,

Torino romana,

cit., pp. 55-56. Per l'ipogeo rin-

venuto nel 1904 in via del Deposito, ora via Piave, tra via

G

ar

ibaldi e via del Carmine, cfr.

ERMANNO FERRERO,

Tomba

dell'età romana scoperta nella città,

in «NSc», 1904, pp. 355-

360; inoltre

BAROCELLI,

Sepotcri,

cit., IX, 1925, p. 92 e

BEN-

DINELLI,

Torino romana,

cit, p. 56. Per i rinvenimenti di carat-

tere funerario tra Chiesa della Consolata e via G

ar

ibaldi cfr.

FIORELLI,

Torino,

in «NSc», 1884, p. 263 (segnalazione di V.

Promis); ibidem, 1885, pp. 27 e 299-300 (nota di V. Promis);

VINCENZO PRoMIs,

Torino - Nuovi avanzi dette mura romane,

in «NSc», 1885, pp. 95-97;

BAROCELLI,

Sepolcri,

cit., XII,

1928, p. 82. Per le tombe tra corso Valdocco e via del C

ar

mine

cfr.

ERMANNO FERRERO,

Torino - Tomba romana scoperta

entro t'abitato,

in «NSc», 1895, p. 401. Infine per la tomba

con epigrafe rinvenuta durante lo scavo delle fondamenta della

chiesa del Carmine, cfr.

BAROCELLI,

Sepolcri,

cit., XIII, 1929,

p. 75.

(16) Detta Porta Marmorea, sorgeva allo sbocco del

cardo

inasitnus,

attuale via S. Tommaso, in via S. Teresa. L'immagi-

ne della porta è forse da riconoscersi nel disegno di Giuliano da

Sangallo conservato alla Biblioteca Vaticana (cfr. AA. VV.,

Forata Urbana.

1968, vol. I, tomo I, Il A doc. I , p. 551).

Anche alla Porta Marmorea fin dall'inizio del XIV sec. si prele-

varono materiali da costruzione, sino a renderne precaria la

stabilità. Lavori di ripristino formale e strutturale sono conse-

guenti (cfr.

Libro di spese di Pietro Panissera,

cit., nonché

t'Ordinato det Comune

del 10 ottobre 1381, in ASCT). Venne

distrutta intorno alla metà del XVII sec. con tutto il tratto delle

mura compreso tra la Cittadella e piazza S. Carlo, per l'amplia-

mento della città verso sud, mentre i materiali di maggior pregio

vennero richiesti nel 1660 dal Comune per lavori di restauro al

ponte di pietra sul Po (ASCT, spediz. 611-612, mazzo 2, n. 23).

(17) Per i corredi funerari e le epigrafi (C.I.L. V, 6951,

7033, 7045, 7050, 7085, 7098, 7100, 7120, 7126) rinvenuti

nella demolizione delle mura romane durante la costruzione

della Cittadella e per altri materiali ritrovati presso il Mastio cfr.

C.

PROMIS,

1869, p. 172;

ERMANNO FERRERO,

Avanzi antichi

scoperti nei tavori per la fognatura,

in <, NSc » , 1894, p. 398 e

in ultimo

BAROCELLI,

Sepolcri,

cit., XII, 1928, p. 81.

(18) In via Roma all'altezza di via Arcivescovado, cfr.

CARLO CARDUCCI,

Resti di costruzioni romane,

in « NSc

» ,

1938, pp. 309-310.

(19) MACCANEO

(Domenico della Bella detto),

Epitomae

Historicae, Cornelius Nepo,

Torino 1508, cap. 42, fol. DIII;

GUIDO PANCIROLI,

Raccotte d'alcune cose più segnalate ch'eb-

bero gli antichi, e d'alcune altre trovate dai moderni,

Venezia

1612, cap. 18, p. 56.

(20) Cfr. pianta del Bagetti nella guida del Paroletti.

(21) In corso Vittorio Emanuele II angolo corso Re Umber-

to, cfr.

MARCO CALDERINI,

Atti della Società (1901).

in «Atti

SPABA.., VII, 1897, p. 262.

(22) Per il frammento di iscrizione funeraria o onoraria ri-

trovato come materiale di reimpiego nella torre meridionale di

palazzo Madama cfr.

FIORELLI,

Torino,

in «NSc » , 1884, p.

338 (nota di V. Promis); per i resti di un piccolo monumento

figurato rinvenuto a sud di Palazzo Madama cfr.

PIETRO BARO-

CELLI,

Avanzi di un piccolo monumento con la figurazione detla

Lupa atlattante e dei gemelti, in «

NSc», 1925, pp. 97-98; id..

Sepolcri, cit.,

IX, 1925, p. 91.

(23) Arrivò quasi intatta fin verso al XIII secolo quando le

sue torri vennero inglobate nel Castello di Torino. L'indagine

del D'Andrade a fine Ottocento, ha permesso l'identificazione

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