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ogni unità produttiva corrisponde, un edificio misto

abitativo - produttivo, definito come successione

organizzata di tipologie funzionali. Il nucleo abitati-

vo è affiancato da una serie di ambienti destinati al

ricovero del bestiame, alla conservazione dei pro-

dotti agricoli ed altri di servizio. Le abitazioni, di

solito a due piani fuori terra, sono di dimensioni

limitate in funzione delle modeste esigenze della

famiglia contadina. È, invece, predominante, a cau-

sa della dimensione assunta dalle attività di alleva-

mento del bestiame e dell'adozione delle tecniche

della stabulazione chiusa, lo sviluppo delle stalle

che contribuisce a determinare l'andamento orizzon-

tale dell'edificio. Alle stalle si sovrappongono, con

uguale sviluppo, granai e fienili. Le varie funzioni

appaiono chiaramente connotate nei prospetti inter-

ni. I nuclei abitativi hanno superfici intonacate nelle

quali finestre e balconi si dispongono secondo un

disegno generalmente simmetrico. Le stalle, coperte

a volte per sorreggere i depositi soprastanti, presen-

tano solo poche aperture funzionali.

Al piano superiore lunghe teorie di loggiati si

aprono sui fienili ai quali l'orientamento prescelto

garantisce il massimo di insolazione.

Un terzo corpo di fabbrica, destinato a deposito

degli attrezzi e a rimessa dei carri, il « caso da ter-

ra», si dispone lungo il lato sud-ovest della corte.

Molto spesso si tratta della sostituzione o dell'am-

pliamento di tettoie esistenti, a volte della costruzio-

ne di nuovi corpi (

18

) di fabbrica in muratura a ma-

nica semplice o doppia.

Negli insediamenti minori si tratta semplicemen-

te di alcune tettoie accostate al muro di recinzione,

in quelli maggiori il deposito assume la forma di un

porticato a tutt'altezza, definito sul lato interno da

una successione di pilastri in muratura che sorreg-

gono direttamente le capriate del tetto. La cascina

nella sua formà compiuta, acquista la tipica forma

da U aperta verso sud-est per garantire buone condi-

zioni di soleggiamento (

19

). Appare ulteriormente

definito lo spazio della corte, che si costituisce ve-

ramente come un luogo comunitario di vita e di la-

voro, verso il quale l'intera cascina è rivolta e nel

quale convergono e si prolungano tutte le attività

della comunità contadina.

La sostanziale unità del complesso rustico non

appare intaccata dalla presenza di due elementi

complementari: la residenza padronale e la cappella.

Secondo il censimento del Grossi i proprietari

non contadini che risiedono abitualmente sul fondo

sono numericamente irrilevanti e appartengono, in

genere, allo strato inferiore della borghesia urbana.

Analogamente irrilevante è il numero di residenze di

nobili o di borghesi non integrate in un insediamento

produttivo. Appare frequente, invece, specialmente

a partire dalla seconda metà del Settecento, l'inse-

rimento della palazzina di saltuaria residenza padro-

nale come protendimento dell'impianto agricolo.

L'edificio padronale non interviene sul mondo cir-

coscritto della corte. Schema distributivo e connota-

zioni architettoniche si configurano come graduale

trapasso dal modello rurale ai complessi repertori

tipologici urbani. Alla palazzina si lega, in genere,

la presenza della cappella. Separata dalla corte e

rivolta verso l'esterno, la cappella appare come una

cerniera tra l'unità abitativo-produttiva e l'ambiente

circostante.

Allo schema tipologico funzionale che individua

chiaramente l'uso delle diverse parti di un organi-

smo unitario, corrisponde un altrettanto puntuale

ricorrere di tipologie costruttive e di uso di materia-

li. La casa rurale, su due piani con scala centrale, è

costruita in muratura portante con solai in legno

(raramente volte in muratura) controsoffittate con

cannicciati intonacati. Il suo volume spesso emerge

in altezza nel lungo corpo di fabbrica che lo ospita

denunciando la sua funzione principale. La copertu-

ra, come quella di tutto il complesso rurale, è in

capriate di legno di rovere o di castagno con sovra-

stante manto di coppi.

Le stalle sono coperte con volte a botte policen-

triche rinforzate da costolature murarie all'estrados-

so, inglobanti la catena superiore; lunette regolari

permettono l'apertura delle finestre; spesso sulla

muratura di fondo appare l'ingegnoso dispositivo di

aerazione. Superiormente alle stalle i granai e i fieni-

li sono completamente aperti con loggiato o portici,

eseguiti in muratura.

Emerge nell'insieme unitario della struttura rura-

le questo carattere di « eseguito per parti » con fun-

zioni e tipologie costruttive chiaramente definite. I

materiali e gli elementi costruttivi adottati rientrano

nella tradizione piemontese e ne riflettono la codifi-

cazione stabilita dalla Città di Torino (

20

). L'accura-

ta esecuzione testimonia la presenza di maestranze

altamente qualificate, e la cura e la ricercatezza negli

elementi decorativi, anche se improntati a semplici-

tà, come modanature, cornici, metope conci di chia-

ve dimostrano, come già prima notato, i legami con

i modelli urbani (

21

).

Spesso negli ambienti interni delle palazzine ci-

vili sono ancora conservati elementi decorativi del-

l'arredo barocco torinese: porte decorate con sovra-

porte, camini, tapppezzerie. Le cappelle, quasi tutte

in avanzato stato di degrado, testimoniano una ric-

chezza contenuta ed un gusto raffinato.

Lo studio di queste preesistenze finalizzato alla

stesura del nuovo Piano Regolatore Generale ha

permesso di individuare infine gli aspetti diversi ed

alquanto articolati delle attuali funzioni, spesso mol-

to lontane dalle originali.

È possibile suggerire una classificazione secon-

do due parametri: l'attuale destinazione d'uso e la

posizione geografica rispetto alla città. Si può porre

in evidenza, da un lato, il rapporto tra l'utilizzazione

in atto e le potenzialità della struttura e dall'altro il

rapporto tra la struttura e la città, vista come luogo

da cui traggono origine i bisogni dell'abitare (22).

Da questa lettura derivano cinque insiemi, qui

schematicamente esemplificati.

1) Le strutture inserite nelle aree residenziali urba-

ne, che hanno perduto la loro dimensione produt-

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