

nizzate; come dimostra la presenza di edifici ad an-
golo, scelta imposta da reticoli viari ormai consoli-
dati. Si tratta quasi sempre di edifici di grande di-
mensione (tre piani, più di 25 classi) in qualche caso
occupanti l'intero isolato. È di questo periodo il
primo edificio con struttura portante interamente in
cemento armato (Alfieri) mentre rimane comune
sino al '33 la tipologia mista con murature verticali
portanti, orizzontamenti a volta negli interrati, oriz-
zontamenti piani nella parte fuori terra.
Dal 1921 al 1931 riprende con vigore l'attività
edificatoria secondo le direttrici. Vengono messe in
cantiere I2 scuole che seguono e/o promuovono la
crescita delle aree urbanizzate lungo tutto il perime-
tro della cinta daziaria; prevalgono gli edifici di
dimensioni medie (meno di venti classi) ed il tipo a
corte (aperta e chiusa).
NOTE
(1) P. BARtcco,
L'istruzione popolare in Torino,
Eredi
Botta Ed., Torino, 1865;
ID.,
Gli asili d'infanzia e le scuole
infantiti in Torino,
Tip. Bona, Torino, 1884;
AA.VV., I
cento
anni della vita degli asili infantili di Torino,
Tip. Bona, Torino,
1938;
L. OTTINO,
Le scuole comunali di Torino prima del loro
passaggio allo Stato,
Gambino Ed., Torino, 1951; L. SECCHI,
Edifici scotastici italiani,
U. Hoepli Ed., Milano, 1927; S. GI-
RIODI,
L.
MAMINO,
Le vecchie scuole torinesi. Un patrimonio
da riqualificare,
in «ABITARE», n. 199, Milano, 1981;
ID.,
Torino 1848-1933. Per un archivio operativo delle scuole co-
munali,
in <HINTERLAND» Milano, n. 17, 1981.
(2) Si allega al testo una tabella che riporta l'elenco degli
edifici
(è
stato corretto l'elenco dell'Ottino) ed i dati significativi
per ognuno di essi, costruita in modo da rendere rapida ed
agevole una lettura riassuntiva od incrociata dei dati stessi.
(Cfr. 11).
830