

Le scuole comunali a Torino (1848-1933)
Sisto GIRIODI
Nelle scuole elementari costruite a Torino dal
1848 al 1933, è consegnata ad un lettore avvertito la
storia della scuola come istituzione (colta nel suo
nascere e nei modelli didattici ed organizzativi suc-
cessivi), della scuola in quanto edificio e parte della
città (tipo edilizio ed urbanistico normato da leggi
apposite), della scuola come parte del sistema della
costruzione (luogo dei materiali e delle tecniche,
oltre che delle norme e degli usi). Si tratta quindi di
un insieme di edifici che la ricerca storica più recen-
te, attenta alla cultura materiale con interessi e stru-
menti nuovi, permette di collocare nell'ambito dei
beni culturali, sull'esempio di quanto sta avvenendo
per il patrimonio esistente di edifici residenziali e
industriali dell'Ottocento e del Novecento.
Determinante per il lavoro di schedatura qui
proposta è stata la disponibilità del materiale raccol-
to nel corso di una precedente ricerca svolta con
contributo C.N.R. (responsabile arch. L. Mamino)
sull'edilizia scolastica a Torino, ricerca che ha por-
tato al rinvenimento negli archivi comunali dei dise-
gni di progetto di buona parte degli edifici ed alla
loro riproduzione fotografica e schedatura, nonché
nel corso di esercitazioni e tesi di laurea sviluppate
all'interno del corso di composizione architettonica
(prof. R. Gabetti) dagli studenti A. Anzolin, M.
Capitolo, A. Crivello, F. Macone, F. Revelchione,
E. 011ino, T. Piquè che hanno portato alla raccolta
dei documenti scritti: dibattiti e delibere consiliari,
relazioni sulla gestione, programma di conduzione
didattica relativi alla costruzione delle scuole.
Per questa occasione la schedatura è stata am-
pliata fino ad includere gli edifici per la scuola ma-
terna, del resto già accomunati a quelli per la scuola
elementare nel lavoro fondamentale di L. Ottino (
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).
Per collegare la storia di questi edifici alla storia
complessiva della città si riprende qui una parte del
testo redatto in occasione della Mostra sul riuso del
patrimonio edilizio comunale tenutasi a Torino nel
1980.
Il Piemonte e la Città di Torino in particolare,
già alla metà dell'Ottocento sono interessati da rile-
vanti fenomeni di industrializzazione. Questo segno
tangibile di una espansione economica in atto è il
fondamento di quell'eccezionale impegno pubblico
e privato che per circa un secolo caratterizzerà la
Città di Torino nella lotta all'analfabetismo e al di-
sadattamento culturale di massa. Industrializzazione
ed urbanesimo portano infatti da un lato rottura dei
tradizionali equilibri famigliari e dall'altro la neces-
sità di un apprendimento più sistematico.
Nel campo della istruzione popolare il Comune
di Torino e lo Stato Sabaudo avevano già maturato
una esperienza quasi centenaria, ma questa era sem-
pre stata vista come educazione propedeutica allo
studio del latino e cioè all'impostazione di studi di
grado superiore, dando luogo a due classi distinte,
quella dei colti e quella dei semianalfabeti.
Nel 1815 viene invece disposta, col patrocinio
del ricostruito Magistrato della Riforma, l'apertura
delle prime due scuole primarie gratuite in Borgo
Dora e Borgo Po. Nel 1822-23 segue l'apertura delle
scuole elementari del Carmine, di S. Filippo, di S.
Francesco, di S. Carlo. Intanto nel 1821 era stata
aperta a Torino la prima Sala di Custodia (la « Prin-
cipessa Clotilde ») cui seguiranno Asili Infantili
« aportiani » degli anni Trenta e la fondazione della
Società degli Asili Infantili (I838) e della Federa-
zione degli Asili Suburbani (1891).
La Riforma delle scuole che trova un punto fer-
mo nelle Lettere Patenti di Carlo Felice del I822
(obbligo di ogni comune ad istituire una scuola gra-
tuita «per istruire i fanciulli nella lettura, scrittura,
dottrina cristiana e negli elementi della lingua italia-
na e aritmetica ») e nella pratica istituzione di una
prima serie di scuole elementari e materne ancora
prima del I848 si avvalse degli apporti illuminati di
uomini di lettere, statisti e religiosi, che si impegna-
rono direttamente nell'amministrazione e nella ge-
stione della complessa e nuova rete di istituzioni
pubbliche.
Così quando, nel 1848, Carlo Alberto emana la
legge organica sulla pubblica istruzione, a Torino
esistono già 1500 alunni nelle scuole elementari (L.
Ottino) e circa 2000 nelle scuole materne (P. Baric-
co).
Dopo il 1848 il Comune di Torino delibera di
aprire le prime classi femminili, le prime scuole se-
rali, specialmente per operai, le scuole festive. Già
prima della Legge Casati (I859) Torino ha un As-
sessorato all'Istruzione, un Ispettore Generale delle
scuole elementari e proprio nel 1859 vengono ema-
nate le « Istruzioni per il governo delle scuole di
Torino » .
Ma le grandi opere che caratterizzano e distin-
guono la Città di Torino nel campo dell'edilizia sco-
lastica, sorgono dopo il 1870. Prima di quella data la
scuola elementare del Comune, pur fiorente, era sta-
ta ospitata in locali in affitto o in edifici non costruiti
appositamente per la scuola. Dopo il 1870 il Comu-
ne di Torino, lasciando la scuola materna alla Socie-
tà degli Asili Infantili e alle varie congregazioni re-
ligiose, predispone un programma di istruzione
popolare che non ha confronti in Italia. Nel 1861 la
Città di Torino contava 204.000 abitanti e i frequen-
tanti delle scuole popolari in totale (scuole diurne,
serali, speciali, maschili e femminili) costituivano il
14% della popolazione
(L.
Ottino).
Finalmente, nel 1879, il Comune vara le « Nor-
me per la costruzione e l'arredamento delle Scuole
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