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tiva e la loro funzione originale e sono in stato di

quasi totale abbandono.

2) Le strutture poste lungo le sponde dei fiumi Po,

Dora, Stura, Sangone che hanno perduto solo in

parte la loro dimensione produttiva e la loro fun-

zione originaria e sono utilizzate oltre che per

l'agricoltura, per attività artigianali, per magaz-

zini e come residenza.

3) Le strutture all'interno di aree rurali, che conser-

vano la loro funzione agricola, pur avendo perdu-

to buona parte della loro dimensione produttiva,

e sono anche utilizzate per piccole attività arti-

gianali o commerciali.

4) Le strutture ai margini della città che hanno per-

duto la loro funzione agricola e vengono utilizza-

te come residenze.

5) Le strutture eccezionali che per caratteristiche

architettoniche, ambientali e di dimensione rap-

presentano momenti di particolare valore e si-

gnificato per la città e il territorio.

Questa classificazione, annotata nella scheda di

censimento, potrà fornire un riferimento per le indi-

cazioni di disciplina.

NOTE

(1) M.G.

DAPRA CONTI,

C.

RONCHETTA,

Preesistenze ru-

rali

e riqualificazione dei tessuti urbani periferici,

1977, pp.

1-32.

(2) I frontispizi dei due volumi recano rispettivamente:

(Vol.

I) Guida alte cascine e vigne del territorio di Torino e suoi

contorni,

1790, e (Vol. II)

Guida alle ville e vigne del territorio

di Torino e contorni,

1791.

(

3

) La distribuzione della proprietà in funzione della com-

posizione sociale dei possessori emerge chiaramente dal censi-

mento del Grossi. Ai margini del sistema si stendono, da ovest a

est, i grandi possedimenti dinastici di Mirafiori, Stupinigi, Ve-

naria e Regio Parco. Degli altri insediamenti produttivi agricoli

analizzati con voce specifica nel torno 1, 125 sono suddivisi tra i

vecchi nobili, divenuti cortigiani nel processo di trasformazione

interno alla stessa classe aristocratica, e tra la vivace e attiva

nobiltà di recente infeudamento. La borghesia in ascesa econo-

mica, costituita ancora da avvocati e notai, ma soprattutto da

mercanti e banchieri, detiene altri 84 insediamenti. La proprietà

religiosa a vario titolo si estende a 64 insediamenti. Accanto ai

possedimenti delle classi superiori rimane consolidata anche una

quota, certamente non rilevante, ma tuttavia significativa, di

piccola proprietà contadina. Oltre ai «tetti» e casolari, il Grossi

cita 21 cascine appartenenti a particolari, contadini e margari.

Relativamente al numero degli insediamenti, la composizione

sociale dei proprietari appare così ripartita: proprietà nobiliare

42,52%, proprietà borghese 28,57%, proprietà religiosa

21,77%, proprietà contadina 7,14%.

Oltre ai tenimenti reali mantengono la dimensione della

grande proprietà, compresa tra le 800 e le 600 giornate (da 304 a

228 ettari circa) i possedimenti patrizi del Drosso, di Lucento,

della Saffarona e di San Giorgio e quelli religiosi dell'Abbazia

di Stura e della Certosa di Collegno. Il Grossi cita, inoltre, tre

insediamenti di 300 giornate (114 ettari), La Bellezia, La Casa-

bianca e La Manta; fa Motta di 227 giornate (86,26 ettari); Il

Giaione di 180 giornate (68,50 ettari), questi ultimi tutti di

proprietà nobiliare. Il resto del frazionamento oscilla tra le 100 e

le 150 giornate (da 38 a 57 ettari circa), con alcune punte mini-

me che, in particolare, riguardano i fondi ad alta specializzazio-

ne produttiva (orti).

(4) G.

PRATO,

1908, pp. 37.

(5) CARTA GEOMETRICA I DEL TERRITORIO DI TO-

RINO I E SUOI DINTORNI [...],

Giuseppe Barone, 1833.

(6) C.

RONCHETTA,

Indirizzi metodotogici per it ricupero

del sistema rurale torinese,

in «Cronache Economiche., Tori-

no, 1980, n. 4, pp. 25-44.

(7) P.

SERENO,

L.

FALCO,

G.

MORBELLI,

1976, pp. 506-

510.

(8) L'unico esempio importante di intervento ottocentesco

ancora presente è rappresentato dalla cascina Fiorita, ora Mar-

chesa, che viene dotata all'inizio del secolo di due granai realiz-

zati con un colonnato dorico sovrastato da un timpano.

(9) TOPOGRAFIA I DELLA CITTÀ E TERRITORIO I DI I

TORINO [...],

Antonio Rabbini, 1840.

(10) CARTA TOPOGRAFICA DEI CONTORNI DI TORI-

NO I

Antonio Rabbini, 1855.

(11) G.

BOFFA,

1975.

(12) E.

GRIBAUDI

RossI, 1970

(13) M.G.

DAPRA CONTI, C. RONCHETTA,

1977.

(14) P.

SERENO,

1978, pp. 271-299.

(15) Particolarmente ricchi di cabrei e testimoniali di stato e

documenti storici sono l'Archivio Arcivescovile, l'Archivio del-

l'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e l'Archivio dell'Ospedale

S. Giovanni.

(16) L.

PALMUCCI

in

AA.VV

.,

It problema,

1982, pp. 173-

195.

(17) C.

RONCHETTA,

B.

DELPIANO,

1981, pp. 95-108.

(18) L. PALMuccI, in

AA.VV.

,

It problema...,

1982. Vedi

la cronologia degli interventi di riplasmazione dell'intero nucleo

ed in particolare i diversi lotti di lavori per la costruzione dei

«casi da terra».

(19) Sul territorio torinese si ritrova un discreto numero di

cascine articolate su quattro corpi di fabbrica disposti lungo i

quattro lati della corte. Il quarto braccio, quando non si tratti di

un ampliamento ottocentesco e dell'ala residua di un precedente

fabbricato, corrisponde alla maggiore estensione di uno degli

elementi tipologici descritti, senza contraddire il processo di

formazione.

(20) Cfr. „ Regole stabilite dall'Illustrissima Città di Torino

gli I I giugno 1633, pei Misuratori delle fabbriche, Impresari

delle medesime, Mastri da muro, e da bosco», in A.

GRoSsI,

op. cit.,

p. 183.

(21)

AA.VV.

, 1968, vol. I, t. I, p. 585 «Maggiori pretese

architettoniche si riscontrano in certe cascine costruite ex novo

da nobili o ricche famiglie. Ivi si possono rilevare impostazioni

architettoniche unitarie, tafvolta disegnate da bravi autori..

(22) C.

RONCHETTA.

Indirizzi metodologici, cit.

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