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Terovana ed Edino furono da lui sottomesse colla forza dell'armi
e il duca Buglione, Maresciallo di Francia che le difendeva, fatto
prigione.
Nel 1555 ebbe da Filippo II, Monarca delle Spagne, il governo
dei Paesi Bassi quasi in premio d'aver assistito al matrimonio di
quel Re con Maria d'Inghilterra avvenuto in Londra nel 1554,
ma forse più particolarmente perchè potesse in seguito assalire
la
Francia da quella parte, che mostravasi voglioso assai d'aver
la
ri–
vincita delle solenni sconfitte toccate.
E infatti Emanuele Filiberto, nel
I
557 raccolta oste numerosa
.nelle Fiandre, e col sussidio di truppe inglesi venutegli in
socc~rso,
assali la Francia. Forte il suo esercito di
50
mila fanti e 14 mila
cavalli strinse d'assedio la famosa piazza di S. Quintino in Piccardia
che era in mano dei Francesi.
Il re di Francia mandò in aiuto di quella un validissimo esercito
con a capo il Contestabile Anna di Montmorency, che scontratosi
colle truppe d'Emanuele il
IO
agosto
I
557, impegnò fierissima
battaglia; la vittoria arrise ancora più splendida che mai al prode
Duca di Savoia che n'ebbe primo compenso nell'augusto titolo di
«
Eroe di S. Quintino» che gli storici registrano. In quella me–
rnoranda giornata, che costò sì 'caramente all' irrequieta Francia e
coperse d'imperitura gloria un Figlio della Real Casa di Savoia,
venne fatto prigioniero lo stesso Contestabile Anna di Montmorency,
che, veduta l'immediata mala sorte delle sue genti, slanciossi nel
più folto della mischia, desioso di cedere cara la sua vita; Ema–
nuele, che ove maggiore era
il
pericolo sempre accorreva, lo ri–
conobbe dalla particolar destrezza e furia nel menar colpi e giunse
in tempo a salvarlo all'ira degli Spagnuoli conducendolo prigione
in uno ai Duchi di Montpensier, di Longueville, di Mantova, e
molti altri più illustri gentiluomini di Francia, oltre a gran parte
dell'esercito non salvatosi colla fuga.
Pari alla vittoria fu il bottino di guerra che l'esercito impe–
riale trovò sul campo: immensa quantità di carri, bagagli, artiglierie,
tende, vessilli, viveri, tutto insomma che equipaggiava il numeroso
esercito francese cadde nelle mani dei vincitori. La fortezza di
S. Quintino, validamente difesa dall'ammiraglio Di Coligny, capitolò
anch'essa pochi dì dopo, impotente a più oltre continuare la re-
sistenza contro un assediante così ardito, così maestro nelle im-
prese guerresche, così fortunato.