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1 MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO

marmi ed adorna di pitture di pennelli pregevoli, quali di

Sebastiano Taricco da Cherasco, di Stefano Maria Legnani

detto

il

Legnanino da Milano, del cavaliere Peruzzini, di

Daniele Seyter, del Dauphin, del pittor Gnidobono, detto

il

prete di Savona, sepolto in essa chiesa con epigrafe procu-

ratagli dal lodato tèologo Boslc> e

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ebbero patronato o diritto di

sepoltura, e vi giacciono: Giovanni Molinari, uno dei migliori

allievi del Beaumont, nato a Caresana di Vercelli; Bartolomeo

Guidobono,

pittor virtuosissimo

(1);

Tommaso Carlone,

exi–

mivs artis phidiacae cultor,'

il

marchese Anastasio Germonio;

il conte Claudio Sansoz e non Sancio, secondo il Bosio

l.

C.,

segretario del duca, Filippo d'Osasco, precettore dei reali

Principi;

il

marchese Guglielmo Francesco Carron di S. Tom–

maso,

monsieur Ghibert, ingegnero di

S.

A. R.,.

Carlo

Fran~

cesco Graneri, marchese della Roccia; il marchese Carlo

Francesco Morozzo d'anni 7

l,

trasportato di notte in una

carrozza della Corte;

Burotti, conte di Scagnello da Cherasco,

d'anni

22,

ritiratosi nel convento al tempo dell' assedio per causa

criminale e rimaso per sei mesi, dopo lunga infermità morì (4

ottobre

1706); (24

gennaio

1709)

Bartolomeo Guidobono da

Savona, pittore operosissimo; la marchesa di Barolo

(1736);

il tipografo dell'Università degli studi

(1748);

Giambattista

Cays di Nizza; il vercellese Gian Francesco Marchini, pro–

fessore di Sacra Scrittura e lingue orientali nell'università

(1774),

ecc. ecc.

(2).

Molte sono le epigrafi di questa chiesa, che ad onore dei

suoi rettori, ci rimasero anche nelle ristorazioni ed abbelli–

menti seguiti, ben diversamente da quello che capitò, come

dicemmo or ora, a S. Domenico e a S. Francesco d'A

~sisi,

ove, con ignoranza, pari alla negligenza, furono distrutte.

(I)

Libri parrocchiali.

(2)

Ib .