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I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO
Al suolo, innanzi la cappella della Concezione era stata
posta a' suoi di la seguente:
J
o s e p h Ber t e t t i svis svorvmqve cineribvs
Tvmvlvm paravit a D. MDCCLXIlI.
Nel vestibolo infra la sagrestia ed il coro erasi preparata
la sua tomba.
Victorivs Vianson Salvtii miles
Tribvnvs aerarii et capitanevs
Sibi svisqve
Tvmvlvm constitvebat MDCCLXXII.
Nell'andito della cappella di mezzo alla prima dal lato del–
l'epistola fu sepolto l'abate di Selve Gian Antonio Palazzi di
buona famiglia di agiati di
Gassino,
già sotto bibliotecario del–
l'Università degli studi. Chiamato nel 1720 a compilare una me–
moria intorno ai sovrani che avevano abdicato la corona, fu
cosi, conosciuto da Vittorio Amedeo
II,
e lo fu tanto più
da Carlo Emanuele IlI, che di mandato del· marchese d'Ormea
gli diè incarico di compilare la storia apologetica del con–
cordato del 1727 con Roma. Ma sovratutto importante è la
storia manoscritta della relazione dell'abdicazione di Vittorio
Amedeo II, rimasta segreta molti e molti anni nei
più
in–
timi archivi della Corte, ed ora visibile presso la real biblio–
teca. Il 18 maggio del 1732 l'abate Palazzi, già economo
generale dei benefizi vacanti fu nominato consigliere regio
e bibliotecario dell'Università per i servizi vari resi da lui, e
come economo e come precettore del principe Costantino
d'Assia Rheinfelds. Mori nel 1764; e fu sepolto come si è
detto con quest'epigrafe: