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OSPEDALE DI S. GIOVANNI BATTISTA

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Ecco le altre che, secondo il sistema praticato dalla

maggior parte delle chiese sovra descritte, riferiremo se–

condo l'ordine cronologico, anteposto al1' alfabetico, come

avevamo fatto sul principio di quest'opera. Ma la estensione

che ha preso ornai lo scritto, c'induce a limitarci d'or in–

nanzi, unicamente ad accennare in nota, le notizie compen–

diate di coloro a cui le iscrizioni si riferiscono.

Sebben senza data, nondimeno non dovendo essere di

molto posteriore al 1659, riferisco prima la lapide che ri–

guarda Tommaso Isnardi abate di S. Maria di Caramagna,

ecc.

(I),

benemerito dell'ospedale per cospicua donazione.

Thomam Isnardv m de Castello abbatem

55. Mariae de Caramania bis mille argenteos hvic Nosocomio legasse

Ideoqve qvaqve tertia et sexta

Feria in animae iIIivs svffragivm missam perpetvo

Celebrandam atqve pro ipso commemorationem cvm

Or·atione Devs qvi inter apostolicos sacerdotes

Famvlvrn tvvm Thomam Isnardvm etc. tvmvliqve

Benedictionem in fine per capellanos eivsdem

Nosocomii faciendam reliqvosqve frvctvs dicti legati

In svstentationem infirmorvm applicandos

Stat hic lapis perenne monvmentvm.

(I) Era figlio di Gerolamo degli Isnardi di Castello, donde le ramifica–

zioni dei Guttuari, Turchi ecc., patrizi della Repubblica d'Asti, conte della

Montà, ecc., e di Leonora Roero di S. Severino. Nel

1637

fu abate di

Caramagna, nel

1639

di Milany nella Bretagna, ed ambasciatore alla Corte

di Francia; e forse non affatto insensibile ai vezzi, con cui ivi sapevansi

allettare i ministri delle estere potenze. Nel suo testamento del sette ot–

tobre

1657,

legò due mila ducatoni all'Ospedale. Egli mori il

agosto

1659,

ragione per cui la lapide, che lo riguarda, deve essere posteriore a

questa data.

È

poi notevole che, o per errore di chi dettò il testamento,

o di chi compose l'epigrafe, sia sfuggita questa erronea locuzione:

Devs

qui inter apostolicos sacerdotes famvlvm Ivvm Thomam Isnardvm;

sapendosi

abbastanza, doversi ritenere affatto superfluo nel regno celeste, il nome

gentilizio.