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OSPEDALE DI S. GIOVANNI BATTISTA

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sulla piazza, avanti quella chiesa, un povero infermo abban–

donato, l'avesse ricoverato nel vicino campanile e provvi–

stolo . di necessari soccorsi. Consta poi da atti autentici, che

già sul principio del secolo XIII fosse aperta una casa di

spettanza del Capitolo metropolitano e posta presso il duomo

ove si accogliessero infermi abbandonati. E già ai sette feb–

braio del 1306 il prevosto della chiesa metropolitana An–

tonio Zucca, vi erigeva due letti per due malati di morbo

sanabi!e. Il pievano e canonico di quella chiesa, D. Pietro

Prandi poi, faceva col mezzo de' suoi fondi erigere una casa

presso la nota porta Fibellona (allato al castello della piazza

omonima) per uso dell'Ospedale. Ma non credasi che, . come

fu detto e convien ricordare, Torino la città chiamata della

beneficenza per antonomasia, sin d 'allora avesse un solo ospe–

dale, per quanto essa fosse poco numerosa. Infatti eranvi

pure i seguenti istituti che provvedevano al sollievo dell 'u–

manità sofferente, cioè di S. Dalmazzo, di S. Sol utore mag–

giore, di S. Biagio, degli Umiliati, di S. Gi acomo di Stura,

della

Maddal~na,

di S. Severo (dell'Ordine di Malta) di Santa

Maria al Pozzo di Strada (dell'Ordine del ' Santo Sepolcro)

della porta di Susa, e di S. Andrea della porta Pusteria.

Dell'ospedale, a ragione denominato di S. Giovanni,

sempre furono amministratori i c'anonici suoi fondatori, e

quindi anche i vescovi, sin che al tempo della domina–

zione francese della prima metà del secolo XVI, dete–

riorate le sue condizioni finanziarie, quell'amministrazione

fu costretta di ricorrere al Municipio per avere soccorso,

come questo fece, cedendole beni e proventi delle dodici

confrerie soppresse, che sarebbero stati amministrati dall'O·

spedale. E fu allora che si stabill dovesse l'amministrazione

di questo, essere retta da amendue le corporazioni, cioè dal

Capitolo e dal Municipio, denominando l'opera,

Ospedale di

S. Giovauni e della Città.

Basterà ora aggiungere che a

vantaggio di quest'opera, vennero ' indi in sollievo e i duchi