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I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO

e i privati; e fra tutti, in modo più segnalato,

i

canonici,

alcuni dei quali vi lasciarono cospicui legati.

E noto fra

i

primi fondatori di letti, il primo presidente

del Senato Gian Francesco Bellezia, che ne istituiva quattro,

unitamente alla caritatevole sua consorte Bianca Cuneo.

Finalmente all' amministrazione, ricorsa alla duchessa Gio–

vanna Battista, per ottenere un sito adatto alle nuove esi·

genze, nell'ampliazione della città verso

il

Po presso le

fortificazioni, (dopo trentatre anni!, nei quali nei consigli

della Corona si era potuto agevolmente pesare la risolu–

zione), si concedeva l'implorato favore col mezzo di pa–

tenti del

IO

agosto 1678. E così veniva innalzato l'odierno

ospedale sul disegno del conte Carlo Amedeo di Castella–

monte, e sotto la direzione dell'architetto Gian Francesco

Baroncelli suo assistente. Già nei primordi dell' ospedale era

stata fondata una cappella, la quale, essendo divenuta troppo

angusta, cedeva poi ad altra maggiore, di forma circolare,

con cupola sostenuta da colonne di marmo verde di Susa,

disegno dell'architetto Castelli, c devuta in gran parte alla

liberalità del marchese Argentero di Bersezio.

Maggiori notizie del resto si possono avere ricorrendo

alla citata monografia dell'avvocato Rovere: e senz'altro

veniamo al principal nostro còmpito, che è quello di pub–

blicare le epigrafi, al di fuori di due, omesse pure dall' or

citato autore.

Sulla porta vi

è

la bellissima epigrafe, non già del secen–

tista Tesauro

(I),

che ad esprimere

il

nobile concetto

VI

avrebbe impiegato una pagina per lo meno, ma bensì di

altra più forbita penna, e che dice:

SaIvti

Pavpervm temporali

Divitvm aeternae

apertvm

(1) BOGGIO -

Gli architetti Carlo ed Emanuele di Castellamonte.

Torino

1896,

p.

90.