

374
I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO
e i privati; e fra tutti, in modo più segnalato,
i
canonici,
alcuni dei quali vi lasciarono cospicui legati.
E noto fra
i
primi fondatori di letti, il primo presidente
del Senato Gian Francesco Bellezia, che ne istituiva quattro,
unitamente alla caritatevole sua consorte Bianca Cuneo.
Finalmente all' amministrazione, ricorsa alla duchessa Gio–
vanna Battista, per ottenere un sito adatto alle nuove esi·
genze, nell'ampliazione della città verso
il
Po presso le
fortificazioni, (dopo trentatre anni!, nei quali nei consigli
della Corona si era potuto agevolmente pesare la risolu–
zione), si concedeva l'implorato favore col mezzo di pa–
tenti del
IO
agosto 1678. E così veniva innalzato l'odierno
ospedale sul disegno del conte Carlo Amedeo di Castella–
monte, e sotto la direzione dell'architetto Gian Francesco
Baroncelli suo assistente. Già nei primordi dell' ospedale era
stata fondata una cappella, la quale, essendo divenuta troppo
angusta, cedeva poi ad altra maggiore, di forma circolare,
con cupola sostenuta da colonne di marmo verde di Susa,
disegno dell'architetto Castelli, c devuta in gran parte alla
liberalità del marchese Argentero di Bersezio.
Maggiori notizie del resto si possono avere ricorrendo
alla citata monografia dell'avvocato Rovere: e senz'altro
veniamo al principal nostro còmpito, che è quello di pub–
blicare le epigrafi, al di fuori di due, omesse pure dall' or
citato autore.
Sulla porta vi
è
la bellissima epigrafe, non già del secen–
tista Tesauro
(I),
che ad esprimere
il
nobile concetto
VI
avrebbe impiegato una pagina per lo meno, ma bensì di
altra più forbita penna, e che dice:
SaIvti
Pavpervm temporali
Divitvm aeternae
apertvm
(1) BOGGIO -
Gli architetti Carlo ed Emanuele di Castellamonte.
Torino
1896,
p.
90.