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B. V. CONSOLATRICE

59

I

monaci Benedettini, che primi furono ad uffiziare quella

chiesa, vi rimasero sino al 1589; ridotti allora a soli sei, nè

molto curanti di attenersi alla disciplina claustrale dimo–

strandosi, Camillo Gaetani patriarca d'Alessandria, priore

commendatario di S. Andrea ottenl)e che fossero surrogati

dai Cistercensi rimasti sino al

1834,

per far luogo agli Oblati,

che nel 1855 dovettero cedere la custodia del Santuario ai

Minori Osservanti, ai quali nel

1871

successero

i

Sacerdoti

del Convitto Guala.

Rinviando al capo

I

del libro III tomo

I

della

Storia di

Torino

di Luigi Cibrario,

ch~

è sino ad oggi nella sua con–

cisione lo scritto migliore che ci descriva questo Santuario,

chi sia vago di notizie particolari sulla sua edificazione e .

sugli innovamenti ricevuti ner decorso degli anni, basterà

di ricordar qui, che dopo la visita di monsignor Peruzzi

or citata, la chiesa di S. Andrea fu, in un col monistero,

rifabbricata, e nel

1603

venne rifatto l'altare maggiore; .nella

quale occasione Carlo Emanuele

I

sovvenne i monaci

~i

cento ducatoni.

Sin dopo il secolo XVII si mantenne a tre navi, e per due

scale laterali all'altare maggiore scendevasi nella cappella

sotterranea di N. S. delle Grazie, la quale nel 1608 era stata

ridotta a forma più elegante-da donna Matilde di Savoia con–

sorte al marchese di Simiana, che vi appose alla volta le armi

sue, accoppiate a quelle dei Simiana. Ivi veneravasi la sacra

immagine, che veniva indi allogata nell' apposita cappella

edificatasi nella chiesa di S. Andrea. Questa chiesa poi rie.–

dificatasi nel

1629

ad impulso dell'abate di quel

mo nister~;

Cristoforo Bezzono da Vigone, in forma ovale com' è oggidì,

e sotto gli auspizii di Madama Reale Giovanna Battista,

madre di Yittorio Amedeo II, conteneva altresì cappelle dei

Ss. Carlo e Martino; di S. Valerico, patrono della città di

Torino; degli Angioli, fondata da Marcantonio Bairo, dei