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58

I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO

riputare

ci

vengono dettate dall'amor della verità, persuasi

che l'errore e la falsità fanno sempre torto alla religione,

nè onorano mai la 55. Madre di Dio

II

(I).

(1) Storia della Chies'l Metropolitana di Torino.

pg 159. E qui faccio

luogo ad una lunga nota, la cui inserzione rimane legittimata dall'im–

portanza sua. Già erano scomposte le pagine precedenti, ov' ebbi ad

accennare alla liberalità de' principi di Savoia inverso questo Santuario,

ma ora posso aggiungere che a quelli sovra nominati, vuoI essere às–

sociata Yolant o Violante, consorte del pio e santo duca Amedeo IX.

Non paga questa principessa di aver donato alla Cappella della Vergine

Consolatrice un paramento di damasco bianco e di raso cremisino, di

vago artifizio, era sua intenzione di beneficarla con donazione ancor più

salda. Ecco il fonte di questa notizia. Avvisato di questi giorni (agosto

,880~

che nell'archivio del Municipio di Grugliasco, il quale, p'er savia

deliberazione di quel Consiglio , si sta oggidì riordinando, esistevano

parecchi documenti del secolo XV, mi recai tosto ad esaminarli, e la

sorte mi favorì di trovarne uno per l'appunto che concerne la citata

duchessa e il nostro Santuario. Il documento adunque è una minuta

di conferma dei privilegi e delle franchigie e

b~one

consuetudini di

Grugliasco, e specialmente del diritto della nota acqua, proveniente

dalla Dora Riparia, così proficua all' industria ed all' agricoltura di

quel Borgo. In quell'atto pertanto la nostra duchessa, dopo aver accen–

nato al privilegio della .derivazione di quel canale, conceduto dal prin–

cipe Ludovico O'Acaia

il

'3 febbraio

'416,

e stato conlermato dal

duca Amedeo VII!

il

20

febbraio '4'9, ed il

3

novembre

1423,

si dice

che, sebbene per lo spazio di (io anni incirca, quel comune avesse

fruito di quell' acqua, tuttavia alcuni

commi~sarii

di essa principessa

avevano con violenza usurpato quel diritto, come pure, e con vie di

fatto, e col mezzo giudiziario avevano tentato alcuni degli stessi abi–

tanti di quel borgo, e ciò

sub pretenso colore quod ipsi homines et

communitas Grugliaschi ad requisicio/lem nostra

m nolluerint

partem

dicte aque eorum bealerie dare in elemosinam capelle beate Mariae

consolacionis fondate in ecclesia Sancti Andree Thaurini in qua ex

singulari devocione et per bonijicacionem prediorum ipsius ecclesie op–

tabamus et desidzrabamus unam missam singulis diebus perpetuo ce–

lrbrari in ipsa capella pro salute (/t/ime /lostre predecessorum /lostrorum

ae flliorum nostrorum

...•

Vuolsi notar qui che quei di Grugliasco,

supplicanti di non aver ad essere costretti mai a dare la bencbè me–

noma parte di quell' acqua, ned alla chiesa di S. Andrea di Torino,

ned a qualsiasi altra, sebbene si dimostrassero così pertinaci nel loro

volere ed avversi a favorire la lor duchessa, tuttavia in quella carta

stessa ottenevano la più ampia conferma delle loro libertà spddivisate,

in un coU'uso perpetuo di quell' acqua. Il fatto può servire a provare

che

il

potere de' nostri principi era moderato assai, e che si teneva

in non picciol conto l'espressione del volere

q.i

un popolo,