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I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO
riputare
ci
vengono dettate dall'amor della verità, persuasi
che l'errore e la falsità fanno sempre torto alla religione,
nè onorano mai la 55. Madre di Dio
II
(I).
(1) Storia della Chies'l Metropolitana di Torino.
pg 159. E qui faccio
luogo ad una lunga nota, la cui inserzione rimane legittimata dall'im–
portanza sua. Già erano scomposte le pagine precedenti, ov' ebbi ad
accennare alla liberalità de' principi di Savoia inverso questo Santuario,
ma ora posso aggiungere che a quelli sovra nominati, vuoI essere às–
sociata Yolant o Violante, consorte del pio e santo duca Amedeo IX.
Non paga questa principessa di aver donato alla Cappella della Vergine
Consolatrice un paramento di damasco bianco e di raso cremisino, di
vago artifizio, era sua intenzione di beneficarla con donazione ancor più
salda. Ecco il fonte di questa notizia. Avvisato di questi giorni (agosto
,880~
che nell'archivio del Municipio di Grugliasco, il quale, p'er savia
deliberazione di quel Consiglio , si sta oggidì riordinando, esistevano
parecchi documenti del secolo XV, mi recai tosto ad esaminarli, e la
sorte mi favorì di trovarne uno per l'appunto che concerne la citata
duchessa e il nostro Santuario. Il documento adunque è una minuta
di conferma dei privilegi e delle franchigie e
b~one
consuetudini di
Grugliasco, e specialmente del diritto della nota acqua, proveniente
dalla Dora Riparia, così proficua all' industria ed all' agricoltura di
quel Borgo. In quell'atto pertanto la nostra duchessa, dopo aver accen–
nato al privilegio della .derivazione di quel canale, conceduto dal prin–
cipe Ludovico O'Acaia
il
'3 febbraio
'416,
e stato conlermato dal
duca Amedeo VII!
il
20
febbraio '4'9, ed il
3
novembre
1423,
si dice
che, sebbene per lo spazio di (io anni incirca, quel comune avesse
fruito di quell' acqua, tuttavia alcuni
commi~sarii
di essa principessa
avevano con violenza usurpato quel diritto, come pure, e con vie di
fatto, e col mezzo giudiziario avevano tentato alcuni degli stessi abi–
tanti di quel borgo, e ciò
sub pretenso colore quod ipsi homines et
communitas Grugliaschi ad requisicio/lem nostra
m nolluerint
partem
dicte aque eorum bealerie dare in elemosinam capelle beate Mariae
consolacionis fondate in ecclesia Sancti Andree Thaurini in qua ex
singulari devocione et per bonijicacionem prediorum ipsius ecclesie op–
tabamus et desidzrabamus unam missam singulis diebus perpetuo ce–
lrbrari in ipsa capella pro salute (/t/ime /lostre predecessorum /lostrorum
ae flliorum nostrorum
...•
Vuolsi notar qui che quei di Grugliasco,
supplicanti di non aver ad essere costretti mai a dare la bencbè me–
noma parte di quell' acqua, ned alla chiesa di S. Andrea di Torino,
ned a qualsiasi altra, sebbene si dimostrassero così pertinaci nel loro
volere ed avversi a favorire la lor duchessa, tuttavia in quella carta
stessa ottenevano la più ampia conferma delle loro libertà spddivisate,
in un coU'uso perpetuo di quell' acqua. Il fatto può servire a provare
che
il
potere de' nostri principi era moderato assai, e che si teneva
in non picciol conto l'espressione del volere
q.i
un popolo,