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B. V. CONSOLATRICE

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pie Maria Teresa e Maria Adelaide regina, a cui memoria

fu innalzato degno monumento in quella stessa chiesa.

Ma sebbene nei secoli decorsi tante si fossero le signifi–

cazioni di riverenza a quella chiesa, tuttavia essa era po–

vera e squallida, come ce lo dimostra la relazione lasciatane

da monsignor Angelo Peruzzi vescovo di Sarsina, delegato

apostolico a visitare la diocesi torinese, che lamentavasi,

essere

il

Santissimo conservato in un vaso rotond(; di ferro

valde indecenter;

poco decenti gli altari, ed alcuni · privi

persino della croce e dei candelieri. Eravi però eccezione

per la cappella della Vergine Consolatrice, che l'il.Iustre

prelato definiva

imagine valde devota, ut indicant vota cerea

et argentea ad parietes

~psius

cappellae appensa ac imagines

virorum et mulierum inibì appensae et ad quod quotidie

celebratur cum magna populi multitudo confluat et licet

sit ornatum satis decenter, nihìlominus mandavit de cruce

prov.'deri quìa unus ex monads de presenti conficit unam

pulchram iconam super ipso altare locandam

(1).

Questo brano interessante della relazione Peruzziana ci

rende istrutti di particolari notevoli, fra cui non ulti mo, che la

sacra immagine or venerata non deve ritenersi quella stessa

dei tempi di S . Massimo ed Arduino, la quale verosimil–

mente avrebbe d'altronde dovuto essere dipinta sul legno .

Notisi poi che ai piè di essa leggendosi le parole

S. Maria

de popvlo de vrbe

bisogna attener'Si alle consid erazioni fatte

dal padre Semeria,

il

quale, sebbene avesse do vuto scrivere

in tempi di rigorosa censura, tuttavia ammetteva questo

stesso ragionamento, or corroborato dalla scoperta forni taci

dal Peruzzi, da lui ignorata, ma che gli dà p iena ragione. Ecco

la conclusione dell' erudito e coscienzioso padre Semeria.

Cl

Queste osservazioni giuste o irragionevoli che vogliansi

(I)

Cfr. Cibrario,

Storia di Torino,

voI. Il, Libro III, capo

I.