

I MARMI SCRITTI Dl TORINO E SUBURBIO
Sancti Andreae sub porta Comt'tale secus murutft civi–
tatis
(I).
E siccome l'altra chiesa di S. Andrea, ove quei monaci
avevano edificato un cenobio, era presso forte castello, e
per conseguenza a numeroso presidio di soldatesca, e poco
atta al pacifico viver monastico, così intorno al 960 l'abate
Belegrimo ingiunse a quei monaci di abbandonarla e re–
carsi ad abitare quella in discorso, stata allora ampliata ed
abbellita.
Una pia tradizione farebbe risalire ai tempi di S. Mas–
simo vescovo di Torino la divozione inverso una sacra
immagine di Maria Consolatrice, che avevala promossa fra
noi nel quarto secolo dell' era volgare, qual argine contro
gli errori Eutichiani.
Se
il
frammento della cronaca di S. Benigno di Frut–
tuaria riferito dall'Ughelli,
!tal. Sacra
IV, col. 1066, meri–
tasse fede, si dovrebbe dire, che smarritasi quella sacra im-"
magine, venisse ritrovata nel 1016 per opera dell' infelice
re d'Italia Arduino d'Ivrea, allorchè ivi faceva edificare
una cappella sotterranea, e che andata perduta una seconda
volta, all'epoca dei dissidii e ruine che incolsero a Torino "
sul finire dì quel secolo, si potesse infine di nuovo prodi–
giosamente scoprire intorno al
1104-
Ma per quanto autori antichi e recentissimi ci diano per
oro di coppella
il
racconto fondato sulla cronaca citata, presso
gli eruditi questa non ha alcuna fede, poichè vuolsi scritta
da un impostore alcuni secoli dopo la data, cui mentisce,
essendo essa interpolata, piena di an'acronismi, come meri–
tamente asserì
il
nostro Iacopo Durandi (2). Il perchè ne5-
(I)
Historiae
Patria~
Monumenta. Scriptorum
III, Col. 99:
(3)
Della Marca d'Ivrea,
p.
12.