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XII
SANTA CRISTINA
Quella Duchessa Cristina, figlia di Enrico
il
Grande e di
Maria De' Medici, venuta, trilustre appena,
spo~a
al buono
e virtuoso nostro Duca Vittorio Amedeo I, se, fatta astra–
zione dalle benemerenze sue politiche, in riguardo special–
mente della vita sua privata, da un canto fu a' suoi di e
dopo esaltata straordinariamente da penne cortigiane ed
esagerate, e dall'altro. depressa e calunniata atrocemente e
fuori del vero, da scrittori compri e partigiani, lo si deve
in gran parte al genere di vita tenuta da lei stessa. II che
non
è
qui fuor di proposito, come taluno potrebbe subito
osservare, leggendo queste linee d'introduzione, poichè ser–
vono esse a darci ragione della fondazione di questa chiesa.
Giovine qual si era, educata ad una Corte di viver libero
e sciolto come quella di Francia, aveva introdotto fra noi
l'inclinazione al fasto, allo scherzo ed alle frivolezze d'ogni
specie, alimentate dal solito corteggiare di palazzo, ruina
morale e materiale del principato. Siccome però nè la mente
ned
il
cuore erano guasti, e la nostra Corte conservando,
almeno nell'apparenza, il culto a certi principii di sodezza
e pietà, così la vita della Duchessa fu soggetta ad un' alter–
nativa ed oscillazione tra le due correnti opposte. Quindi
le feste di ogni specie, e gli omaggi alla cavalleria, nel senso
libero consentito a quei giorni, andavano frammisti ad atti
straordinari di ascetismo e manifestazioni fastose di culto
esterno. Di qui i disparati giudizi di coloro che vollero sino
ai giorni nostri circondar la memoria della vezzosa e giovine
principessa col romanzesco apparato di stili, veleni, traboc–
chetti e simili fole, e di quegli altri che non esitarono di
proclamarla il modello delle principesse segnalatesi per virtù,
pietà ed altre esimie doti. Ora non volendo noi cadere nelle