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poste ad ogni aggruppamento di esseri v iv e n ti,

come l ’ereditarietà esplicantesi in ispecial modo

con l' imitazione, l ’adattamento, e, in termini assai

modesti, la lotta per l ’esistenza. Sia dunque la

società umana organismo vero, reale; ma non si

dica che l'

uomo

è come l ’unità fisiologica dell’or­

ganismo corporeo vivente, d ie la società è l ’essere,

e che tutte le unità vivono in lei e per lei. No:

questo livellamento morale voluto in nome di un

preteso livellamento fi siologico-sociale, ripugna

alla natura psichica dell’ uomo e della società

umana; la società non può costringere l ’azione

individuale in modo ch’essa appaia soltanto come

parte del risultato unico che sarebbe l ’azione so­

ciale : non può comprimere sotto il peso d’imma­

ginarie leggi fatali la libera in iziativa , l ’azione

indipendente dell’individuo, che nell’associazione

cerca non la ragion della morte, ma il fonte della

vita. Quella scienza e quell’arte politica, che at­

tribuissero al potere sociale un’azione assorbente

o comprimente l ’ espansione delle forze indivi­

duali, e non il solo potere di dirigerle e mode­

rarle , inaridirebbero i fonti v iv i del benessere

degli individui e della società: e quando lo Stato,

eccedendo la giusta funzione moderatrice sua vo­

lesse erigersi a dispensatore di b en i, ad a llevia­

tore dei mali, verrebbero meno le ardite e feconde

iniziative individuali, e con l ’aggravio insoppor­

tabile delle imposizioni, s’alzerebbe la larga onda