è troppo, e non vado più innanzi perchè le
son cose che fanno rabbia).
Ora domando a te, lettor mio e a tutti i
discreti : si può mai supporre che uno scritto
pieno di tanti errori e tanto madornali sia
parto di una Commissione composta di in
signi uomini (io non mi metto in questo nu
mero, perchè sono un soldato), tra ’ quali, per
accennarne alcuni soltanto, tre segnalati Pro
fessori della Università torinese e membri
della R. Accademia delle Scienze? Ma, fortu
natamente, lo scritto non porta la firma della
Commissione, sì quella dell’«
Aggregato p e r
«
u nan im e deliberamento della Commis-
« s
ione
» ; la quale se lo avesse obbligato a
dare un saggio del suo sapere storico, arti
stico, letterario e filologico, scambio di
ag
gregarlo
lo avrebbe (uso il vocabolo piemon
tese)
bociato.
Ma entriamo in materia.
Prendo la parte del Catalogo che spetta
alle
E tà preistoriche
compilata da me. L ’o
norevole Presidente ed il Cataloghista volevano
che premettessi al Catalogo qualche notizia
su questo argomento. Scrissi tanto da farne
105 versi di stampa, o sia da occupare
due
pagine e mezzo di stampa.
Il Presidente
mi disse che sarebbe stata accorciata. —
Faccia pure, gli risposi, chè
intendevo acqua
m a non tempesta.
Ed è stata veramente
XIII