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— 274 —

i ciechi e per ¡sbugiardare chi scrisse che il

«

Catalogo redatto (!? ) con molta cura dà

«

succintamente le notizie

si

storiche che

«

artistiche necessarie a possedersi (?!) per

«

apprezzare tutto il valore nascosto (?!)

«

degli oggetti che si ammirano in quelle

«

Sale

» (Gazzetta di Torino,

8 luglio 1880).

Pag-. 191. —

Miniate

ed

alluminate

vuol

dire

miniate

e

miniate

— . Qui non posso

tenermi dal contare la discussione avuta

intorno a questi sinonimi, perchè c’ è da

istruirsi.

Quando io osservai al Collega che

miniate

e

alluminate

vale lo stesso, e che doveva

usare una sola delle due voci, altrimenti di­

ceva uno sproposito, Egli mi rispose che —

miniare

è una cosa e

alluminare

un’altra — .

Ma no, rispondevo io, non sente che cosa

dicono Dante e il Buti ? — Dante, salta su a

dire un altro Collega pittore, Dante non era

pittore nè miniatore, e non capiva nulla di

queste cose. Io mormorai tra me di cuore 11

Domine ignosce illi

etc. e g li augurai che

divenisse ,pittore come Dante; potrebbe esser

contento. È certo, e lo sappiamo da Leonardo

Aretino, che Dante si dilettasse di musica e

di sua mano egregiamente disegnasse. E di

questo non è a maravigliare, essendo egli

stato grande amico di Odorisi e di Giotto, e

di quel valente musico che fu il Casella, del

quale, nel suo poema, tanto lodò la perizia nel

canto. Ma se l’ altissimo Poeta non lavorò

di pennello, qual dipintore mai lo ha pareg­

giato ? Ma ritorniamo ai vocaboli in questione.

— Ella sostiene, dissi al Collega, che

mi