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G

li Italiani di ogni regione, ora fusi in una indisso­

lubile unità secondo il mirabile impulso dato

dalle leggi direttive del Regime, possonosere­

namente celebrare le loro glorie paesanesenzatimore

di essere tacciati di quel municipalismo tanto esiziale

in altri tempi agli interessi nazionali.

Possiamo anche noi quin­

di, dopo i forti figli di Roma­

gna. vantare i nostri grandi

uomini del Piemonte, anzi,

i grandi Italiani del Piemonte

perchè, nessuno potrà con­

testare che i Savoia, nella

coscienza della loro storica

missione ed i loro grandi

collaboratori nella politica,

nella milizia, nella legisla­

zione, nelle lettere e nelle

arti, onorando coll'ingegno

e coll'opera la regione in

cui sono nati, non abbiano

anche lavorato, consapevol­

mente ed anche inconsape­

volmente,alla grandezzadel­

l'Italia futura.

Questi Signori d'oltralpe

che si affacciarono al di qua

e si trapiantarono salda­

mente in un angolo appar­

tato della penisola spiando

le vie dell'avvenire ben me­

ritarono la fortuna di essere un giorno gli arbitri

dei destini italiani.

Stirpe guerriera e diplomatica, avanzando a poco

«a a ««

a

a ll » Ai

poco su un orniciie terreno, stretta tra potenti

conienaenusi mprimato» so re lli iii€ «iicrnc viccnov

della fortuna» mescolandosi nelle contese, appro­

fittando di tutte le occasioni, sena vriflare inai

anche neHe ore più tempestose, ami ricostruendo

<biw macerie io Stato, rinsaldandolo allenando

l'orizzonte non oer sola ambizionedinasticamaQuasi

oer un seireto Dresentimento, inneità la sua storia

millenaria in quetta deJITtatta nuovi che ve sonando

per virtù dei suoi vati, dei suoi soldati, dei «p i

ptnir o n,

oct

suoi nw un*

•Nel Risorgimento l’innesto è più rapido e dà

germogli fecondatori e vitali. Ma i primi germi risal­

gono assai indietro.

Quel Conte Verde che gareggiando e destreg­

giandosi abilmente, barattando terre disperse con

altre da aggregare al nucleo più compatto, volgendo

Cocchio a ll'Ita lia quando

croll

la speranza di

ingrandirsi nel paese natio,

è fatto capo della Lega ita­

liana contro i Visconti e

lascia dopo 40anni di regno

uno Stato compatto, rior­

ganizzato. sotto la diretta

ed assoluta volontà del Prin­

cipe, ha il merito grandis­

simo di aver posto la prima

pietra fondamentale deU’e-

difìcio che si cementeràsem­

pre di più per virtù dei

successori.

Il Conte Rosso si affac*

cerà al mare, Amedeo' Vili

diventerà Duca aumentando

il prestigiodellaCasae dello

Stato. Ha poi Emanuele Fili­

berto dovrà sguainare la

spadaper ricuperare loStato

paiamo perduto, e .si pian­

terà in Piemonte ricostruen­

do e rinnovando lo Stato

a cui darà colore più italiano promuovendo l'uso

della lingua nazionale.

II

figlio. Carlo

Emanuele I.

guerriero contro l'uno e l'altro straniero

che accam­

pano sul bel suolo italiano.

Invocherà Principi e

popoli

«si

Italia per

la

causa comune e

terre al di là delle

Alpi

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proprio QOfTwmo. i

di Torino. <

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La passione Italiana in Grandi Piemontesi

negli albori deH’Ottocento