molto fosforati ; e per 4M» caapiè di*
gaità . come certi
G
lineiti
t
Aadala-
t ii è b a i M ò ia * f ilk r h n it a ia>
gorgarii d' no pò di Veeto Farcela
nella Matrice
iie t ft t
M a il* ! Uno ia
quel Capiioio M a » teagoa via i fu i*
lordici Noari de’ quattordici Fondatori
à'
Arcadia, «odici da'quii Notai « aa
pesa» cita fono aiftran toa AtoìmAki
ia Lete, rio* a dire quelli del
Cmréi
.
del
H $u u i.
del Im a . detto
Sumfi~
gli*,
dei
MùlUré,
del F M . del
M f
gn . del
Èkkkm rt,
del
tfcimiÓi,
del
r i
ti
e del Tei*. Dicache gii undici Na
n i di varili aadici Ferinaaggi faaa
fprofandati io Lete ia quelitO i M a i
« che nettino interpretaRc male*
I ir* di que* quattordici Nomi che au
rora
fi
noartaano , fimo QueU* dei G »
«firn , fu lb del
Cnfambm
. a faatte
ielli di «etto . Eco» qui la foRaata
Sue’
dieci Capitoli.
^ 1 Capitolo Frirna «ce L* IST IT U
ZIO N E
è 'jt r u é »,
e aarra fra I* altra
fanfaluche il Calo memorandiflimo d*aa
certo Poeta, il qualeavendo fintiti cert’
altri Faetl notare cene pattatali Matte
ia ceni Prati Croati dietro aa cenoCa*
Hello . ‘proruppe tu quatta autacolofa
Efclaauatooe .
Etti
m Jmin I
aotam
queH enfatico EG LI )
Mgi mi
jhriwe
fW eat «Mraan f p mauate
r
Arcadia■
Oh augka Eictamazione, alla quale dr-
«
tjtrtm é* il JmNsftimnt
», come da
Principe Eugenio, errante per quarantanni peri i
campi di battaglia di Europa e d'Asia, privato delia
gambasinistra per la cannonatadi un corsaro, e ritira*
tosi in una campagna solitaria tra gatti, uccelli, cani e
scimmiotti raccolti qua e là per il mondo: unica sua
compagnia lo schiavo turco
Macouf
e l'ingenuo curalo
del luogo. Don Petronio Zamberiucco. Con essi
conversa su molti libri vecchi che possiede
e sui-poeti
e prosatori nuovi che va acquistando
senza economia.
Il soldato impetuoso e collerico
attacca in pieno tutti
i difetti letterari deil'età
sua
o
quelli d ie scambia
per tali. Le proteste,
i lamenti, le risposte •
H
rumore
che i fogli dd Bareni avevano sollevato preoccupo-
reno
il
Senato Veneto,
il
quale c o te l’occasione di
un
articolo contro il Bembo e vietò ia pubblicazione.
Lasciata Venezia
e attaccato ancora con o tto
Viotto
con argute allusioni. Ritornato a Torino,, la speranza
che egli aveva di ottenere, merci la protezione del
Principe Savoiardo, un impiego stabile, fu subito
troncata dall'aver bistrattato il Bartoli, professore di
eloquenza del nostro Ateneo, a cui rimproverava,
e non ingiustamente, la inutile e boriosa scioperatag
gine erudita. Egli stesso lo confessava in una lettera
al Bicetti: « Lana trista da pettinare son io. Son mala
lingua: sono il flagellode' pedanti e de' lor protettori,
ed essi non sono il mio».
Sul finire del gennaio del 1751. parte per Londra
dove, familiarizzatosi subito con la lingua inglese
e allargata con la espansività che gli era propria la
cerchia delle amicizie, trovò presto ad occuparsi con
profitto in lavori‘per librai e in lezioni di italiano e a
farsi una schiera di amici quali il Richardson, famoso
autore di romanzi, il Garrick, interprete celebratis
simo di Shakespeare, e quel Samuele Johnson che
era allora il principedelle lettere inglesi e della critica
letteraria. Dopodieci anni di soggiorno in Inghilterra,
la nostalgia e il desiderio di muoversi lo spinsero a
ritornare, e fece il viaggio attraverso il Portogallo,
la Spagna e la Francia, trovando cosi la materia
per quelle « Lettere
familiari
ai suoi tre fratelli Fi
lippo, Giovanni e Amedeo», che sin dal principio
del 17(2 erano già pronte per la stampa in quattro
tomi, e di cui non potè pubblicare se non il primo
per le rimostranze mosse dai Ministro di Portogallo.
è lasuaprosapiùspontanee, piùsincera, più saporosa.
Trasferitosi aVenezia,è ripreso colà, col buon umore
che lo caratterizzava e la placida filosofia che l'accom
pagnava dovunque, l'ardire dei combattere, inizia il
I* ottobre 1743 ia pubblicazione del periodico quin
dicinale:
La Frusta letteraria,
che è il monumento più
notoe più significativodella suaattività di critico let
terario. Egli crea allora la figura indimenticabile di
Anrarco S em a ta*, doè l'emblema ili !
F^ovtrtio Primo Ottobre
1 7
*
1
-
LA F RU S T A L E T T E R A R I A
D I A R I S T A R C O S C A N N A B U E .
M E M O R I E 1 S T O K I C R E
dell’ Adunanti degli Arcadi
di
M.G. M.
Cui!
ode Generale d*Arcadia.
la | a u
1
iti.
ntlé iUmftrU i*'H,tf.
in
Ottave.
Q
Uegli Amanti d' inutili Notizie,
che aoa fapeado coma adoperar
il tempo , lo impiegano a irapa
tir* della corbellerie. e che bumano-di
edere infermati di quella celebratisima
Letteraria Fanciullaggine chiamata
jtr-
fi facciano «leggera quello bel
Libra che ne dà uu -Ragguaglio diftinto
diftiotiffimo. U tuo celibe Astore l'h a
fatiti» «aa latta qoefla foervateaaa , a
«00
tutto quell* amile fptrito d adula
zione chepriartpanaeBte carattanaaagli
Arcadi ; e albi Noni rinomatiffimi .6
trovano ia atta LAio routftrati, la ti*
comarna de'quali aoa
è
Rata prato umì
rinomatanelmonde. L’Operaèdirifa in
U n pagina tta "L a Frante letteraria,,
- L‘<